Universo parallelo
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...panchina, diventiamo un unico essere. Mi siedo sopra di lui, mentre lo vedo sorridere imbarazzato. È bellissimo quando arrossisce e penso che siamo proprio in un universo parallelo per trovarci lui ed io all'aria aperta, con una città testimone del nostro clandestino stare insieme. Osserviamo i comignoli parigini, il sole che ogni tanto fa capolino tra le nuvole, ed i piccioni che danzano intorno ai nostri piedi. Oggi, primo agosto, esistiamo solo lui, io e Parigi.
Mi prende per mano ed usciamo dal parco. Passeggiamo tra le file di un mercatino di piccole gabbie ed uccelli. Comincia con la sua fissazione delle foto. Mi sento una ninfa ma farmi fotografare da lui mi mette estremamente a disagio. Io che invece adoro le fotografie!
Usciamo da quella sorta di bosco incantato per dirigerci verso Bercy, un tempo luogo della coltivazione di viti, ora somiglia più ad una piccola città dentro le mura. Per terra, al centro del viale, ci sono ancora le vecchie rotaie del trasporto del mosto, mentre ai lati sfilano piccoli negozi e ristoranti dove sostano uomini d'affari in giacca e cravatta.
- È il posto adatto a te! - gli dico - Se tu abitassi a Parigi, ti vedrei ... [segue »]
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