Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

La città del sole

La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all'altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall'ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,
la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
È vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t'appare.
Ma ciò appaga l'occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l'indifferenza che viene dall'alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s'affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Alessandro Bonfanti
    in Poesie (Poesie personali)

    Tra la folla

    Attorniato da una miriade di persone normali
    puoi scovare in mezzo quella folla,
    magari un po' nascoste,
    delle anime speciali.
    Alcune ti regaleranno soltanto qualche splendido momento,
    altre diverranno i tuoi migliori amici
    e ti seguiranno in ogni passo della tua esistenza.

    Prego perché ognuno su questa terra
    abbia accanto a sé qualcuno di speciale
    che lo guidi e lo protegga durante la vita,
    così come io ho affianco a me
    voi, persone stupende
    che non finirò mai di ringraziare
    per tutto ciò che mi donate
    e l'unico modo che trovo io di sdebitarmi
    è scrivere queste piccole poesie
    sperando soltanto che vi piacciano
    e che altre anime nobili come voi
    le possano leggere e apprezzare.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: *marta*
      in Poesie (Poesie personali)

      La croce rossa

      La croce rossa è la mia anima
      senza la quale non potrei vivere.
      La croce rossa è la tavolozza della mia vita
      dalla quale attingo i colori più belli.
      La croce rossa è il respiro,
      è il pneuma che mantiene ancora in vita gli uomini.
      La croce rossa è un altro mondo
      dove ti liberi dei tuoi problemi e ti diverti.
      La croce rossa è la tua famiglia
      con il tuo babbo e la tua mamma e...
      con i tuoi fratelli.
      La croce rossa è l'atomo,
      che compone la molecola,
      che compone la cellula,
      che compone la vita.
      La croce rossa è l'albero
      dal quale prendo i frutti più succosi.
      La croce rossa è l'energia
      data da una costante
      moltiplicata per la voglia di vivere e di donare al prossimo.
      La croce rossa è l'amore
      la croce rossa è la fiamma
      che accendi nel tuo cuore
      quando un tuo compagno ti tende la mano.
      La croce rossa è il fiore più bello
      tra tanti.
      La croce rossa è mille altre cose e molte di più
      la croce rossa è la lacrima
      che ti bagna le guance
      che ti rinfresca il viso.
      La croce rossa siamo noi
      noi siamo fatti d'amore e...
      la Croce Rossa è amore!
      Vota la poesia: Commenta
        in Poesie (Poesie personali)

        Nessuno mi chiama

        Nessuno mi chiama
        nessuno mi aspetta
        nessuno mi ascolta:
        ogni sponda è deserta
        e deluso io vi guardo.
        Solo sono io, ripa arsa
        solo come i viali dei cimiteri
        nei meriggi assolati;
        solo come le cime innevate
        che riverberano di lontano
        al venire del giorno;
        solo come petraia di fiume
        che da millenni
        abbia perso le sue acque;
        solo più del passero solitario
        del recanatese che in primis ammirai.
        Morto, già mi riconosco...
        Io sono la zolla tutta asseccata
        a cui pioggia
        non ridarà mai più vita
        e che aspetta di essere interrata;
        nessuna altro risvolto sospiro
        all'impigrire del giorno che rintomba.
        Non ti avvicinare illusione!
        Dileguati, perderesti il tuo tempo
        non potrei battere al tuo ritmo
        l'anima chiusa non ti apre
        se vi bussi: nel vuoto
        sono da tanto svanito
        corporeo fantasma,
        indarno mi attardo
        per un mondo che mi ignora!
        Brezza d'amor più non dubito
        che possa increspare cuore solo
        fattosi pozzanghera d'acqua morta.
        Vota la poesia: Commenta
          in Poesie (Poesie personali)

