Scritta da: Roger Berardi
in Poesie (Poesie personali)
Luce
A volte non è necessario
risplendere come il sole;
basta un angolo di luce
calore di una stella
visibile fino al mattino.
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A volte non è necessario
risplendere come il sole;
basta un angolo di luce
calore di una stella
visibile fino al mattino.
Che emozione...
Quanto ho pianto...
Piccola mia sei arrivata in un momento della mia vita
in un momento difficile della mia vita.
Avevo bisogno di qualcosa che mi facesse dimenticare i problemi
avevo tanta paura...
Ma poi sei arrivata tu.
Che sensazione stupenda...
Ti osservo mentre dormi accanto a me su questo letto.
Unito per l amore, per la voglia di stare vicini,
anche quando nella dolcezza del sonno
si è distanti con gli occhi della mente.
Non ero mai stata così bene;
Tutto ad un tratto protetta, desiderata,
accarezzata e amata,
in una sola notte coccolata.
Dieci agosto una data da ricordare;
la prima notte di queste notti passate, consapevoli di risvegliarsi insieme.
Ora sono qui su uno di quei letti
che scrivo...
Uno di quei letti che aspettano una nuova luna per rincontrarsi.
Ti guardavo distratta per la per la prima volta...
Ti ho visto lontano;
tu che mi osservavi, io che ti ignoravo...
Non volevo un altro sguardo, un altro cuore, ma non so perché nella mia mente
scorrevano immagini diverse.
È stato solo un attimo, lo so...
Ma per quell attimo quella sera ti ho fatto stare male
ed è proprio per quell attimo che io non mi potrò mai perdonare.
Ero solo una bambina, frutto di un amore...
Ingenua sono caduta, mi sono rialzata...
ho pianto, ho riso...
ho perso la via...
ho cercato tanto e ora...
Sono solo una schiava dei suoi occhi... lavoro duramente, con impegno
per provocargli emozioni;
Ma non
sono una schiava come le altre:
non chiedo nulla in cambio... davvero...
Sarò forse solo una donna...
Sempre ingenua, sempre schiava di un cuore che
se mi vorrà lo continuerò a seguire
in quella via in cui credevo di essermi smarrita.
Taci stupido orgoglio
smorza l'insorta rancura
che deluso come fuoco mi brucia!
Inviperito non sospingermi
abbuiato sull'orlo del pendio
che scoscende fino alla fossa:
abboniscimi, giungere là non voglio
così infangarmi non posso...
Pur se amor in petto infuria
ma nulla lo cura o la carezza
di una mano lo sfiora, ancora
zitto zitto nell'ombra restiamo
e facciamo finta di niente.
Impietoso non ricordarmi
che offrir volevo in dono
a chi non sapeva che farsene
l'oro colato dai miei sospiri.
Luce non può raccogliere
chi ha già occhi chiusi
fragore di cuore non scuote il sordo:
sasso egli resta agli scoppi di spolette
d'amore tutto assorto nel suo torpore!
Ah cuore, cuore immiserito
come ieri non te ne sei accorto!
Randeggiare, non approdare
questo ci poteva essere concesso...
quando avvistammo l'isola dei sogni!
Dopo affondo per vortici d'assenza
ora puro marame ogni riva ci respinge;
sull'animo da inganno fatto diaspro
un soffiar di giorni cosparge le spente
ceneri di un ultimo ceppo di illusioni!
Taci, taci impennato orgoglio
attizzato e indignato non insorgere
non inveire contro l'Invisibile
o chiunque altro umano fariseo
che appostato nel silenzio ci derida!
Andiamo, proseguiamo pure...
spogliati di miraggi e di speranze
continuiamo il gravoso viaggio.
Dalla prigionia del corpo
sforziamo un sorriso;
finti vivi e maschera, affettiamo
un cordiale gesto di saluto
rivolti al passante ignaro
che incontreremo domani;
a chi estraneo, al cuore
mai appuntamento potrà dare.
Poiché si dice
che tutto venga dal mare
e ognuno sempre torna dove è nato,
taglia gli ormeggi
e scosta cuore timoniere!
Sotto voce abbandoniamo
questo attracco di malinconie,
via da questa terra ferma
ricoperta di secce aride
or che alta è la marea!
Addio terra ferma,
coste di tenebre
montagne d'angoscia
dinieghi di germogli
acque morte
mattatoio di sogni!
Mare, primigenio nascere,
se rigenerato ti solco
mostrami i tuoi confini,
dal vento mi giunga
un soave eco qual ammalio
di mitiche sirene;
riflesso dal tuo specchio
riappaia il biavo firmamento!
Cuore, raccogli la bottiglia
entro cui è scritto il tuo destino:
pompa il mio sangue nelle vene
al par di un rabido vortichio
che s'avventi e speroni rocce,
cavalca questi flussi,
danza su queste crespe:
tra le schiume e i fiocchi
di neve degli spruzzi
ritrova la felicità del sughero
che sui marezzi fluttua!
Abbacinato da scotoma
scintillante, al risveglio
di una luce mattutina,
non ti smarrire:
bussola e timone riprendi
segui tra apriche volte
la scia di raggi dorati
naviga allo zenit e non voltarti!
Procellarie, portatemi
lontano dalle burrasche.
Guidate la mia prima rotta
diretta al sereno di altri giorni!
La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all'altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall'ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,
la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
È vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t'appare.
Ma ciò appaga l'occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l'indifferenza che viene dall'alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s'affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti.
Attorniato da una miriade di persone normali
puoi scovare in mezzo quella folla,
magari un po' nascoste,
delle anime speciali.
Alcune ti regaleranno soltanto qualche splendido momento,
altre diverranno i tuoi migliori amici
e ti seguiranno in ogni passo della tua esistenza.
Prego perché ognuno su questa terra
abbia accanto a sé qualcuno di speciale
che lo guidi e lo protegga durante la vita,
così come io ho affianco a me
voi, persone stupende
che non finirò mai di ringraziare
per tutto ciò che mi donate
e l'unico modo che trovo io di sdebitarmi
è scrivere queste piccole poesie
sperando soltanto che vi piacciano
e che altre anime nobili come voi
le possano leggere e apprezzare.
La croce rossa è la mia anima
senza la quale non potrei vivere.
La croce rossa è la tavolozza della mia vita
dalla quale attingo i colori più belli.
La croce rossa è il respiro,
è il pneuma che mantiene ancora in vita gli uomini.
La croce rossa è un altro mondo
dove ti liberi dei tuoi problemi e ti diverti.
La croce rossa è la tua famiglia
con il tuo babbo e la tua mamma e...
con i tuoi fratelli.
La croce rossa è l'atomo,
che compone la molecola,
che compone la cellula,
che compone la vita.
La croce rossa è l'albero
dal quale prendo i frutti più succosi.
La croce rossa è l'energia
data da una costante
moltiplicata per la voglia di vivere e di donare al prossimo.
La croce rossa è l'amore
la croce rossa è la fiamma
che accendi nel tuo cuore
quando un tuo compagno ti tende la mano.
La croce rossa è il fiore più bello
tra tanti.
La croce rossa è mille altre cose e molte di più
la croce rossa è la lacrima
che ti bagna le guance
che ti rinfresca il viso.
La croce rossa siamo noi
noi siamo fatti d'amore e...
la Croce Rossa è amore!