il figlio del destino
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...i miei seni, ora vuole anche le mie ossa.
L'impalcatura del mio scheletro non mi regge più e vivo nel terrore di spezzarmi da un momento all'altro. Il dolore è sovrumano e quando si attenua, mi sembra di tornare a vivere, respirare.
I medici pensano che dovrei morire entro poco tempo. Essi lo pensano, io lo spero.
La verità è che sono stanca e che il mio rapporto con la morte non è più di timore o riverenza. Il guaio, e tu lo sai, è che la mia anima è forte e farà fatica ad uscire dal mio corpo. Questo è il mio vero problema.
Allora dovrò intervenire alla mia maniera, se voglio porre la parola fine a tutto ciò.
Accelererò i tempi.
Avrei voluto vederti un'ultima volta ma i farmaci che ho ingerito, evidentemente, sono stati più veloci di te. Non sei mai stato un fulmine, lo sappiamo.
È strano come la consapevolezza di stare per lasciare questo mondo possa restituire la leggerezza del tornare a vivere.
Quella linea sottile, quasi invisibile, tra la vita e la morte.
Non saprai dove inizia l'una e finisce l'altra, tranne in momenti come questi dove l'intuizione e il sesto senso iniziano a ... [segue »]
dal libro "Il figlio del destino" di Bartolo Fontana
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