          Una lettera non recapitata

          Vaneggiando spirati eventi,
          da voi, maritata e madre di più figli,
          folle evaso da una cella di sogni
          incanutito odisseo infelice ritorno!
          Orsù, non me ne vogliate
          se per una volta, irriconoscibile,
          emerso da una voragine di tempo,
          infrangerò la ferrea legge che disciplina
          le nostre separate esistenze,
          se inquirente estorcerò nuove
          o vecchie verità sui vostri giorni,
          la confessione con cui, compunta
          e a malincuore, ammetterete
          arrossendo che qualcosa di me
          in voi pur sia sopravvissuto;
          che talvolta, al viver di un ricordo,
          il cuore in segreto riattizzato,
          e a mia insaputa, abbia poi tremato.
          Il tempo dell'assenza, ove regna
          fatale il silenzio, è senza fine:
          non posso percorrerlo fino in fondo
          e negarmi di renderlo sonoro!
          Lasciate che qualche facella, un lustro
          io strappi al buio che mi accompagna
          in queste orripilanti lande disseminate
          di carcasse interiori e spenti accadimenti.
          Sullo spartito del cuore orchestrale,
          sapete, le note d'amor che innamorata
          appuntaste, sopravvivono indelebili:
          fughe di attimi felici risuonano
          nella casa delle mie risonanze
          e vibrante il cuore vi si riaccorda.
          Pur se amor continuerà,
          chissà per qual arcano prodigio,
          a fruttificare tra sabbie e pietraie
          e all'arsura del mio deserto
          negata sarà ogni fonte che la calmi,
          non temete: remissivo obbedirò
          come predestinato alla mia sorte,
          ma ingenerosa non privatemi
          di una intenerita parola,
          dell'illusione di aver rubato
          un luccichio dai vostri occhi.
          Incurabile, mi riprenderà
          la nostalgia tra le sue braccia;
          baccello vuoto ritornerò
          ad essiccare al sole;
          mi condurrà la morte un giorno
          tra plaghe di ammortate presenze.
          Dalle strade da voi percorse,
          caduti fitti fiocchi d'oblio
          si cancellerà il tangibile segno
          di ogni mia traccia; acquietata,
          per altri abbrivi e senza indugio
          riprenderete il cammin vostro
          archiviando l'infausto verdetto
          emesso dal tribunale del cuore
          per un errore d'amore: errore
          da voi perpetrato, e da me,
          condannato, nell'ombra sofferto.
          Forse un giorno, in un vicolo,
          o sulla collina dove ci avvampò un bacio,
          o in un bosco, sotto un pino seduto,
          tra pause di vento, guardando aghi cadere,
          ancora, a voi perduta, come flutto alla riva,
          improvviso andrà il pensiero
          ed esclamerò un nome, un nome
          (il vostro nome!) che per apòcope
          diventa rosa e da anni mi ricorda
          la pena alla sepoltura di un sogno.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Leandro Mancino
            in Poesie (Poesie personali)

            Ricordi

            Struggenti immagini che passano per questi occhi...
            Occhi, labbra e parole amate...

            E non bastano mille e mille lacrime a riempir questo vuoto che in me cresce a dismisura...
            E non bastano silenzi a colmare il dolore creatosi.

            A capo chino cammino...

            A passo lento contro il mio destino,
            a ricordar scene passate,
            a sognar su scene future...

            A piangere su tutta la vita bevuta a gran sorsi fino ad ora...

            Che queste lacrime puliscano la mia anima,
            che queste lacrime puliscano il mio cuore,
            che queste lacrime puliscano la mia mente,
            che queste maledette lacrime cambino il mondo...
            perché così è troppo duro per esser vissuto.
            Vota la poesia: Commenta
              in Poesie (Poesie personali)

              Asseconda i capricci del vento

              Asseconda i capricci del vento
              la foglia superstite sul ramo brullo
              trai i campi o sui muriccioli
              nessun fiore riceve raggi di sole
              da un cielo biavo e trasparente.
              Mite letargo di natura:
              un pieni nulla par avvenire
              spoglia la vita nega i suoi sorrisi
              l'animo, triste fatto, reclina il capo.
              S'aprirà un valico alla floridezza
              e tornerà il colore delle selve
              irromperà il getto di una linfa
              ansia di verdeggiare siepi e alberi
              domani auspichiamo.
              Oh quante volte si muore e si risorge
              secca e straripa amore
              tacciono e borbottano
              le voci dei lontani fiumi!
              Aspettiamo senza impazienza
              un sortilegio, diamo più credito
              alla speranza, accoriamoci
              alla persuasiva voce che ci intima
              di attendere e scaccia dal sangue
              la precognizione della morte.
              Cuore strepita!
              Dubbioso non attendere
              per risalire un palpito,
              abbozza spiragli: un giorno,
              nell'euforia di un cambiamento,
              sorpresi, risorgeremo senza dolore
              tra urli di vita e ritinteggiate illusioni.
              Vota la poesia: Commenta