Chiesi a Dio un regalo con il cuore in mano da infilare sotto il mio albero di Natale trasparente. È arrivato qualche giorno prima Cresce in te un dolce incanto se vorrai ti sarò accanto ti veglierò anche da lontano se vorrai ti darò una mano Tu per me sei quel che cresce in te un diamante Con te dal primo istante ho sempre parlato Il suo battito è speciale sembra come di volare Lo sentirai ogni momento già immagino quel momento
Vorresti immaginare a chi deve somigliare Sicuramente bello e che somigli a te La scelta del suo nome tutti pronti a consigliare gia lo vorresti chiamare questo bimbo da coccolare Sarà una bimba o un bambino? Non importa sarà un principino da tenere stretto stretto Riceverà tanto affetto Amore incondizionato Perché lui ancora non lo sa È il bambino della pace Il male scaccerà.
Ascolta anima, quell'angelo che racconta una favola immerso dal profumo dei ricordi, di quella cometa che annunciava la nascita di una preghiera di speranza, che cancellasse ogni traccia di dolore riscaldando il cuore con il sole, in quella fredda notte di neve, aiutato dai colori più belli delle stelle. Anche il diavoletto respira le sue note, che cadono senza titolo, clandestine nell'animo di ogni bambino. Il linguaggio di Dio ricama amore e libertà, ma il seme della vita per l'ennesima volta lo inchioderà, nella stagione del cuore tra la nebbia ed il fango di un cattivo umore. Indebolito è l'angioletto che procede il suo parlare per poi concedersi pace nella ferita profonda e amara di quel bambino adagiato nella mangiatoia... per ricominciare il suo racconto, ogni anno, ogni giorno.
Peso indelebile di quel che e transitato dai miei occhi fiumi di pura e soffice lacrima versata per i tuoi di occhi per non essere inetto batto i miei bottoni scrivendo quel che e successo nella mia anima per non sentirmi distante o in conflitto con la tua di anima sentendomi esaurito continuo a scavarmi dentro e percepisco quello che tu hai e disegnato dentro unico metodo che conosco per farmi amare dirti così quel che sei cercando di farmi amare immenso risiedente in me disegnato all'improvviso senza accorgermene... speranza di un essere per cui essere.
Frastornati da spot pubblicitari, abbagliati da ammiccanti insegne luminose, noi, aborti di speranza, ci aggiriamo nell'anonimato cittadino. Ingoiamo acerbi Frutti di solitudini, beviamo a fonti inquinate di egoismo e delusi trasciniamo valigie vuote di fraternità. Ci scuote improvviso Un fischio acuto: ripassa il treno del primo Natale della storia. Anche ora, sei Tu, o Signore, che trepido, speranzoso attendi ancora la nostra travagliata nascita all'amore.
Or tu lo vedi anima mia come veloci si schiudono e avvizziscono tra rovi i petali della vita come flutto alla riva va e viene il respiro come fra il tutto e il niente faccia spola la morte. Tu sai cosa è che si insinua tra la carne e le costole e si fa strada fino al cuore ed è più forte del dolore che sonda il vuoto del nulla! Su, vieni alla sagra del bene e della luce adornati e adduci il cuore non fingerti stanca esulta danza e canta: il biglietto di ingresso non è poi così caro costa solo un volo d'ali e pur senza domani ci allumerà un chiarore. Accompagnatrice del corpo batti le tue piume nell'aria eterea allietati e vibra d'amore discendi nell'essenza delle cose e vivi squarta brune e silenzi caricati di sorrisi e di sole! Pure la cicala all'imbrunire, sai, tra le erbe secche canta.
Dalla terra provengono e alla terra ritorneranno. Polvere alla polvere cenere alla cenere; onore a chi combatte morte a chi si nasconde nel buio della mente attaccare o non attaccare, rischiare o restare nascosto. Ora chi è l'eroe chi si ritira o chi combatte per la patria? Sta solo a noi scegliere chi essere: luce o ombra amare o odiare e ognuno sceglierà la propria strada.
Dov'è l'acqua chiara che vidi passare sotto il silenzio del placido cielo i sogni che ebbi nelle notti felici l'amore che baci e carezze promise! Tutto vanisce nell'intervallo fra me e me, fugge il tempo affonda passati anni vissuti l'oblio si allungano ragne e fuliggine. Oh sabbia fine che scorri nella clessidra un me finito si consuma tra scorci di albe e di tramonti! Passo, vivo e sparirò senza aver visto tutto seguo il fiume della vita, come chiunque altro immerso mi adatto a sopravvivere anticipa la sonda dello sguardo acuto la mia penombra e nulla posso fare per interrompere il niente incipiente che vedo nel suo candore annerito. Senza luce nella luce, sub umbra, mi accorgo ancora di me tra straniamenti mi distendo addormentandomi vecchio e ansante nella mia ignoranza di sempre.
Un bacio è l'incontro tra due sentimenti accesi, mai spenti ti addormenti pensando a lei lei che ti fa palpitare il cuore di vero amore un amore mischiato al dolore da un sapore di passato rinnegato ogni sentimento dimostrato.