Dove vorrei essere? Proprio lì, lì dove i sogni non hanno fine, dove tutto può accadere, dove si sorride al nuovo giorno e si vive di tenere emozioni, dove i colori sono nitidi e le persone vere, dove si decide sempre la cosa giusta e sei fiero di essere vivo. Vorrei tanto trovarmi nel tuo regno: re del sorriso.
Possono i ricordi vivere per te? E possono le scelte decidere della tua vita? Ed i sogni, i sogni che posto hanno nella nostra quotidianità? Ho accantonato il sorriso, perché passano i giorni e sempre le stesse domande restano ancora senza risposta. Sorridere per continuare a vivere? O continuare a vivere per sorridere?
Io per te non conto. Un amore nato Quando nevica la frasca. Mi manchi, Ti penso, Mi mordo le dita, Ti aspetto con il cuore che palpita, Ti aspetto, Ma non arrivi. Mi vedi amica. Io per non perdere l'amicizia, Accetto. Soffro. Mi manchi. Ti voglio. Ed ancora Io per te non conto.
Si dispera e pesticcia il bambino il palloncino appena ricevuto in dono sfuggitogli dalle dita è volato via -di che colore era? - ancora si chiede. Attaccate ad un filo, transienti quante cose in un niente la vita con uno strappo ci sottrae. Pulsa il tempo e complotta sparizioni, del pensiero dell'attimo prima nulla ci resta, non una minima traccia persiste sui sedimenti del ricordo, molti estinti annovera la memoria allo scroscio dei giorni e delle ore, silenzi di sincope s'immillano al muto distaccarti da ombre. Si buccina che nessun possesso sia sicuro, che ogni certezza sia momentanea che la speranza fugga prima di essere degustata che l'illusione sia piuma al vento. Finché si può, tra fiotti si galleggia un vortice, poi, inesorabile, nient'altro.
Se è in bianco e nero e non a colori che ti ho ritratta sul frontespizio da quattro soldi della silloge che ti ho dedicato che importa: acceso e smagliante il tuo sorriso per me mai muta: mirando la donna amata, rapido giunge e riparte fischiettando e svaporando sempre un treno strapieno di emozioni! Magnificata dal cuore, solare e bella più che mai incessante in me amor t'effonde nessun spessore ci separa: la tua pelle è la mia. Anime fuse in uno stesso corpo chi può disunirle! Lievitate e alate, in volo su nel cielo azzurro se abbiano insieme un peso poi è ancora da vedersi! Amore, ultima corda della mia cetra bisogna pure che ti persuada del tutto che non nel sonniloquio ma è nel giorno che sei il mio pensiero, il mio necessario, il fuso su cui avvolgo la speranza, la mano che allontana le forbici di Atropo dall'invisibile filo a cui tremante è sospesa ogni vita la gattona senza unghie con occhi dolci che accarezzo e invispita mi fa le fusa.
Un'auto al primo appuntamento mi portava, quante raffiche di dubbi feroci spiravano sul mio cuore mentre alla meta mi avvicinavo. Giunto che vi fui, stordito da emozione, la tua figura poco distante mi additavi. Il tempo di guardarti, due baci veri sulle tue guance scoccai Mi si strinse il cuore: anche per me nel mondo qualcuno c'era che mi cercava! Non disagio, non stupore al primo abbraccio quasi nell'ombra: se vero fosse il sogno più non dubitai! Ah qual trapasso di gioia al batticuore che al tuo si accordava! Occhi addolciti i tuoi e i miei, inteneriti ascoltavano stupiti il cuore cantare a squarciagola: un attimo cancellò anni amari da ricordare l'aria curante della vita ricevemmo in viso si scrostò il dolore e pentito scappò via. Labbra mute da anni divennero ciarliere aride si inumidirono per scrosci di baci. Nell'attesa di un giorno d'amore autentico si può morire di illusione molti dicono: noi lo smentimmo, fu lo sguardo della gente su noi rivolto a dirlo quando la mia e la tua mano si strinsero e in una intuizione ci mossero ad altra vita. Licenzierò per sempre la serva illusione or che da sogno ti sei fatta carne viva. Ti tocco ti vedo ti ascolto: bella più di un sogno ti percorrono i miei sensi più non lotta l'ammalata speranza tra vita e la morte. Seduci il mi corpo, accarezzalo con l'anima tua amore, non volger la pupilla altrove, fissa l'uomo che ti sorride con occhi abbelliti e grati che come rugiada brillano quando le tue labbra posi sulle mie! Muori e scompari menzogna, via all'incedere dei passi dei nostri cuori. Nessuno più ci riconosca qual fummo e si soffermino su quel che ora siamo. Vieni diletta, svaghiamoci tra i colori del mare e del cielo, oltrepassiamo il limite in cui si incontrano baciandosi il cielo e il mare, andiamo là dove l'orizzonte non arriva mai.
