Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...che fluttuavano sul mare sprofondato nella notte. Punti fermi, fin quando non fossero sprofondati dentro le onde a loro volta, le barche sommerse dai marosi, il mare sommerso dalla notte. La notte sommersa dalle contraddizioni, dalle irragionevolezze, dalle idiozie, dalle bestialità, che non svaniscono al sorgere del sole, e che costringono ad una notte polare, una notte senza fine: era la sensazione che -spesso, sempre- mi saltava sulla spalla, e ci rimaneva attaccata ben salda, anche a mezzogiorno nelle giornate di tramontana, col sole a picco ed il cielo terso, sgombro di nuvole. Come i pescatori, navigavo l’oceano degli umani misteri affidandomi alla mia personale “lampara”: il raziocinio, che provava a rischiarare gli intrighi e le trame a costo di restarne impigliata, e soccombere malamente. L’intuito, all’inizio, per capire in quale direzione mettere il timone; la riflessione, man mano che m’avventuravo nell’alto dell’oceano, per inquadrare in che razza d’imbroglio m’ero imbattuto; la deduzione, al largo, in pieno oceano, da dove non si vede null’altro che acqua, che mi consentiva di sciogliere la matassa, e tornare a riva sano e salvo. Ad incassare il meritato compenso, per pagare le bollette e, col resto, festeggiare, ancora una volta avevo portato a casa ... [segue »]

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