Poesie personali


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie personali)
Se penso ai fogli come bare bianche,
cosa son io che ho scritto l'impossibile?
Fogli strappati senza ripotere
farli tornare al prima, alla chiusura
d'un libro o d'un quaderno.
Oh, gli scritti degli altri
quando aprivo e sfogliavo
nella lettura, l'una dopo l'altra
sembrava ritornassero alla vita.
Quale consolazione posso darmi?
Sol essere il lettore di me stesso?
Parole scritte per non esser dette,
rimaste a lungo chiuse nella gabbia
alata della mente,
sopravvissute come quell'uccello
che non si lascia andare, liberandolo,
a cieli d'aria, d'aria senza fine,
che non trovano pagina nell'altro,
nella risposta, nel suo ascoltarle,
nel ricordarle, nel farne tesoro.
Sembra un avervi uccise, ma era come
fosse già morte prima.
Dal grembo del mio tutto – ora son madre! –
vedo le dita diventarmi occhi
e palpebre abbassate dalla nascita,
piangervi come lacrime di sangue
delle vostre pupille! Chè nessuno
è più solo nel lutto di chi scrive:
ho pianto con le dita dei miei occhi
il vostro corpo, allora, l'ho sepolto,
ero la folla della solitudine,
il disumano che lasciava voi
giacere con la schiena sulla neve,
nuda terra d'inverni ripetuti!
Nel rimanere c'era il vostro grazie:
"morte, c'hai piante, c'hai dato la vita!"
E parlavo, parlavo con la voce,
sperando di rispondervi, di dirvi:
"Di nulla, io sono madre."
Ma per voi ero come fossi muto!
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie personali)
    Eppure, penna alata, questo corpo
    pecca, cadendo a terra, e nel silenzio
    il tonfo s'ode clamorosamente.
    Sul foglio d'una strada della terra
    la mano ch'è discesa nel mio piede
    col moto di scrittura ch'è il mio passo
    lascia s'imprima l'inchiostro dell'ombra.
    L'occhio inveduto, attento, in quell'istante
    avrà letto furtivo il contenuto.
    Eppur ti illuderà con quella gomma
    del successivo andare avanti ancora
    d'avere cancellatolo per sempre.
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie personali)
      Prono dalla vergogna della colpa
      corro coi lunghi abiti di onde,
      col viso che riversa dai suoi occhi
      ciechi di tante lacrime al suo suolo
      tutt'un dolore vitreo, musicale,
      all'alba, anche in estate si spalancano
      alla riva le assenze dei tuoi piedi
      da bagnare di tutto il mio me stesso,
      un carillon in forma d'una rosa
      suona la sua visione più concreta
      nel pentagramma ch'ancora risente
      del suo essersi fatto denudare
      dall'iniziali note delle nubi
      e il Sole, il Sole pur nel rimanere
      fermo in più generosa lontananza
      m'ha già fatto espiare e ora m'assolve:
      mi cinge dell'aureola d'un riflesso.
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        Scritta da: LittC
        in Poesie (Poesie personali)

        Passione

        Chiudi gli occhi
        Immagina
        La coda dei capelli che frusta il vento
        Il cuore che pompa armonia nella sua anima
        Corre
        Il profumo della strada le dà ossigeno
        Apri gli occhi
        Una fresca brezza le accarezza il viso
        Accelera
        I rumori a lei familiari danno ritmo ai suoi passi
        Corre, aumenta
        La stanchezza la rilassa
        I pensieri si fermano
        Finalmente la pace
        Corre
        Non si fermerà.
        Composta martedì 24 ottobre 2017
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          Scritta da: LittC
          in Poesie (Poesie personali)

          Vecchiaia

          Serenità nei passi lenti
          Consapevolezza dell'essere stato
          lo sguardo vitrio capace di veder al di là del giovane noto
          La lentezza nei passi sereni
          Una breve nostalgia riaffiora
          Il color del legno antico
          Chiude gli occhi
          Rivivere i momenti passati
          Aprili, il sorriso soddisfatto
          Ora il riposo, beato riposo.
          Composta lunedì 23 ottobre 2017
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            Scritta da: Mystere
            in Poesie (Poesie personali)
            Gocce di cielo cospargono la terra.
            Polveri di nuvole calpestano erba
            le stelle, le stelle insegnano ai fiori a sognare.
            La luna, la luna che anche il mare riesce a spostare.
            Ci deve essere qualcosa oltre questo mondo
            qualcosa che unisce dal sole fino all'oceano più profondo.
            Per capire questo non serve essere scienziati ne uomini di fede
            l'universo è un miracolo anche per chi nel miracolo non crede.
            Composta martedì 24 ottobre 2017
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