Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)

L'opportunità del domani

C'è sempre un dolore nella vita:
uno sguardo appeso a una finestra,
una lacrima negli occhi d'una bimba,
un uccello ferito da uno sparo,
una madre che ha perso suo figlio!

C'è sempre una speranza nel mattino:
una rosa è nata nel giardino,
un buco d'ozono è sparito,
il vecchio ha il cuore d'un bimbo,
il cancro è già stato vinto !

C'è sempre un'opportunità nella sera:
ritornare sui propri cammini,
scoprire l'Ulisse del futuro,
la Beatrice dei propri sogni,
il Paradiso di amori perduti.

C'è sempre un domani maturo:
un bimbo fatto uomo,
una bimba diventata madre,
gli animali padroni dei boschi,
la Terra culla della Libertà.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)

    L'uomo della violetta

    Era un uomo o un'ombra nel vento
    quella voce appesa sull'albero rotto
    piena di silenzi di luna mattutina
    quando l'anima è ancora bambina?

    Era forse la pioggia perduta nel cielo
    dopo una notte passata all'aperto
    con un cane in cerca d'un padrone
    e il padrone in cerca di se stesso?

    Sono certo che era qualcuno, solo,
    con gli occhi pieni di tristezza,
    con le mani aperte verso il cielo
    e piedi ben poggiati sulla terra.

    Era la voce che si sente nella notte,
    il sospiro delle cose amate a stento,
    il passo lento d'un uomo maturo
    cercando nel bosco una violetta.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)

      Maschere e fantasmi

      Si rompono i gridi domenicali
      nei silenzi delle ore opache:
      il cuore incontra la memoria
      fossilizzata in orme di ricordi.

      Non ci sono ventagli senza volti
      né uomini mutilati di guerra;
      ci sono voli fatti tristezza
      su muri di graffiti vecchi.

      Passano le ombre settimanali
      su testate di giornali rotti:
      le notizie sono cavalli alati
      in recipiente di terracotta.

      Si rompono anche le maschere
      appese su muri a stucchi bianchi,
      restano gli occhi del domani
      su queste mani del passato.

      Una voce canta sotto il cipresso,
      un vecchio batte il suo bastone
      su un'ombra non più sua
      ma forse nostra fatta futuro.
      Vota la poesia: Commenta
        in Poesie (Poesie personali)

        Il masso ed il mare

        Cosa sono se non il testimone di una
        inane abulia che riduce, assecondata,
        le forze, alitando sui tizzoni che nel
        braciere cullano il dono fumante del
        calore che annebbia il ricordo di te
        restituendo audace l'accosto lì, ove
        sentinelle silenti, di grigio rivestite,
        altro non riposano che indossate
        vesti e certo, non scoraggiano, nella
        loro fissità il leggero muoversi della
        foglia decidua affidata all'aria.

        Tempo imprecisato fino all'atteso contatto:
        adagiarsi sopra un morbido ciuffo d'erba
        umida.

        Trovare nel suo paziente abbraccio: cura.
        Nel suo essere prossima altra ragione che
        l'accoglienza.

        Sperimentare in quel preciso istante la modestia
        del rumore del mare contenuto nella conchiglia.

        Un semplice, naturale, leggero, incontro. Incapace
        di purificare le acque. Ma capace…di raggiungere
        la profondità. Come un masso consegnato al mare.
        Vota la poesia: Commenta
          in Poesie (Poesie personali)

          Perché

          Mi hai
          mai amato?
          Non ho visto indugi
          nei tuoi occhi di rete
          ne tremori incerti
          sulle tue mani nascoste
          nemmeno un sospiro doloroso
          dalle tue labbra mute.

          Mi hai
          mai amato?
          Di sorrisi, carezze, parole
          a chi ho regalato
          i miei veri
          10. 585 giorni e notti
          e quanti troppi perché
          sono rimasti perché.
          Vota la poesia: Commenta
            in Poesie (Poesie personali)

            Ruberò un uomo

            Ruberò un uomo, so che c'è
            nel disegno naturale
            di vagheggi veri.

            Che mi accompagni d'inverno
            quando i pomeriggi sono grigi
            lungo gli argini umidi.

            Aspettare nel punto più alto
            scelto solo per me
            la nascita di una sola alba.

            Prima cospargere di petali
            il mio letto.

            Rinventarmi piccina
            col buio annunciato
            al telefono buonanotte.

            Ai piedi di un camino fervido
            da solo, sappia
            leggere le mie poesie.

            Qualche volta
            mi porti un fiore.

            Saper ridere insieme
            e insieme lasciarci
            ai cari silenzi.
            Vota la poesia: Commenta