Poesie personali


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie personali)
Figli di una generazione
Uomini della continua lotta
camminano nel fumo e nella nebbia
arrampicati sulle schegge dei muri.
Le canne grigie puntate sui pensieri
e le marce come cordoni ombelicali
per servire il popolo.
Le mani si stringono
le tempie riempiono i polmoni di rabbia
serpeggia la morte nel volo delle bottiglie.
Si diffonde la luce della comune
si divulga con sigarette e mozziconi brulicanti
ogni parola ha la forza di un proiettile.
Nessun suono spara abbastanza per la sordità del tempo
e questo tempo non risparmia i sogni
non coltiva martiri e seppellisce gli eroi.
La propaganda delle risposte imbavagliate
con i pugni allo stomaco ribelle
e il vomito dell'odio e del dileggio.
Figli di una generazione
canti rubati per niente
e troppi silenzi nelle bare mute.

** riflessione di un estremista degli "anni di piombo"
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie personali)

    Il Natale di Goma

    Palline nere sull'albero dell'indifferenza
    cioccolatini stremati dopo lunghi giorni di cammino
    piccole luci nell'esodo della disperazione.
    Sotto l'albero le mosche come fiocchi sui regali
    sciamano sopra corpi di mamme bambine
    dentro la pelle virgulta del loro amorino.
    Saltano gli occhi rovesciati
    come il miele sulle nostre belle tavole imbandite
    ci riportano in sella al confine dell'odio.
    Passano i pastori di questa cecità
    brandiscono il macete del genocidio
    poi si fanno dimenticare in qualche pagina nascosta di quotidiano.
    Il Natale di Goma.

    ** Città di confine tra Zaire e Ruanda dove un esercito
    di profughi si sposta e vaga senza meta alcuna, in un genocidio
    assurdo tra etnie hutu e tutsi.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie personali)

      Non v'è cosa che l'uomo non possa aspettarsi

      Non v'è cosa che l'uomo non possa aspettarsi, o negare giurando,
      o che desti stupore, da che Zeus, il padre degli dèi nell'Olimpo,
      fece notte nel mezzo del giorno, occultando la luce
      al sole splendente. E una triste paura sugli uomini venne.
      Tutto da allora è degno di fede, tutto dall'uomo può essere atteso:
      nessuno di voi si stupisca, nemmeno se vede
      le fiere scambiar coi delfini il pascolo marino,
      e che ad esse le onde echeggianti del mare siano più gradite
      della terra, così come ai delfini il monte boscoso.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie personali)

        La Fattoria di Bradin

        Pioggia di guerra
        sulle teste dei soldati
        Nel baratro di una guerra da cani
        Pelle segnata e ferita
        Sguardi in fuga oltre ogni frastuono

        Pioggia di guerra
        sulle teste dei bambini
        Con il peso dell'odio negli occhi
        Giochi di guerra fuori nei cortili
        Ronzio di mosche
        su orecchie sorde e bocche di fame

        Pioggia di guerra
        su corpi nudi di donne
        Violenza carnale senza passione
        Urlo di paura
        sibilo di proiettile
        Al di là della linea di confine.

        Pioggia di guerra
        sulle case di periferie
        Bruciate in attimi di lucido bang umano
        Bomba odio senza avviso
        E distruzione intorno alla fattoria di Bradin

        Pioggia di guerra
        Sul cortile della stazione
        Treni in fiamme sui ponti di ferro
        Crateri e buche nelle strade deserte
        Acqua veleno da Pristina a Novi Sad

        Pioggia di guerra
        Bagnati di odio
        Avanzano eserciti fantasma
        Senza un nemico da scovare
        Senza bersagli da colpire
        Senza fiori da regalare

        Pioggia di guerra
        sui carri che vagano nei campi
        In file interminabili di speranza e fatica
        Oltre ogni muro di indifferenza
        La sera
        sugli altipiani
        tende e stracci
        Chiazze di dolore perse in un lembo di terra ferita

        Pioggia di guerra
        Su questa terra di nessuno
        tra una parte e l'altra del mare
        Terra contesa col sangue di corpi in pace
        C'è pioggia negli sguardi stanchi e tristi
        con ancora un pezzo di vita da buttare

        pioggia di piombo
        pioggia di fuoco
        pioggia di odio
        pioggia di nulla

        bagnati da una pioggia assassina
        senza più vita da vivere
        sono uomini e donne

        Perduti.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie personali)

          12 Settembre 1966

          Sei comparsa al portone
          in un vestito rosso
          per dirmi che sei fuoco
          che consuma e riaccende.

          Una spina mi ha punto
          delle tue rose rosse
          perché succhiassi al dito,
          come già tuo, il mio sangue.

          Percorremmo la strada
          che lacera il rigoglio
          della selvaggia altura,
          ma già da molto tempo
          sapevo che soffrendo con temeraria fede,
          l'età per vincere non conta.

          Era di lunedì,
          per stringerci le mani
          e parlare felici
          non si trovò rifugio
          che in un giardino triste
          della città convulsa.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Di fronte alla sieve

            Seduto sul greto di questo fiume torto
            che scorre anonimo e perso, sono solo,
            senza i miei amati denti da latte attorno,
            unico senso, ingombrante aspettativa;
            e l'eco non giunge di temerarie madri,
            né il silenzio di fedeli compagne.

            Sono solo come un cactus e da questo rigo
            d'acqua piango la sorte di sponde separate.

            Verità vecchie e nuove, come pesci, tra le mani
            mi scivolano, filando, non le ripescherò più.

            Fiume dannato!

            Questo incessante andare, moto
            castrante ti vorrei gelare, tanto
            da unire questo mio margine:
            ingannevole solidità tra di noi.

            Natura spoglia perché non mi doni il volto noto?

            Una bigia prende il volo tremato momento.

            Sono solo e certo su questo greto che l'alveo temuto
            non tenterai intraprendere per giungermi accanto.
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