I simboli sono rimasti nel labirinto perduto nei giardini della memoria. Il fuoco degli dei del tempio è nascosto nelle ceneri del tempo. Quanti sacramenti sono diventati tabù nel cuore di una folla che non crede più! Portiamo negli occhi i segni ancestrali li decifriamo con il filo d'Arianna, ma restiamo muti sotto i monumenti non comprendendo quello che hanno dentro. Abbiamo visitato prematuri la luna mentre altri la venerano di notte. Mettiamo il corpo allo scoperto nascondendoli in giornali senza rispetto. I simboli sono rimasti nel labirinto di migliaia di giornali morti. Ho visto gli uomini stanchi di pornografia e miti rotti. Ritorneremo a salpare con Ulisse su mari di Sirene e Ciclopi. Rinasceremo come nuovi dei maturando con umani misteri.
La mia terra respira l'azzurro coi polmoni dei boschi. Il suo sudore scivola sui fiumi con i sogni di un tempo che fu. Era la casa di uomini allegri e d'animali in evoluzione. Sui prati nascono fiori e nel mare il cuore dell'uomo. La terra respira con la tua bocca, si lava con la pioggia del cielo, si veste di foglie secolari e muore coi veleni umani. Salviamo questa madre terra se siamo intelligenti. Gli animali piangono solitari su pianure senza verde. Nascerà un arcobaleno nuovo su questo orizzonte oscuro quando gli uomini innamorati l'ameremo sotto la luna.
Una rondine nel cielo. Che Poesia! È un apostrofo tra la Terra e il Sole Un accento che vola su Parole Una virgola tra Realtà e Fantasia
Una rondine nel cielo è Melodia non solo segni di punteggiatura È la penna che usa la Natura per scrivere nel cielo la sua Poesia
Quando al tramonto il cielo è una magia di colori di fuoco e non c'è più l'azzurro il suo tenue pigolio come un sussurro sale al cielo: è una dolce avemaria.
Or che a te fisso s'appiglia lo sguardo e altra luce in un alone mi avvolge lasciami godere il riverbero del giorno: consistenza inutile più non è la nostra gagliarda la vita più non si inclina di brividi e sospiri l'anima scintilla amore che dolce impeto mi trapassi. Nel grande vuoto del vivere che spalancasti ignara qualcosa in fondo ci teneva alla fine un mastice ha fatto presa se risgorgata gioia zampilla e si disvela fluisce e in spuma breve non si dilegua. Te lo incisi su una pietra come potei un lontano giorno che ti amavo ma tu smemorata lo scordasti come il sogno fatto nella notte di cui al mattino non si ha più traccia; lo avessi ricordato in un flash di memoria non ci saremmo avventati contro ma tutto è bene quel che finisce bene: altro è il tempo e rimediato ha il destino che ha ricucito a filo doppio le nostre vite. Minuto ricordino è l'affanno di rincorrerti che svanisce all'accorrere dei tuoi baci; oggi al ritmo dei passi del mio cuore batte il tuo tenendoci per mano quando passiamo per le vie.
Nella notte eterna Si accende una lanterna Calda e Luminosa È la donna misteriosa Che mi travolge E mi spinge Nella fitta tela Come una barca senza vela Mi fido e navigo a remi Verso orizzonti sereni Il suo cuore a ponente Si apre prepotente Mi illumina la mente La passione mi accende Una donna bella Sei tu oh Marinella.
Rifletti, è nel tuo intelletto la giusta strada per ricominciare; Rifletti la luce di quel sole, che splende al di sopra delle tue nuvole.
Rifletti, non sbaglia il cieco nel calpestare fiore; Rifletti talvolta giornate buie, e il tuo vivere sarà lo specchio dell’anima;
Rifletti, tu vedi il vivere attraverso il lutto della tua anima; Rifletti la luce che germoglia nel tuo cuore, e non la buia sentenza del tuo vedere;
Rifletti, solo mani attente sapranno raccogliere i giusti semi; Rifletti la vita che scorgi con gli occhi dell’anima, e vivrai per sempre di quello stesso riflesso.
Riflettete e riflettetevi, l’amore cova silenzioso nel vostro grande cuore.
Che uomo ti sembra questo rotolato in uno straccio di carne strizzato attorcigliato e poi nel cesto aggrappato su gocce di verità si specchia su pavimenti di falsità pensando di pulire con blandi detergenti fatti di fiducia e sincera onestà pulendo le parole dei deficienti e lava, lava macchie senza fine dove passano i vestiti senza corpo lasciando impronte dell'apparenza. Consumando l'ultima fibra che ancora vibra.
Che uomo ti sembra questo con i piedi puntati sulle punte delle lancette di un orologio la notte nell'illusione di fermare il tempo per inventare un senso a quel che pensa magari aspettando che passi un treno che sbuffa di vapore con il muso sorridente con scritto sopra - la vita è bella -
Che uomo ti sembra questo senza armatura e con la spada rotta un eroe senza paura della paura ha perso la sua vita per la strada e vede suo figlio quando già dorme ed una moglie a cui non tornano i conti. Senza guardarsi ad uno specchio stracciato in uno straccio di carne mentre il finto benefattore mi sorride, ha la laurea ed un grosso cappello ma per quanti sforzi abbia fatto nulla ha potuto per nascondere la sua grande incompetenza...
Mani... che danno la vita Mani... bianche... nere Mani... pulite... sporche Mani... in alto... armate Mani... tese... nascoste Mani... corte... lunghe Mani... aperte... chiuse Mani... callose... curate Mani... che lavorano... che rubano Mani... che accarezzano... che picchiano Mani... che danno la morte.