Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...suoi poteri di Presidente. Ero senza parole. Trasecolavo. Perché il Falco aveva ragione. Si!, aveva ragione. Se il predatore viene messo a guardia del nido di passerotti, e ne fa strage, la colpa non è del rapace, è di chi lo abbia messo a quel posto. E, ricordiamolo, alle elezioni comunali il nostro eroe dei voli senza rete di sicurezza era risultato tra i più votati. Cominciai nervosamente a sollevarmi il polsino della camicia, per guardare l’orologio, tanto che il mio cliente mi chiese se avevo premura, qualche altro appuntamento cui presentarmi, qualche altra causa da patrocinare. Risposi di sì, ma non era vero. Furono le ultime parole che pronunciai, quel giorno, nel salutare quell’onesto lavoratore, che per difendersi si era rivolto a me, nientemeno. Gli dissi che i quattrini del suo contratto li avrebbe visti; chissà quando, prima o poi li avrebbe recuperati. In verità, non avevo premura, non avevo appuntamenti, non avevo cause, la tracotanza del Falco mi aveva zittito, era la mia ricetta di sopravvivenza, di fronte all’enormità delle cose: tacere, ed attendere che le lancette dell’orario si sovrapponessero sul 12 post-meridiano. Per raggiungere il Jazz Club ed Isa Bella, l’unico luogo, la sola persona in grado ... [segue »]

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