Cosa sono se non il testimone di una inane abulia che riduce, assecondata, le forze, alitando sui tizzoni che nel braciere cullano il dono fumante del calore che annebbia il ricordo di te restituendo audace l'accosto lì, ove sentinelle silenti, di grigio rivestite, altro non riposano che indossate vesti e certo, non scoraggiano, nella loro fissità il leggero muoversi della foglia decidua affidata all'aria.
Tempo imprecisato fino all'atteso contatto: adagiarsi sopra un morbido ciuffo d'erba umida.
Trovare nel suo paziente abbraccio: cura. Nel suo essere prossima altra ragione che l'accoglienza.
Sperimentare in quel preciso istante la modestia del rumore del mare contenuto nella conchiglia.
Un semplice, naturale, leggero, incontro. Incapace di purificare le acque. Ma capace…di raggiungere la profondità. Come un masso consegnato al mare.
Mi hai mai amato? Non ho visto indugi nei tuoi occhi di rete ne tremori incerti sulle tue mani nascoste nemmeno un sospiro doloroso dalle tue labbra mute.
Mi hai mai amato? Di sorrisi, carezze, parole a chi ho regalato i miei veri 10. 585 giorni e notti e quanti troppi perché sono rimasti perché.
Oggi è sereno la luce mi abbaglia qualche nuvola in cielo il sole si staglia la gioia mi invade penso all'amore forse perché... c'è un sereno interiore.
Salire e scendere questo tragico bianco dentro il colle madre che pasce sui fianchi in corolle di tanti ricami pennellate di tanti colori adottati dall'astro perenne nutriti da linfa piovosa.
È un piacere guardarvi che rallenta il profumoso percorso in fondo alla via ridono ancora gli occhi ride ancora il cuore.
I primi doni della vita nei fiori di primavera dischiudono un sorriso; una lacrima segna il volto del cuore come una stilla di rugiada, sollievo e passione, una perla apre un'eterna primavera. La tua voce trapasserà il tempo, aurora dalle dita dorate accarezzerà un mondo di luce, e apparirai come dolce armonia, una speranza ed una promessa.
Quel foglio macchiato ti sperde nel mondo attrice impacciata ora sai gli anni perduti a trasmettere tutto di te. Strada fatta. Erba bruciata e tu girasole solitario resti immobile ai margini del campo di gramigna. Il sole ti assolve un peccato veniale che i puri stanno a guardare voglia di fuggire forse l'unica scelta è dormire.