No, non smetterò mai di cercarti, dovessi andare in capo al mondo; sono io, sono io che ho la chiave, la chiave del tuo cuore... Ti cerco in lungo, ti cerco in largo, la speranza di trovarti non svanirà mai e quando finalmente i nostri sguardi si incrocieranno, le nostre mani si sfioreranno i nostri cuori batteranno, allora, solo allora, potrò aprire il tuo cuore e liberare l'amore che tieni rinchiuso gelosemente, e finalmente amarti, amarti con l'amore che accumulo da anni in tua attesa... Ti sto aspettando, con le chiavi in mano, mostrati e rendimi la persona più felice a questo mondo, mostrati e ti regalerò momenti indimenticabili, mostrati e ti regalerò il sole, la luna e le stelle, mostrati e ti renderò orgogliosa come non mai, mostrati e ti amerò per sempre. Ma non farmi soffrire, mai... io farò lo stesso, ma non mancarmi di rispetto, mai... io farò lo stesso, ma non mentirmi, mai... io farò lo stesso... Ti sto aspettando, portami il tuo cuore, portami il tuo amore...
Aveva accorto scandagliata tutta la sfera cupa il tuo cuore impietrito cercando pertugi e fessure da cui traspirasse una luce. Or sguscia e riappare il sereno dallo squarcio inatteso dietro fioccose trame di ragnatele. Disgregati, diffusi nembi si sfilacciano, già lontani si disperdono senza tracce: al chiaro si converte lo scuro neonate immagini ti ridono. Camminante, pur solo ricolmo sei d'infinito! Alacre ti si spiana l'illusione fermenti risalgono dal cuore; ti racconti, fatto diverso. Vivere vuoi e ti ritempri, come posseduto ti scagli sulla vita, ne spii gli atti per impedirle di rimordere di sciabordarti ancora! Ai polsi alacre preme la volontà primordiale che accalda e avvampa; il tuo volto, disteso è or al par di quello arrossato di divertito invitato che goda una festa in atto. E quando pur l'ombra fluisce e ritorna allo sgranar di mesti ricordi ancor barlumi scoccanti scorgi dalla radura ove bivacchi se scruti la sorella notte che sentinella del cielo fiduciosa come or tu fraterno cambio aspetta dal puntuale giorno.
Disvela gli umori del tuo cuore e sulle labbra umettati li sparge il bacio improvviso che mi dai. È in quell'atto, nella frescura che giunge, che si disincaglia la mia vita, chiglia in avaria arenata tra sirti di malinconie. È la tua bocca: ampia, sensuale, ineffabile dolcezza colta nel protrarsi di un abbandono, che mi sospinge fuor dalla secca e per il petto diffonde aromi e tintinnio di emozioni, che l'anima insuffla all'esaurirsi di ansanti frammenti di respiro. Non più vago sfuggente precario un amor di essere ritrovo, al suo braccio forte mi avvinghio per lasciarmi condurre festoso nel piazzale della meraviglia alla sagra di nuovi sapori di vita. Insaturo di te, non potrò mai dirti: arresta i tuoi baci. Bagnami di essi! Rovescia il mare del tuo amore sulla secchezza delle mie pieghe allegra conduttrice del mio destino. Trasvoliamo, cogliamo sogni per noi allo sfiorare soave di labbra che anelano albe di focosi baci.
Puoi tu impedire al flutto di non lambire la proda a una brezza serale di non accarezzare una chioma o al calore di non abbandonare il ceppo che brucia? Così si manifesta il respiro del vivente: è nello svolgersi del suo fluire che scrive la matrice degli atti del suo essere; la vita sempre irrompe se non è quiescente e la morte sgambettata solo tardi trionfa! E così ti telefono a mitraglia ti scrivo come un condannato incessante ti penso, ti riproduco invaso di dolcezza, rinnovo con un ritmo forsennato la volontà e il piacere di esserti accanto; non è una pressione, un incalzare un attrito che vuole affaticare il tuo viaggio ma il dispiegarsi raggiante di un'anima, l'amore che, come acqua nella conduttura di due vasi comunicanti, fluisce per raggiungere livelli uguali. È come il miracolo del seme che vuol farsi gemma e frutto nel deserto e porta dentro di sé altra vita. Segregare l'istinto lo spirito o un pensiero è la più gratuita assurda violenza commessa contro sé stessi: replicare la nostra genuinità e mai stupirci del suo perpetuarsi è la complessa meccanica con cui impedire epiloghi non voluti all'inevitabile svuotarsi della clessidra che misura il lasso di tempo che ci è dato.
