Nessuno mi chiama nessuno mi aspetta nessuno mi ascolta: ogni sponda è deserta e deluso io vi guardo. Solo sono io, ripa arsa solo come i viali dei cimiteri nei meriggi assolati; solo come le cime innevate che riverberano di lontano al venire del giorno; solo come petraia di fiume che da millenni abbia perso le sue acque; solo più del passero solitario del recanatese che in primis ammirai. Morto, già mi riconosco... Io sono la zolla tutta asseccata a cui pioggia non ridarà mai più vita e che aspetta di essere interrata; nessuna altro risvolto sospiro all'impigrire del giorno che rintomba. Non ti avvicinare illusione! Dileguati, perderesti il tuo tempo non potrei battere al tuo ritmo l'anima chiusa non ti apre se vi bussi: nel vuoto sono da tanto svanito corporeo fantasma, indarno mi attardo per un mondo che mi ignora! Brezza d'amor più non dubito che possa increspare cuore solo fattosi pozzanghera d'acqua morta.
Vaneggiando spirati eventi, da voi, maritata e madre di più figli, folle evaso da una cella di sogni incanutito odisseo infelice ritorno! Orsù, non me ne vogliate se per una volta, irriconoscibile, emerso da una voragine di tempo, infrangerò la ferrea legge che disciplina le nostre separate esistenze, se inquirente estorcerò nuove o vecchie verità sui vostri giorni, la confessione con cui, compunta e a malincuore, ammetterete arrossendo che qualcosa di me in voi pur sia sopravvissuto; che talvolta, al viver di un ricordo, il cuore in segreto riattizzato, e a mia insaputa, abbia poi tremato. Il tempo dell'assenza, ove regna fatale il silenzio, è senza fine: non posso percorrerlo fino in fondo e negarmi di renderlo sonoro! Lasciate che qualche facella, un lustro io strappi al buio che mi accompagna in queste orripilanti lande disseminate di carcasse interiori e spenti accadimenti. Sullo spartito del cuore orchestrale, sapete, le note d'amor che innamorata appuntaste, sopravvivono indelebili: fughe di attimi felici risuonano nella casa delle mie risonanze e vibrante il cuore vi si riaccorda. Pur se amor continuerà, chissà per qual arcano prodigio, a fruttificare tra sabbie e pietraie e all'arsura del mio deserto negata sarà ogni fonte che la calmi, non temete: remissivo obbedirò come predestinato alla mia sorte, ma ingenerosa non privatemi di una intenerita parola, dell'illusione di aver rubato un luccichio dai vostri occhi. Incurabile, mi riprenderà la nostalgia tra le sue braccia; baccello vuoto ritornerò ad essiccare al sole; mi condurrà la morte un giorno tra plaghe di ammortate presenze. Dalle strade da voi percorse, caduti fitti fiocchi d'oblio si cancellerà il tangibile segno di ogni mia traccia; acquietata, per altri abbrivi e senza indugio riprenderete il cammin vostro archiviando l'infausto verdetto emesso dal tribunale del cuore per un errore d'amore: errore da voi perpetrato, e da me, condannato, nell'ombra sofferto. Forse un giorno, in un vicolo, o sulla collina dove ci avvampò un bacio, o in un bosco, sotto un pino seduto, tra pause di vento, guardando aghi cadere, ancora, a voi perduta, come flutto alla riva, improvviso andrà il pensiero ed esclamerò un nome, un nome (il vostro nome!) che per apòcope diventa rosa e da anni mi ricorda la pena alla sepoltura di un sogno.
Struggenti immagini che passano per questi occhi... Occhi, labbra e parole amate...
E non bastano mille e mille lacrime a riempir questo vuoto che in me cresce a dismisura... E non bastano silenzi a colmare il dolore creatosi.
A capo chino cammino...
A passo lento contro il mio destino, a ricordar scene passate, a sognar su scene future...
A piangere su tutta la vita bevuta a gran sorsi fino ad ora...
Che queste lacrime puliscano la mia anima, che queste lacrime puliscano il mio cuore, che queste lacrime puliscano la mia mente, che queste maledette lacrime cambino il mondo... perché così è troppo duro per esser vissuto.
Nell'arco dei millenni sorgeranno milioni di nuovi soli mattutini e milioni di nuovi giorni... ma! Nell'arco della mia breve esistenza vivrò solo per un solo Sole che mi illuminerà i miei giorni. Tu per me sei proprio questo.
Se incontrando e incrociando uno sguardo, le parole diventano marginali e successivamente fiorisce un silenzio dove la sua fragranza ti rapisce; ci sono buone possibilità, che il tutto possa sbocciare in un "bacio".
Asseconda i capricci del vento la foglia superstite sul ramo brullo trai i campi o sui muriccioli nessun fiore riceve raggi di sole da un cielo biavo e trasparente. Mite letargo di natura: un pieni nulla par avvenire spoglia la vita nega i suoi sorrisi l'animo, triste fatto, reclina il capo. S'aprirà un valico alla floridezza e tornerà il colore delle selve irromperà il getto di una linfa ansia di verdeggiare siepi e alberi domani auspichiamo. Oh quante volte si muore e si risorge secca e straripa amore tacciono e borbottano le voci dei lontani fiumi! Aspettiamo senza impazienza un sortilegio, diamo più credito alla speranza, accoriamoci alla persuasiva voce che ci intima di attendere e scaccia dal sangue la precognizione della morte. Cuore strepita! Dubbioso non attendere per risalire un palpito, abbozza spiragli: un giorno, nell'euforia di un cambiamento, sorpresi, risorgeremo senza dolore tra urli di vita e ritinteggiate illusioni.
Dove vorrei essere? Proprio lì, lì dove i sogni non hanno fine, dove tutto può accadere, dove si sorride al nuovo giorno e si vive di tenere emozioni, dove i colori sono nitidi e le persone vere, dove si decide sempre la cosa giusta e sei fiero di essere vivo. Vorrei tanto trovarmi nel tuo regno: re del sorriso.
Possono i ricordi vivere per te? E possono le scelte decidere della tua vita? Ed i sogni, i sogni che posto hanno nella nostra quotidianità? Ho accantonato il sorriso, perché passano i giorni e sempre le stesse domande restano ancora senza risposta. Sorridere per continuare a vivere? O continuare a vivere per sorridere?
Io per te non conto. Un amore nato Quando nevica la frasca. Mi manchi, Ti penso, Mi mordo le dita, Ti aspetto con il cuore che palpita, Ti aspetto, Ma non arrivi. Mi vedi amica. Io per non perdere l'amicizia, Accetto. Soffro. Mi manchi. Ti voglio. Ed ancora Io per te non conto.