Non so cosa io sia o sembri non mi congratulo con me stesso né mi infirmo o mi confermo appena mi riconosco talvolta fuscello trasportato dal vento sui pendii del tempo. So, a mie spese, che il vivere è un grattacapo da vertigini e distinguere, se sei stato fosti o diverrai è impresa impossibile e avventata. Senza orientamento si ondeggia tra intrighi di supposizioni con altri te stessi mai compresi. Imperfetti o perfetti ci si declina a secondo del momento e il distinguersi nella chiarità è solo l'ameno artificio per raggirare un nulla opaco che senza fisionomie ci ritrae. Se ritrovi e fissi il verso della tua vita svalutata c'è sempre poi qualcuno pronto a mostrarti il recto e così tra conversioni per riapprezzarti ti esamini; ma il titolo non cambia a seconda del contesto e per la precarietà pregnante non ci sono cure salvifiche né le parole ancor dispongono dell'obiettivo con cui scattare l'istantanea che mostri integre le luci, le ombre e i colori dei paesaggi attraversati dal cuore.
All'appello dei vivi già da tempo molti risultano assenti. Un giorno, anch'io di sicuro sollevato dall'onere di apparire riceverò un biglietto di solo andata e certo non potrò rifiutarlo. Afferrati per fato nella rete strapiena dei vivi reclamati da chissà chi bisognerà andare non so dove. Alla lotteria della terrenità nessun numero finito può evitare di essere estratto: è solo questione di indovinare quanto prossima o remota sia la probabilità dell'evento: cabala non vi è che lo escluda! Pure è da scartare che abbia un senso ma, ineluttabile, prima o poi il boomerang della vita ritorna al punto da cui venne lanciato. Il corpo, ossia il Tutto alla stracca, costretto sarà a varcare l'atra linea che lo separa dalla morte: nulla scongiura il benservito del tempo ed evita lo sbarco sul molo delle ombre. Almeno per questo e per una volta finalmente non potremo non dire di non essere tutti uguali. Per un frangente, rinsaviti smetteremo di azzuffarci per sostenere, falso, il contrario.
Vita flagellante, placa e sospendi la furia delle spume di agro-oscuro che martellano assidue e furiose le deboli fiancate del mio cuore! Riposami, non ne posso più di vivere nella tempesta con mille falle, incagliato, impedito a poche miglia dal bagnasciuga ove forse vano mi aspetta un amore. Su frangiflutti d'incomprensione troppe volte la prua del destino è sbattuta e pur sono stato risparmiato dal gorgo: ne rammento l'inferno attorno! Ah riverso, inane fossi affondato in quello sbattimento di acque intorte annegata anche sarebbe l'illusione di una scialuppa di salvataggio svanita la linea dell'orizzonte da dove estenuato la luce di un faro tante volte invocai e mi promise salvezza. Vita, vita vestimi di ali o di vele ingaggiami nell'impresa di essere per intero, un istante rendimi pace nel convulso tempo che scorre fugace! Malasorte che t'avventi mai stanca su me ridotto a ben poco non scandire più gli istanti che vivo: troppo langue il cuore smarrito un uomo senza futuro né ricordi si tramuta a fantoccio senza volto al mesto avvicendarsi dei giorni!
Si arriva ad un punto in cui è difficile tornare indietro tu lotti ma vai contro corrente contro tutto contro un muro invisibile ti colpisce, ti stona non capisci continui a sbattere cerchi di sfondare la barriera fino a quando hai forza fino a quando ti dice il cuore ma la forza diminuisce il cuore non regge lo sforzo decidi di rinunciare ed è lì che... ed è lì che hai perso hai perso la voglia di continuare di sperare in un mondo migliore ti arrendi non puoi fare più nulla la verità è che sei stanco stanco di lottare stanco di sbattere contro un muro che non vuole cedere e allora cedi tu e li tutto finisce tutto si spegne è la fine... il mondo ti volta le spalle un mondo triste tu non capisci ci tenti, ma non capisci hai dato tutto te stesso ed il dolore è più forte devi solo accettare senza più combattere senza più credere di poter migliorare un mondo così... che triste mondo. Devi solo... girarti e continuare proseguire per altre vie.