Di mappe e carte geografiche son tappezzate le pareti della mia stanza, devo restare sveglio e pronto per ogni circostanza, dalla finestra guardo con il cannocchiale, studio le strategie le mosse da dover attuare, sono rimasto senza cibo in casa e mi preparo per la spesa al centro commerciale. Vestiario giusto per l'occasione, le scarpe infortunistiche le ginocchiere al pantalone giubbotto antiproiettile la maschera antigas cartellino di riconoscimento... il pass! Mi guardo nello specchio mi manca un po' di fard... ah, dimentico la card, occhiali a raggi per per le date di scadenza, attento anche alla provenienza. Ignaro prigioniero senza sbarre, fin dalle elementari costretto a fare aste sui quaderni... allenamento per i codici a barre, intanto guardo il calendario e domanda mi tormenta come tempesta che squarcia le prue, ma oggi ci sarà il 3 x 2 ? Prima d'uscir di casa è cosa giusta guardo le previsioni se la giornata è buona se il mondo non si sposta. Mezzi gommati mangiano le strisce pedonali, aspetto fiducioso... magari mi crescono le ali carrelli freddi in fila incatenati l'uno all'altro conoscono la strada, un giro disgustoso nauseante senza meta. Immagine politica dei nostri governanti, si muovon solo se vedono moneta. Scaffali grigi allineati e riempiti con sapienza, ma oggi non ci casco posso fare senza, continuo questa spesa con fare mio distinto, il posto mi ricorda labirinto. La musichetta in sottofondo per creare l'atmosfera ma chiudo gli occhi un attimo e sembra sia trincea, i prezzi che mi assalgono dall'alto verso terra per un istante mi sento ancora in guerra, pensare che son stato partigiano, m'incazzo e il sangue si mescola alla bile, come vorrei per un minuto poter imbracciare il mio vecchio fucile, usato per non avere più prigioni per cosa? Per ritrovarmi povero dopo aver ingrassato un pugno d'imbroglioni, chissà le ville e le piscine tenute in piedi dalle nostre pensioni. Pago alla cassa, la sensazione è quella di gettare soldi giù dal ponte, e poi non trovo giusto che per mangiare... debba tornare sempre al fronte.
Labili parole che intrinseche di vita vanno a stremare la volontà mia riducendomi ad umile creatura ripiegata su se stessa. Che sapore ha la sua bocca? Profondo dolore che porta a Dio.
Occhi brillanti come stelle, fuoco ardente nel cuore... Fiamme che con un soffio distruggono ogni cosa, che paiono invincibili al colore della notte... Sentimenti contrastanti si riuniscono sotto il cielo pieno di stelle che con il loro magico potere tranquillizzano la gente e fanno scomparire le ansie e le paure, le preoccupazioni e le disperazioni... Tutto scompare perché l'unica cosa vitale è osservare il cielo, sognare e sperare... In attesa che i desideri diventino realtà...
Quella stradina antica tra i grilli e i girasoli scendeva fino a valle, lasciando il paese fuori, correva lenta e liscia come la tua pelle fino al dirupo aperto che contava le stelle. Dalla finestra aperta s'udiva una canzone di note che portavano dritto al tuo nome, ascolto i miei passi dinnanzi solo sassi davanti l'infinito del bosco incantato. Prendo l'aria, annuso il vento tutto accade in un momento e come uccel in volo mi lascio andare verso il cielo...
No. Avrei voluto gridarti. No. Fermati. Resta nel tuo angolo. Resta dove occhi indiscreti non possono vedere i miei sguardi che tradiscono emozioni incoffessabili. Resta là, dove i nostri occhi possono guardarsi senza pericolo, possono parlarsi senza essere uditi, possono baciarsi senza essere visti. Resta là e lasciami sognare.
Un masso sul cuore che peso, che oppressione, mi toglie il respiro, ma non sento dolore, è sordo, nascosto, dal buio inghiottito, è dentro il mio cuore, nessuno alza un dito. Un masso sul cuore che tu hai lasciato, non ti sei fidato del dire, del fato, non hai sentimento, parole nel vento, non hai la ragione, non sei in guarigione, hai solo paura e getti dall'alto quei massi e colpisci chi sta da basso. Verrà certo il giorno che ti stancherai e prima o poi da lassù scenderai, se bene ne tempo avrai seminato l'amore sperato laggiù troverai, se vento nel vento avrai gettato di dovuta tempesta quaggiù morirai...
Si è sgretolato piano, piano il muro costruito poche parole son bastate e tutto è finito. Non vedi la mia faccia, non c'è il coraggio, di guardare dritto dove c'era il miraggio. Come serpe nel deserto in cerca di riparo veloce come il vento andavo contro il muro, mi sono avvicinata vedevo già quell'ombra, di colpo sei sparito lasciando il vuoto e una tomba: "Qui giace disperato un amore senza volere, aveva lui amato, ma ora è solo cenere..."