L'esploratore
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...morte era di due giorni addietro. Ero sconvolto, impietrito, domandai ad alcune donne che pregavano poco distante.
"Come, non lo sai? Un tumore fulminante, un mese e se n'è andato. Poveretto, così giovane..."
Mi allontanai frastornato.
Io ero molto debilitato per l'intervento e passarono molti mesi prima di riprendere completamente le forze.
Il danno fisico era stato forte, ma più forte ancora era stato il danno psicologico dovuto alle dodici ore trascorse tra un intervento e l'altro e durante le quali, come sai, capivo che me ne stavo andando per sempre ma ero completamente impotente e nelle mani di altri.
Fare una rampa di scale era diventata un'impresa, faticavo e ansimavo, eppure qualche anno prima ero stato un'atleta che sollevava duecento chilogrammi sulle gambe e correva per due ore di fila.
Il cervello andava per i fatti suoi, continuavo a pensare che stavo meglio in quel posto magnifico e tranquillo che vidi, avrei voluto essere di nuovo luce e pensiero leggero.
Ero a pezzi! L'ombra di me stesso...
Intorno a me la gente moriva, partiva...
Se ne andò, con un cancro al cervello, il ragazzo dell'impresa di traslochi che mi trasportò i mobili nella nuova casa dove vivevo con Roberta,... [segue »]
Composto domenica 4 luglio 2004
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