Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Oh mia primavera!

Dimmi lampeggio di pupilla bruna
da dove oggi giunge la brezza sottile
che amorevole il cuore accarezza
e come scosso ramo lo fa tremare?
Congedatosi l'uggioso inverno,
con nuovi tratteggi e sfumature
di verde si va ridisegnando la vita
con alacre passo riprende vigore.
Altra cromìa di filigranate sensazioni
ravvivano l'errare dello sguardo rapito
or che animula attonita svaga
tra madreperlacei colori!
Oggi non iroso spumeggia il mare,
brilla il verdello tra prosperi pomari,
dilaga e ondeggia, tra incolti campi,
il rosso dei papaveri
pacati parlottano gli esili rivi dei botri
Oh precoci annunci di primavera
riscossa della povertà della terra
che ubertosa si arricchisce di fiori;
emozioni che accestite e rinverdite
rose e gerani alle finestre del cuore
spalancato, da cui lungimirante
una speranza ben salda festeggia
un divenire di pensieri con occhi
intrisi d'amore e di illusioni!
Riprendimi solare tepore,
dilata i miei atri di dolcezza,
innalzami fino alla bellezza pura
tra fermenti di luce e di chiarori;
circondato da riverberi e coriandoli di sole
trepido e irraggiato, dello sbocciare
di un nontiscordardimé fammi testimone:
addolcito dall'evento, poi lo raccolga
e sopra come suggello regale vi imprima
l'impronta di un casto bacio augurale
prima che in dono, lo offra al mio amore!
Ah questo apprendere dal viver non vano
senza fine per me vecchio scolaro svogliato!
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    in Poesie (Poesie personali)
    Ti odio
    perché non ti amo più,
    perché non posso perdonarti...
    di non riuscire più ad amarti.

    Che tu ci sia
    o non ci sia
    è la stessa cosa...
    io comunque
    provo nostalgia.

    Pillole di saggezza:
    non so che farmene
    delle certezze.
    Sono una mendicante
    di carezze.

    Dell'anima
    nessuna traccia
    salva la faccia...
    almeno!

    Chi ama
    non dispera...
    dimmi una bugia,
    ma che sia vera!

    Infine

    Detesto l'onesto,
    é greve,
    non mangia
    non beve!
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      Scritta da: Alessandro Oteri
      in Poesie (Poesie personali)

      Adesso...

      Adesso, non ti sento
      tutto tace dolcemente,
      ma davvero non mi pento,
      io ti ho amato veramente;

      Già lo so che soffriremo,
      come il sole fa al tramonto,
      piangeremo e grideremo,
      ma mi sento quasi pronto;

      L'importante è dire il vero
      lo abbiam fatto, solo adesso
      non ti andava come ero
      ci diranno, avviene spesso;

      Solo un ora sembra un anno,
      passa piano e fa soffrire
      anche i sogni moriranno
      questo solo voglio dire

      io ti ho amata
      con il cuore...
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        Scritta da: Rosy Zangala
        in Poesie (Poesie personali)
        La scintilla impazzita è da un sogno alimentata
        ma il freddo straniero instabile prosegue la sua vita
        aspetti in ogni gesto un segno di calore
        ma ha il gelo nel cuore e vive senza amore
        di energia positiva pensavi fosse armato
        col suo sorriso, ingenua, lui ti ha ingannato
        ma quando hai capito che era tutto un sogno
        scintilla hai deciso che di nessuno hai più bisogno
        la forza è da dentro che devi esternare
        rimboccati le maniche e avvera il tuo sognare.
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          Scritta da: Xxxxxx Xxxxxxxxxxx
          in Poesie (Poesie personali)

