Sortilegio
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...Una penombra azzurrina, una chiusa intimità fra cose dolci e care.
Dopo alcuni minuti mi sentivo invadere da una piacevole stanchezza e avvertivo una sensazione profonda di quiete. Senza parlare guardavo le coppie a passeggio. C'era un grande silenzio rotto solo dal ticchettio attutito o il conversare sottovoce dei passanti.
Passò ancora del tempo. Ricordo che Jan stava parlando mentre la mia attenzione era attirata da una persona lontana che camminava nella folla anonima. Era una ragazza. Camminava da sola sulla strada verso di noi.
A mano a mano che si avvicinava la vedevo sempre meglio. Indossava una blusa rosa e una gonna nera.
Rosa e nero. La guardavo con più interesse adesso. I capelli castani erano sciolti, lisci, lunghissimi. Gli angoli della bocca erano piegati verso il basso.
La ragazza era bella fino all'inverosimile, fino alla sofferenza. Senza sapere perché ero diventato agitato e ansioso di conoscerla.
La vedevo molto da vicino adesso: era un angelo. L'angelo della luce.
Sentivo come un soffio caldo e spossante. Il volto era di una bellezza indefinibile, magica.
Ricordo che le offrii da bere qualcosa proprio mentre stava per oltrepassarci. Rifiutò ringraziandomi ed io restai a seguirla con lo sguardo mentre proseguiva fra ... [segue »]
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