Giuseppe Freda

Nella frase "Come potrei non amarti... dammi un motivo, uno..." di Davide Capelli
Non ti preoccupare Asterope, è una vita che volo attorno ai vulcani e che si spengono fiammelle, alla peggio Davide lo acchiappo io (e semmai acchiappo anche te, và!).
Però Vincenzo, hai ragione. Sono più adatto a dare la carota che il bastone, più a medicare che a "ciaccare". E poi a ciaccare basti tu, altrimenti ne viene fuori  una strage...
13 anni e 6 mesi fa
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Nella frase "Chi avette fuoco campaje, e chi avette pane..." di Anonimo
L'antico manuale di sopravvivenza partenopeo non fallisce.
Per averlo riconosciuto, avrai la tessera gratis.
Su, dimmi quale vuoi delle due.  ; ))
13 anni e 6 mesi fa
Nella frase "Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della..." di Paolo Borsellino
Lo dicevo per iperbole. (Ce lo vedi tu un napoletano leghista fin dalla prima infanzia?)-
Totalmente apolitico. Non ho bandiere, nè appartenenze. Però di tanto in tanto concordo, ora con alcuni ora con altri. Il che significa: solo contro tutti, senza sponde, nè amici da cui guardarmi.
13 anni e 6 mesi fa
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Nella frase "I conti della vita. I conti della vita sono..." di Giuseppe Freda
Interessante. Si vede che ci hai pensato su.
Ti spiego: questo conto avviene in due fasi: una durante la vita, una dopo, cioè quando la mo*rte è divenuta un fatto.
In questa seconda fase, cioè quando, come tu dici, lo zero si manifesta, esso va al numeratore; e del denominatore come ovvio non interessa niente, perché con lo zero al numeratore il valore della frazione è sempre zero. Sempre rimanendo in questa seconda fase, lo zero al numeratore lo mettiamo non in aggiunta, ma AL POSTO di tutti i fatti che lo precedono, perché evidentemente, essendosi conclusa la vita, non ha più senso per l'interessato farne i conti (lo zero al numeratore rappresenta il presente ed il futuro di quell'individuo); mentre gli altri all'esterno, vedono solo quello zero. Ovviamente, volendo esprimere questo concetto in senso matematico, l'ho espresso individuando lo zero come fattore di una moltiplicazione, e non come addendo di un'addizione.
     La stessa considerazione, mutatis mutandis, va fatta quanto alla fase antecedente la mo*rte, cioè mentre la vita è ancora in corso. In questa fase, il denominatore rappresenta il futuro, mentre al numeratore sono il presente e il passato dell'individuo rispetto al denominatore. Volendo, sempre in questa fase, individuare le aspettative future, purtroppo non si può non inserire quello zero, che è l'aspettativa più certa, quantunque la meno desiderata. E, anche in questo caso, vale lo stesso concetto: lo zero interverrà ad annullare il futuro, non semplicemente a modificarlo. Da cui l'esprimerlo matematicamente come fattore e non come addendo.
     Naturalmente (e purtroppo) questo conto, pur dando risultato infinito (sin da subito, e per tutti noi), non dimostra niente. E' niente più che un'intuizione poetica, venutami tanti anni fa, nel mezzo di una notte di mezza estate trascorsa tra le braccia di una dolce fanciulla, e ritrovata (solo l'intuizione, purtroppo) qualche tempo fa fra i tanti ricordi di cose bellissime e tristi, insieme a tante cartacce e roba vecchia che ho gettato via.
13 anni e 6 mesi fa
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Nella frase "Femmene, ciucce e crape tèneno a stessa capa..." di Anonimo
Giosc, ho provato (dopo averlo preanunziato) a mettervl'una contro l'altra, ma Elettra (e chi altri poteva essere!) non ha abboccato.
Quanto ai 3 esseri, l'anonimo asserisce che abbiano in comune la "capa". Ma forse quel "capa" lo ha inserito solo perché "equilibrio" non fa rima con "crapa".
(Più defilatello di così...)  : ((
13 anni e 6 mesi fa
Nella frase "Il massimo narcisismo è l'inganno di se stessi." di Giuseppe Freda
il suicismo di se stessi.  : )))
13 anni e 6 mesi fa
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Nella frase "Il mondo non è come appare, ma come ciascuno..." di Giuseppe Freda
Il trionfo della sofistica: non conta cercare e comunicare verità, ma riuscire a convincere; non conta ciò che si è, ma ciò che appare.
Ma il ma*cio non è solo in coloro che fanno del denaro e del successo il loro credo; è anche in coloro che si appartano da tutto questo, rinchiudendosi, ciascuno, in gramaglie nella propria torre d'avorio. Questo significa partire per la Luna con biglietto di sola andata.
In poche parole: è la vi*tà il terreno su cui impera la prepotenza. Se i più non fossero vili, e si ponessero in gioco, ciascuno con i propri mezzi, difficilmente certi comportamenti potrebbero porsi a modello sociale.
Ti faccio un piccolo esempio: io non faccio share. Ho abolito la TV da casa mia, già ormai da 6 o 7 anni, e faccio propaganda di questa soluzione. Sai che significa? E' libertà pura. Sul computer, mi guardo le notizie Ansa, stop. Trascurando tutte le frivolezze.
Ma di esempi te ne potrei fare all'infinito.
Non si può criticare questo stato di cose, e poi adeguarvisi anche se solo utilizzandolo. Bisogna rifiutarlo: fornire agli altri modelli di comportamento alternativi, che non siano le solite facce tristi, seriose e compunte dei pretesi intellettuali feriti, le solite critiche sterili a pancia piena, il solito adeguarsi nel proprio piccolo (della serie: il tale è un raccomandato di me*da, e poi tento di raccomandare mio figlio o mio nipote perché "così va il mondo"). Buf*oni.
Non uno, ma dieci Berlusconi vorrei; vorrei Sat*na in persona, per tormentare questa gentaglia.
Perché la zavorra del bene, cioè il "bene" di comodo e di facciata, è molto, ma molto più spre*evole del male.
13 anni e 6 mesi fa