non va mai a ninna... anche se diventa invisibile resta accesa per noi... tornerà tutte le notti, e anche quando sarà offuscata tu saprai, ed io saprò, che da qualche parte, anche dietro la più cupa e immensa delle nubi nel cielo, stà brillando di luce propria pensando a noi... a noi che oramai la conosciamo e in eterno la penseremo... sei un angelo!
Destino strano, avverso, a me nemico ed incomprensibile del perché e del come io debba sempre incontrare o intravedere il tuo sguardo ed i tuoi occhi che cercano ma non più me... vanno oltre... e questo tuo cercare per arrivare dove già so accresce in me la rabbia e la consapevolezza del tuo rifiuto della importanza che a me non hai mai dato. Con la stessa leggerezza con il quale il tuo sguardo si posa su lei così per te il mio ricordo è voltato via tanto leggero da non sentirne il peso e la mancanza, rinnegando ciò che è stato e dimenticando qualcosa da te mai provato ma solo imitato.
Ci si chiede dove ho sbagliato? Un motivo non c'è, uno sbaglio nemeno provare rimpianto per chi? Per cosa? Non si sà è solo ciò che si prova, di fronte ad una porta chiusa senza perché e senza parole accontentarsi, della solita frase "era destino" e non sapersi spiegare niente. Amare per ricominciare ricominciare per vivere e morire dentro per aver vissuto... questo il mio unico rimpianto.
Come un risveglio dalla penombra sfiorano i sentimenti, quelli veri il bene e il male sconfinano nell'anima ed escono rospi e poi rose appassite
Le parole hanno il confine sulle labbra le sensazioni nel corpo le emozioni vanno oltre i confini e sono senza tempo il tempo non dà tempo per rimediare agli errori fatti una matassa di fili aggrovigliati senza avere più la pazienza di scioglierli e sceglierli i colori della vita
Cresce l'albero dell'inutile ho attaccato ai suoi rami il mio essere tormentato e fragile la fame per l'amore e l'incapacità di amare ho confuso il dare con il senso dell'avere non scindo più la gioia dal dolore
Volevo forti emozioni per sentire la vita era tutto falso accontentarsi della semplicità è forse la vera vita.
Di sonni agitati, si nutre il mio lato scuro e come mendaci gabbiani confusi su di un cielo plumbeo, affollano le mie notti affamate di te.
E la mia mano cieca si smarrisce nello spazio freddo e vuoto del mio immenso adagio e precipita nell'orma del tuo viso, fascino dei miei sogni oramai perduti.
Ugualmente a te affido il mio sonno, custode dei miei sogni e signora dei miei segreti perché tu non perda il sapore delle mie parole che le nostre labbra lessero insieme al buio sulla mia bocca, ed io non dimentichi il tocco del tuo cuore, che riempiva la notte con il mio. Perché ci siano nuove notti, nuovi segreti, nuovi sogni.
