Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...uno sguardo superficiale sulla realtà che mi girava intorno per metterlo in fuga, il dubbio maligno. Quanto alla desolata realtà, mi girava intorno anche al JC, se non avevo voglia di scomodarmi, per andare a verificare quale orizzonte inseguivano le automobili che mi aravano il Lungomare sotto i denti. I dubbi, al contrario, non solo non fuggivano, ma mi rimanevano appiccicati, fino ad incollarmisi addosso, se indirizzavo lo sguardo non sull’andirivieni frenetico delle auto sul Lungomare, ma sul galleggiare pigro delle lampare sull’acqua scura, un’enorme macchia nera che s’allargava a perdita d’occhio di fianco all’asfalto, e che, al contrario di esso, non incontrava confini, limiti, ostacoli. Che non fossero la scogliera a pelo d’acqua, il faro che guida le navi, le boe di ferro in mezzo al mare, ricoperte di ruggine e di salsedine ...

Conservavo in archivio fascicoli su fascicoli, casi a decine, pratiche a centinaia; tutti diversi, ciascuno uguale solo sé stesso, qualsiasi imbroglio è unico ed irripetibile. Il mio orizzonte era limitato?, o quei muri alti, di fascicoli affastellati, mi avevano aperto la mente, a furia di sbattercela contro? Mi trovavo nella stessa posizione dei pescatori, a bordo delle lampare che dondolavano sulle onde: punti luminosi, e fermi,... [segue »]

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