Scritta da: Arturo Donadoni
in Poesie (Poesie personali)
All'umanità;
come la si intende;
l'uomo cosa c'entra?
Commenta
All'umanità;
come la si intende;
l'uomo cosa c'entra?
Ti voglio raccontare i colori
ti voglio raccontare i sapori
ti voglio raccontare i profumi.
Non trovo parole colorate
parole saporite
profumate.
Posso solo fartele immaginare.
Quanta luce c'è in occhi che implorano
quanto buio c'è in occhi che non sentono.
Il tempo ha il cuore delle montagne
le montagne gli occhi del tempo.
Noi camminiamo scalzi sulla terra
ricordando quelle pietre del fiume
quell'acqua silenziosa della notte.
Il vino e il pane di oggi sono sulla mensa,
i genitori già camminano sull'orizzonte.
I figli hanno costruito lontano i loro nidi
mentre sogniamo sulla sponda del fiume
un nuovo mondo che sorgerà un domani.
Cominciammo a camminare sotto le stelle
aspettando di contemplare la vicina aurora
ma ci sorprese il sole all'ombra delle palme
su una sabbia resa sterile da umano dolore.
La luce spingerà la nostra fragile barca
sotto montagne piene di mistico silenzio.
Stringendoci le mani accenderemo il fuoco
per bruciare insieme distanza e indifferenza.
Saliamo, ci resta poco per capire la montagna.
Scese un uomo solo da una alta montagna:
un bastone di quercia secolare in mano,
una borsetta con degli occhi di pietra.
Un cane bianco lo seguiva da lontano
orinando su foglie secche e tronchi strani.
Un bambino giocava solo sotto un albero.
L'uomo lo guardò con un dolce sorriso
gli gettò un occhio di pietra e disse:
ti servirà un giorno senza pianto.
Camminò l'uomo appoggiato al suo bastone
lungo la riva di un fiume lungo e nero.
Il cane non bevve di quell'acqua
era sangue di gente morta nel tempo
con le spade sporche di barbari.
L'uomo vi gettò un occhio di pietra
si sentì un tonfo nel silenzio, un grido.
Il cane abbaiò guardando fisso.
Riconobbe nella riva il suo padrone
ma seguì le orme del suo signore.
L'uomo che scese dalla montagna
gettò gli occhi di pietra alle sue spalle
meditando guardando solo avanti.
Non ruppe il suo silenzio né lo sguardo
quando una voce nascosta gli disse
di fermarsi per guardare indietro.
La primavera di questo nostro tempo
non ha più occhi per lacrime di rugiada.
Ha solo il cuore pieno di speranza,
per ricordare i fiori dei nostri prati,
le carezze dei nostri genitori,
i sorrisi veri dei nostri figli,
dimenticando la gente che grida
contro un passato che non c'è più.
È passata anche questa luna piena
con le sue piogge del mese di marzo.
Forse vedremo passare i nostri giorni
scritti su volti senza più maschera.
Domani inizieremo lo stesso cammino
con nuovi occhi per illuminarlo
con le mani rivolte a un cielo di stelle
in un corpo adatto a nuovi orizzonti.
Non distruggeremo i nostri giorni
inseguendo stelle cadenti di agosto.
Costruiamo il nostro nuovo uomo
guardando il sole e le alte stelle.
Camminiamo insieme su questa terra
sia nei mesi estivi che d'inverno.
Siamo noi i fiori del celeste giardino:
la donna la rosa che profuma la vita
l'uomo la spina che la fa felice.
E vorrei farmi piccola, piccola.
Entrare nel mio grembo
e da lì sussurrarmi ciò che il mondo non capisce.
Parlare dei miei giorni felici
e di quelli che mi fanno tremare.
Dire ciò che sento,
quando le braccia che amo non mi stringono.
Vorrei un rifugio dove le paure non mi facciano male,
dove ogni cosa intorno mi fa sentire sbagliata.
Vorrei solo stare in silenzio in questo mondo rumoroso,
stringermi fra le braccia e amarmi.
Seduta sulla spiaggia,
lo sguardo perso
ad osservare il mare,
m'immergo con il cuore
nel blu perlaceo
dell'immensa distesa.
Percepisco appena
il rumore delle onde
che s'arrotolano,
poi schiumano veloci
sulla riva sabbiosa.
Sono istanti
di magia unica.
Il cielo è terso,
limpidissimo.
In alto
un fenicottero
s'allontana distratto.
Il brillio dell'acqua
sprizza scintille
che s'alzano allegre
e fluttuano nel blu
come in una danza
verso il cielo.
Verranno altri giorni
ed altre primavere,
forse anche più belli
ma non così speciali.
Vivo istanti
di magia unica.
Un abbraccio caldo
una serenità infinita.
Ti cerco ogni istante
nel buio dei ricordi,
nei sogni sbriciolati,
nelle parole non dette.
Ti cerco nei sorrisi velati,
nelle parole sussurrate,
nelle nebbie d'ogni fuga.
Ti cerco nei pensieri nascosti,
nei ritorni sperati,
nei respiri spezzati.
Ti cerco in me,
in ogni sospiro e rimpianto
tra lacrime di paura
e sorrisi di speranza.
Seduta
tra i ciuffi d'erba
d'un prato fiorito
mi nutro di colori
e soavi profumi.
L'erba
bagnata di rugiada
rinfresca
le membra stanche.
Respiro e ascolto.
Nessun rumore
rompe il silenzio.
In lontananza
arriva una nenia.
Un bimbo dorme.
Alzo lo sguardo.
Un manto di stelle
col suo brillio
avvolge di luce
il firmamento.
Tanto calore
penetra nel cuore
e scioglie il gelo
dell'anima confusa.
Un'immensa pace
si sprigiona
dentro di me.
Respiro e sorrido.
Ho il tuo volto
nei miei occhi.
Il tuo abbraccio
nel mio cuore.
L'anima leggera
è vestita di luce.