Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)

Maschere e fantasmi

Si rompono i gridi domenicali
nei silenzi delle ore opache:
il cuore incontra la memoria
fossilizzata in orme di ricordi.

Non ci sono ventagli senza volti
né uomini mutilati di guerra;
ci sono voli fatti tristezza
su muri di graffiti vecchi.

Passano le ombre settimanali
su testate di giornali rotti:
le notizie sono cavalli alati
in recipiente di terracotta.

Si rompono anche le maschere
appese su muri a stucchi bianchi,
restano gli occhi del domani
su queste mani del passato.

Una voce canta sotto il cipresso,
un vecchio batte il suo bastone
su un'ombra non più sua
ma forse nostra fatta futuro.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Il masso ed il mare

    Cosa sono se non il testimone di una
    inane abulia che riduce, assecondata,
    le forze, alitando sui tizzoni che nel
    braciere cullano il dono fumante del
    calore che annebbia il ricordo di te
    restituendo audace l'accosto lì, ove
    sentinelle silenti, di grigio rivestite,
    altro non riposano che indossate
    vesti e certo, non scoraggiano, nella
    loro fissità il leggero muoversi della
    foglia decidua affidata all'aria.

    Tempo imprecisato fino all'atteso contatto:
    adagiarsi sopra un morbido ciuffo d'erba
    umida.

    Trovare nel suo paziente abbraccio: cura.
    Nel suo essere prossima altra ragione che
    l'accoglienza.

    Sperimentare in quel preciso istante la modestia
    del rumore del mare contenuto nella conchiglia.

    Un semplice, naturale, leggero, incontro. Incapace
    di purificare le acque. Ma capace…di raggiungere
    la profondità. Come un masso consegnato al mare.
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      Perché

      Mi hai
      mai amato?
      Non ho visto indugi
      nei tuoi occhi di rete
      ne tremori incerti
      sulle tue mani nascoste
      nemmeno un sospiro doloroso
      dalle tue labbra mute.

      Mi hai
      mai amato?
      Di sorrisi, carezze, parole
      a chi ho regalato
      i miei veri
      10. 585 giorni e notti
      e quanti troppi perché
      sono rimasti perché.
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        Ruberò un uomo

        Ruberò un uomo, so che c'è
        nel disegno naturale
        di vagheggi veri.

        Che mi accompagni d'inverno
        quando i pomeriggi sono grigi
        lungo gli argini umidi.

        Aspettare nel punto più alto
        scelto solo per me
        la nascita di una sola alba.

        Prima cospargere di petali
        il mio letto.

        Rinventarmi piccina
        col buio annunciato
        al telefono buonanotte.

        Ai piedi di un camino fervido
        da solo, sappia
        leggere le mie poesie.

        Qualche volta
        mi porti un fiore.

        Saper ridere insieme
        e insieme lasciarci
        ai cari silenzi.
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          La via

          Salire e scendere
          questo tragico bianco
          dentro il colle madre
          che pasce sui fianchi
          in corolle di tanti ricami
          pennellate di tanti colori
          adottati dall'astro perenne
          nutriti da linfa piovosa.

          È un piacere guardarvi
          che rallenta il profumoso percorso
          in fondo alla via
          ridono ancora gli occhi
          ride ancora il cuore.
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            Primavere

            I primi doni
            della vita nei fiori
            di primavera
            dischiudono un sorriso;
            una lacrima segna
            il volto del cuore
            come una stilla
            di rugiada,
            sollievo e passione,
            una perla apre
            un'eterna primavera.
            La tua voce
            trapasserà il tempo,
            aurora dalle dita dorate
            accarezzerà un mondo
            di luce,
            e apparirai come
            dolce armonia,
            una speranza ed
            una promessa.
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              Quel foglio macchiato

              Quel foglio macchiato
              ti sperde nel mondo
              attrice impacciata
              ora sai gli anni perduti
              a trasmettere tutto di te.
              Strada fatta. Erba bruciata
              e tu girasole solitario
              resti immobile ai margini
              del campo di gramigna.
              Il sole ti assolve
              un peccato veniale
              che i puri stanno a guardare
              voglia di fuggire
              forse l'unica scelta
              è dormire.
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