Dimmi lampeggio di pupilla bruna da dove oggi giunge la brezza sottile che amorevole il cuore accarezza e come scosso ramo lo fa tremare? Congedatosi l'uggioso inverno, con nuovi tratteggi e sfumature di verde si va ridisegnando la vita con alacre passo riprende vigore. Altra cromìa di filigranate sensazioni ravvivano l'errare dello sguardo rapito or che animula attonita svaga tra madreperlacei colori! Oggi non iroso spumeggia il mare, brilla il verdello tra prosperi pomari, dilaga e ondeggia, tra incolti campi, il rosso dei papaveri pacati parlottano gli esili rivi dei botri Oh precoci annunci di primavera riscossa della povertà della terra che ubertosa si arricchisce di fiori; emozioni che accestite e rinverdite rose e gerani alle finestre del cuore spalancato, da cui lungimirante una speranza ben salda festeggia un divenire di pensieri con occhi intrisi d'amore e di illusioni! Riprendimi solare tepore, dilata i miei atri di dolcezza, innalzami fino alla bellezza pura tra fermenti di luce e di chiarori; circondato da riverberi e coriandoli di sole trepido e irraggiato, dello sbocciare di un nontiscordardimé fammi testimone: addolcito dall'evento, poi lo raccolga e sopra come suggello regale vi imprima l'impronta di un casto bacio augurale prima che in dono, lo offra al mio amore! Ah questo apprendere dal viver non vano senza fine per me vecchio scolaro svogliato!
Solo l'aria può sapere quanto sto maleper te... dopo che ti ho perso, dopo che m sono fidata di te tu mi hai voltato le spalle... io ti amo, e non ti dimenticherò così facilmente come tu hai dimenticato me... ora per te sono una semplice amica... però non saprai mai quanto sto soffrendo per te...
La scintilla impazzita è da un sogno alimentata ma il freddo straniero instabile prosegue la sua vita aspetti in ogni gesto un segno di calore ma ha il gelo nel cuore e vive senza amore di energia positiva pensavi fosse armato col suo sorriso, ingenua, lui ti ha ingannato ma quando hai capito che era tutto un sogno scintilla hai deciso che di nessuno hai più bisogno la forza è da dentro che devi esternare rimboccati le maniche e avvera il tuo sognare.
E se a volte resto spento, e se a volte sto in silenzio, non so cos'è, non so il perché... E se a volte non ti credo, non sai cos'è... Perché, non posso credere che esista una come te... La luce del tramonto mi accompagna in questo viaggio, tanto radio spente è quasi buio e il silenzio non mi dà scampo, e intanto, in questa macchina penso, sigarette accese, tante luci lontane strette al mio petto, lo sai, ormai conosco a memoria la strada, dalla prima volta che l'ho fatta non l'ho più dimenticata, perché, il forte istinto di averti vicino, irrefrenabile voglia di stringere al mio cuore il tuo respiro, davanti a me la strada e i tuoi riflessi sull'asfalto, ogni auto davanti m'incanta con un abbaglio, un filo d'aria mi rinfresca, sento quasi la tua voce che è dolce anche quando a volte mi spezza. Ogni volta un viaggio nuovo, un nuovo desiderio, e sta strada questo lago, queste luci e questo cielo, per guardare i tuoi occhi, per perdere i sensi, un chilometro dietro l'altro per averti... Tutta la strada che farò per te, anche solo per un attimo solo per un istante insieme a te, a volte sbaglio per pazzia, ma, tu resti con me anche quando tutti gli altri se ne vanno via, non ti lascerò mai sola, sei l'unica mia scusa per lasciare perdere qualsiasi cosa, scusa se qualche volta ho sbagliato, scusa se penso troppo spesso ai falsi demoni del mio passato, e ancora è così denso sai, capisci cosa voglio dire anche se a volte resto un po' in silenzio, adoro la tua timidezza, quando non riesci a parlare e respiri con quella tenera dolcezza, troppe paranoie e fantasie, a volte scopro false verità nel riflesso delle bugie. Non ti credo, vuoi sapere il perché? Perché non posso credere che esista una ragazza come te...
Gioca tra le dita nodose imbarazzate il ricordo il rimpianto. Rincorre il tempo. Si ferma... fugge via! Si riaffaccia giusto un secondo, poi via. Una fine eterna, un'immagine evanescente puntellata nella sua lattea commozione. Il grido straziato consolatorio del dolore. Termina. Non ora. Termina!
I miei occhi si appannano Alla vista di quei visi scarni Affamati di una vita migliore Assetati di giustizia Perché mentre noi ingordi Mangiamo avidamente E ci macchiamo i vestiti di sugo E l'anima di puro egoismo Loro innocenti vittime Mordono l'aria E nel migliore dei casi Si cibano delle nostre briciole I miei occhi si appannano Ma io continuo a masticare.
Gioca tra le dita nodose imbarazzate il ricordo il rimpianto. Rincorre il tempo. Si ferma... fugge via! Si riaffaccia giusto un secondo; poi via. Una fine eterna, un'immagine evanescente puntellata nella sua lattea commozione. Il grdo straziato consolatoio del dolore. Termina. Non ora. Termina!
Se il sonno tarda a venire, per una contratta abitudine allo spuntar di solitudini da un lumicino di fioca luce guidato, tra le ragne dei ripiani della memoria mi apparto e attento vi rovisto. Frugando tra cianfrusaglie impolverate, in ordine e catalogati, tarmati ritrovo i reperti collezioni trafugati alla mia vita andata. Sceltone uno a caso, sciolgo i nodi dello spago che serra il pacco di carta da imballo da quattro soldi e con delicatezza certosina lo apro. Nella paglia affogati, vi son dentro conservati cocci vitrei di franta giovinezza! Da tanti pezzi aguzzi tento di ricomporre l'oggetto distrutto, il quid, il complemento del tutto che rapportato all'emergente di oggi a trapassati giorni dia un senso! Ora i pezzi collimano, prendono forma parvenze di altri accadimenti!. Ritrema il cuore indovinando l'allusione maliziosa a cui rinvia quel puzzle! Ah inquietudini morte, fossili di ideali bruciati, interiorità stemperate; larve di illusioni abortite e non giunte a compimento, sviamenti... storie d'errori! Sorretto da un improvvisato puntello appena svento un crollo imminente! Con ginocchia fatte d'argilla in piedi resto, al peso che mi schiaccia e opprime, resisto... Riavvolgo il tutto, riannodo lo spago; al cuore serro cartoccio di ricordi. Il buio emesso dalla notte di un corpo senza luce si irradia; riparatrice una speranza non accorre, si oppongono le palpebre immobili ad altro sogno che non sia menzogna! Graffiato a sangue da schegge di trascorsi giorni, per somma di bruciori perdo i sensi: a un torpore ben più profondo del sonno assente, più tardi mi darò arreso!