È quando la vita qual carcassa di sogni e di speranze orrida appare e mi spaventa che al rifugio del tuo amore corre il cuore mio tremante. Fuor di esso non troverei nulla: uomo, finito, consapevole di essere per caso a questo mondo, oscurati agli occhi l'erba, i monti il cielo e il mare corpo in attesa di essere calato in un sonno profondo, stramazzerei all'insensato e disumano. È accanto a te, reale o immaginata, che come nuvole al sole si disciolgono i miei grumi di paura e l'animo ritrova accenti note e toni; è come un risveglio, più di un altro nascere, da cui sia bandita l'irragionevolezza del vivere, il ritrovarti e sentir che sono. A te mi appoggio come ad un muro quando il peso dei pensieri mi stanca: poi s'appressa si erge e urge il bisogno incessante di toccarti di avvertire uno sfioro di carne viva che mi risparmi da un annichilire. È codesta possibilità di amare che mi offri che divino scrolla l'improvvisa paura di svanire e inficia le malefatte del tempo. Angelo salvifico, non si dispiumi come flabello al vento il prodigio che ci bacia, fasci di luci intensi giungano dalle tue pupille e tutto ancora non ci sia negato nella inauspicata congettura che si acceleri il passo della vita.
Troppo piccoli e indifesi per questo mondo... Guardami... guardaci... A dirci ti amo... stretti in un solo abbraccio, un attimo sacro... Guardami... guardaci...
Guardami e salvami, dì quel che devi dire... ora che non fa più paura... Guardami amore... guardami e ama... Guardaci amore... guardaci e sogna... Guarda... non più con gli occhi ma col cuore, non più il mio viso ma la mia anima. Spogliami... spogliami tutto... il cuore, il cervello, l'animo... il corpo.
È una vita che ti aspetto... ora che sei qui non voglio perdermi un sol attimo con te. Ora che sei qui coglierò l'attimo, ogni attimo perduto ora lo coglierò... star con te è un così prezioso presente che solo assaporarlo rende vivi... divini... intoccabili. E mi sento un Dio... giuro, un Dio. Guardami... guardaci... Troppo deboli per questo mondo... ma che importa? Bastiamo noi... il resto andrà da sè... e non resterà giorno tranquillo, senza problemi, ma andrà bene così, è un prezzo ragionevole pur di avere te.
Tutto è ragionevole pur di averti... tutto è ragionavole pur di poterti amare. E quel ti amo... ah... se potessi risentirlo mille e mille volte io lo farei, mi ci addormenterei la notte e risveglierei il mattino. Risuona nella mia mente... risona tutto... E tocco il cielo con un Dio, fin lassù... dove finisce il cielo... e inizia un altro mondo, il nostro.
A volte mi fermo chiudo gli occhi e ascolto la melodia più bella che il mondo mi potesse regalare... il battito di un cuore. Una mano sfiora la tua pelle una bocca bacia le tue labbra un respiro si unisce al tuo ed è proprio in quel momento che quella meravigliosa melodia si unisce ad un'altra e danzano danzano danzano ininterrottamente ma ecco... i miei occhi si schiudono... Silenzio, tutto ormai tace.
So che tu non mi ami ma io continuo ad amarti, ti amo quando soffro, quando mi illudo, quando bagno il mio cuscino di lacrime, ti amo quando so che è inutile sognarti! Ancora una volta mi ritrovo a scrivere per te, a piangere per te, in questo momento stai baciando un'altra, e ti muovi in abbraccio che non sarà mai più il mio. Vorrei tanto dimenticarti. E quando sembra che sono quasi arrivata a cancellarti completamente dal mio cuore, basta un tuo sguardo, una tua parola per far riaffiorare tutto quello che provo per te. Sembri marchiato a fuoco sulla mia anima che mai aveva sofferto tanto quanto in questo momento. Provo a convincermi che ti odio ma in realtà non è così ti odio per non amarti! Mai leggerai queste mie parole e mai saprai quello che provo e quello che sei stato per me Sarai sempre convinto che svanirà o forse per te già è svanito, perché magari per te non sono stata niente... Anche se un giorno m'innamorassi di un altro sono sicura che tu sarai sempre nel mio cuore e niente ti potrà cancellare perché ti voglio troppo bene.