          Una come te

          E se a volte resto spento, e se a volte sto in silenzio,
          non so cos'è, non so il perché...
          E se a volte non ti credo, non sai cos'è...
          Perché, non posso credere che esista una come te...
          La luce del tramonto mi accompagna in questo viaggio,
          tanto radio spente è quasi buio e il silenzio non mi dà scampo,
          e intanto, in questa macchina penso, sigarette accese,
          tante luci lontane strette al mio petto,
          lo sai, ormai conosco a memoria la strada,
          dalla prima volta che l'ho fatta non l'ho più dimenticata,
          perché, il forte istinto di averti vicino,
          irrefrenabile voglia di stringere al mio cuore il tuo respiro,
          davanti a me la strada e i tuoi riflessi sull'asfalto,
          ogni auto davanti m'incanta con un abbaglio, un filo d'aria mi rinfresca,
          sento quasi la tua voce che è dolce anche quando a volte mi spezza.
          Ogni volta un viaggio nuovo, un nuovo desiderio,
          e sta strada questo lago, queste luci e questo cielo,
          per guardare i tuoi occhi, per perdere i sensi,
          un chilometro dietro l'altro per averti...
          Tutta la strada che farò per te,
          anche solo per un attimo solo per un istante insieme a te,
          a volte sbaglio per pazzia,
          ma, tu resti con me anche quando tutti gli altri se ne vanno via,
          non ti lascerò mai sola,
          sei l'unica mia scusa per lasciare perdere qualsiasi cosa,
          scusa se qualche volta ho sbagliato,
          scusa se penso troppo spesso ai falsi demoni del mio passato,
          e ancora è così denso sai,
          capisci cosa voglio dire anche se a volte resto un po' in silenzio,
          adoro la tua timidezza,
          quando non riesci a parlare e respiri con quella tenera dolcezza,
          troppe paranoie e fantasie,
          a volte scopro false verità nel riflesso delle bugie.
          Non ti credo, vuoi sapere il perché?
          Perché non posso credere che esista una ragazza come te...
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            Scritta da: Francesca Ivone
            in Poesie (Poesie personali)
            I miei occhi si appannano
            Alla vista di quei visi scarni
            Affamati di una vita migliore
            Assetati di giustizia
            Perché mentre noi ingordi
            Mangiamo avidamente
            E ci macchiamo i vestiti di sugo
            E l'anima di puro egoismo
            Loro innocenti vittime
            Mordono l'aria
            E nel migliore dei casi
            Si cibano delle nostre briciole
            I miei occhi si appannano
            Ma io continuo a masticare.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Se il sonno tarda a venire

              Se il sonno tarda a venire,
              per una contratta abitudine
              allo spuntar di solitudini
              da un lumicino di fioca luce
              guidato, tra le ragne dei ripiani
              della memoria mi apparto
              e attento vi rovisto.
              Frugando tra cianfrusaglie
              impolverate, in ordine e catalogati,
              tarmati ritrovo i reperti collezioni
              trafugati alla mia vita andata.
              Sceltone uno a caso,
              sciolgo i nodi dello spago che serra
              il pacco di carta da imballo da quattro soldi
              e con delicatezza certosina lo apro.
              Nella paglia affogati, vi son dentro conservati
              cocci vitrei di franta giovinezza!
              Da tanti pezzi aguzzi tento di ricomporre
              l'oggetto distrutto, il quid, il complemento
              del tutto che rapportato all'emergente di oggi
              a trapassati giorni dia un senso!
              Ora i pezzi collimano, prendono forma
              parvenze di altri accadimenti!.
              Ritrema il cuore indovinando l'allusione
              maliziosa a cui rinvia quel puzzle!
              Ah inquietudini morte, fossili di ideali bruciati,
              interiorità stemperate; larve di illusioni
              abortite e non giunte a compimento,
              sviamenti... storie d'errori!
              Sorretto da un improvvisato puntello
              appena svento un crollo imminente!
              Con ginocchia fatte d'argilla in piedi resto,
              al peso che mi schiaccia e opprime, resisto...
              Riavvolgo il tutto, riannodo lo spago;
              al cuore serro cartoccio di ricordi.
              Il buio emesso dalla notte di un corpo senza luce
              si irradia; riparatrice una speranza non accorre,
              si oppongono le palpebre immobili
              ad altro sogno che non sia menzogna!
              Graffiato a sangue
              da schegge di trascorsi giorni,
              per somma di bruciori perdo i sensi:
              a un torpore ben più profondo
              del sonno assente, più tardi mi darò arreso!
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