La Bella e la Notte
Capitolo: 3 - OcchiateScegli la pagina:
...di restituirmi la parola ...
Al Jazz Club dominava la penombra, sussurri e bisbiglii si levavano dai tavolini, nascosti nelle sfumature dell’oscurità, i più fortunati imbustavano la risatina complice dell’amica -fresca come acqua di sorgente- e s’apprestavano a portarsele a casa entrambe, risatina ed amica. Per gli altri la speranza, che nel prossimo futuro arrivasse il loro turno, di sogghigni complici e dolci compagnie. Un perimetro in acciaio pendeva dal soffitto, applicato ad esso da fili di ferro; ridisegnava sotto la volta i bordi del palco su cui cantava Isa Bella, e vi era attaccata una fitta serie di faretti bianchi, piccoli e rotondi, tutti tranne uno, di dimensioni più ampie, l’”occhio di bue” puntato fisso sulla Tinatarner. Gli altri -quelli piccoli-, si muovevano, sia da destra a sinistra (e viceversa), che dall’alto in basso (e viceversa), con lentezza, comandati dall’automatismo; proiettavano fasci di luce bianca nel Jazz Club, immerso nella penombra -come detto-, le ombre dei nottambuli che scivolavano veloci sul pavimento e poi si raddrizzavano, raggiunte le pareti scure, dove si dilatavano, ingrandite dai faretti auto-comandati, fino a dissolversi. I corpi in carne ed ossa s’intravedevano a stento, ne testimoniavano la presenza i sussurri, i bisbiglii, e le risatine ... [segue »]
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