Un tonfo, un urlo, e poi silenzio. Mi cingo in ginocchio... perso nel vuoto l'ultimo alito di vita. Attonita, estranea, disperata, mi guardo intorno: non c'è più nulla, a terra corpi senza vita, mentre sale dal cielo il fumo di ultimi cumuli di cenere. Sono accanto al tuo corpo e grido, mentre le lacrime mi rigano il volto, e bagnano le tue mani. Con le ultime forze rimaste, mi sfiori la labbra con le dita... altruista più di qualsiasi essere umano, mi regali gli ultimi brividi, l'ultima dolce e intensa rivelazione del tuo amore. Poi lentamente cade la tua mano, ancora il sangue scorre fuori dal tuo cuore, ancora l'ennesimo sussulto, poi più nulla. Mi sono risvegliata dall'incantesimo della tua carezza, e ti vedo come tutti gli altri, steso sul terreno, fermo, freddo, morto. Forse mi hai regalato quei momenti per evitarmi almeno per un istante la triste e cruda realtà. Batto un pugno sul suolo, e poi cerco di picchiarti, ti do del farabutto e grido: -Perché te ne sei andato senza di me? Perché mi hai lasciata sola? Portami con te!- Ma tu non rispondi: per la prima volta il tuo non è un tacere di riflessione... è un silenzio eterno. Guardo i tuoi occhi, ma subito li chiudo: voglio ricordare la loro intensità, li voglio ricordare così com'erano... capaci d'imbarazzarmi, di farmi sorridere, pensare, eccitare. Con timore ti poso una mano sul petto... il vuoto, non respiri più... Non sentirò più il tuo respiro sulla pelle, non sentirò più la tua mano sul mio corpo, non sentirò più la tua voce che mi rilassava, mi desiderava. Sfinita mi accascio su di te, ormai non sento più nulla, il mondo intorno a noi si è dissolto. Chiudo gli occhi e vedo ancora noi, ma per la prima volta felici, uniti, insieme. Sento ancora il calore e il profumo della tua pelle, il tuo cuore batte ancora, i tuoi occhi mi guardano... la tua mano prende la mia le mie labbra sfiorano le tue... sono morta lo so... ma non ho sentito dolore, adesso sono con te. Il mondo è finito, la vita non esiste più, ma per noi, amore mio, è appena cominciata. Lontani dall'odio, dall'ipocrisia, dall'indifferenza, adesso siamo io e te, solo noi due, per goderci la nostra felicità eterna.
Tu con la tua anima disperatamente dannata, mi hai incatenata, incantata. I tuoi occhi scrutano perversi il mondo, e profondamente lo vogliono, lo cercano. Tu non sei che un angelo, un angelo dannato, destinato ad una vita lugubre, buia, eppure vedi una luce che ogni mortale ignora, hai aperto una porta alla sapienza eterna e vera, e per questo condannato e forse un giorno ingiustamente... giustiziato. La tua bocca parla di cose proibite, di verità censurate, critica le assurdità del mondo. Eppure tu non sei che un angelo, un angelo destinato ad una vita solitaria, lunga e dura come rigidi inverni. Come gelo, la società, su di te s'abbatterà per soffocare la tua sete di verità e giustizia, chiusi nella loro ignoranza, non vorranno vedere, non vorranno sentire. Eppure tu, dolce, dannato, triste angelo, non farai che aumentare il calore, la passione, che dimorano in te, che ti danno una ragione per vivere. A volte vorresti che mai la tua mente fosse stata illuminata: è difficile combattere da soli, e piangi nel tuo silenzio, e un rosso scarlatto scende sulle tue guance. Gridi, gridi pietà ad una vita più volte rinnegata, ma tu sei il prescelto, non sei che un portatore di felicità, di serenità. Eppure vivi nella disperazione, nel tuo dolore, mascherandolo, nascondendolo a te stesso, vivi le pene dell'inferno, solo per portare un po' di pace. Ma tu, tu non sei che un angelo, tu sei innocente, ma per il mondo sei il male, sei le loro paure, sei le loro perversioni, sei ciò che rifiutano. E per me, non sei che l'amore, la passione, il fuoco, la sapienza, la verità, sei il mio spirito, la mia anima, tu che mi proteggi sotto le tue ali, che mi guidi con la tua mano, che mi parli con gli occhi, tu che sei la mia salvezza, tu: il mio angelo nero.
Io sono l'uomo che divenne donna, io sono il caos che divenne ordine, io sono la bontà che divenne cattiveria, io sono il cielo che divenne terra, io sono il fuoco che divenne acqua, io sono la spada che divenne fiore, io sono tutto che divenne nulla, io sono il regalo che divenne il dispetto, io sono la vita eterna e la morte, io sono il dolore che divenne solievo... io sono... l'Amore.
Tanti anni ti sono stata vicino, nella tua malattia, nella tua sofferenza, nella tua forza di volontà a restare attacata alla vita che ti aveva donato tanta sofferenza ed in una mattina di dicembre sei volata via, da quel Dio che ora abbracci... ma sarai sempre nel mio cuore... Mamma.