Mauro Lanari
Nella pagina del Film Gloria Bell di Sebastián Lelio
Una singola scena riassum'il film: una marionett'a forma di scheletro balla mentre la protagonista assist'allo spettacolo e s'identifica con essa. Ménage quotidiano d'una over cinquantenne fin troppo normale per interessare chi non esperisce il suo stesso tipo di problemi, ma incanta chi si ritrova in lei (a esempio Julianne Moore, onnipresente com'attrice e produttrice esecutiva). Una donna ch'affronta quel che le resta da campare con una strategia di sopravvivenza priva di scopi significativi. Abbastanza squallido.
5 anni e 5 mesi fa
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Nella pagina del Film Domani è un altro giorno di Simone Spada
Spada si preoccupa più d'evitare gl'esorcismi hollywoodiani di Reiner ("Non è mai troppo tardi" ["The Bucket List"], 2007) o l'estetizzazioni altoborghesi d'Haneke ("Amour", 2012) che di trovare un proprio personale percorso. "Lo strato di gommapiuma sistemat'attorno agli spigoli della storia e dei personaggi rend'il risultato un po' bloccato, e noi finiamo col seguire le vicende dei due protagonisti con una distanza emotiva ch'appare eccessivamente comoda" (Federico Gironi).
5 anni e 4 mesi fa
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Nella pagina del Film La casa di Jack di Lars von Trier
C'era un Trier che sapeva usare l'estetica per sondare l'etica, ora è rimasto un Trier provocatoriamente inutile e inefficace, che piega per intenti estetici o anestetici l'etica o la falsa e farsesca immoralità sperando di far credere che, "Jenseits von Gut und Böse", stia ancora parlando d'arte e d'antropologia: "Esse sono il regno del male e io lo raffiguro" ("metto in scena l'osceno", cit.). Però il suo inferno, come quello di Dante, Blake, Doré, è vacuamente immondo. Manc'a dirlo, per i Cahiers è l'ottavo miglior film dell'anno.
5 anni e 8 mesi fa
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Nella pagina del Film La Conseguenza di James Kent
Sarebbe stato lecito e doveroso aspettarsi un film sulla riconciliazione, uno di quelli cari a Robert Benton ("Le stagioni del cuore", 1984). Nulla del genere. È una telenovela che poteva essere ambientata in qualsiasi altro luogo e tempo. Meglio ancora: nella spazzatura.
5 anni e 3 mesi fa
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Nella pagina del Film Border - Creature di confine di Ali Abbasi
Per poter essere davvero imprevedibile, Abbasi non avrebbe dovuto dirigere l'adattamento d'una storia breve del prevedibilissimo Lindqvist, un altro che, come del Toro, parla di freaks genetici, body shaming, minoranze identitarie e diversità sessuali non col realismo di Browning, Herzog, Lynch ma col genere fantasy, dunque coi simbolismi dei tanti Magneto contro Xavier. Nel suo caso, della mitologia norrena e del folklore scandinavo per darsi un tono più artistico e autoriale invece che mainstream per adolescenti. Ed è ovvio ch'il risultato non cambi.
4 anni e 10 mesi fa
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Nella pagina del Film Il colpevole – The Guilty di Gustav Möller
Come già "Locke" (Knight, 2013) e "Beast of Burden" (Jesper Ganslandt, 2018), un pesantissimo esercizio di stile buono solo per i festival indie tipo il Sundance o i suoi epigoni di Rotterdam e Torino. Dopo un'ora dì vuot'assoluto, un unico colpo di scena. Hanno osato definirlo a "high-concept thriller". Quand'è allora ch'il profilo sarebbe infimo?
5 anni e 7 mesi fa
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Nella pagina del Film Momenti di Trascurabile Felicità di Daniele Luchetti
Un medioman gialappasiano in un contesto molto più alla Warren Beatty ("Il paradiso può attendere", 1978) che alla James Stewart di Capra (1946). L'argomento serio forse per eccellenza è trattato coi toni della commedia semplice e spensierata, i quali stridono con l'ambizioni d'un film ch'invece non vorrebb'affatto esser'inconsistente, annacquato e, appunto, trascurabile. In questo lavoro di Lucchetti la banalità del quotidiano non viene disinnescata ma si riverbera e dilaga con tanto di messaggio finale sull'accettazione assolutoria e incondizionata della vita, a prescindere da pregi e difetti.
5 anni e 5 mesi fa
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Nella pagina del Film Boy Erased - Vite Cancellate di Joel Edgerton
Nel 1871 il diciassettenne Rimbaud, gày, scriveva "JE est un autre", una frase divenuta centrale nell'ancora irrisolto dibattito filosofico sul concetto di "altro". Nel 1999 il sottoscritto ha creduto che "Matrix" tematizzasse il "conosci te stesso" e Neo com'ulteriorità e trascendimento del proprio io, con buona pace per gli psicologismi di Winnicott e del suo "vero sé". Vent'anni dopo, il film viene festeggiato solo quale manifesto della comunità LGBT[Q]. "Boy Erased" fornisce il suo contributo nel ridurre il problema identitario a una questione di gender.
5 anni e 6 mesi fa
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Nella pagina del Film Il Professore e il Pazzo di Farhad Safinia
Non si sa se le traversìe produttive del film ne abbiano condizionato l'esito. Sarebbe dovuto essere diverso il finale o il montaggio o la location da Dublino a Oxford? Quanto si discosta dalla vicenda vera? Il sito "History vs. Hollywood" ancora tace a(l) riguardo. "The Professor and the Madman" è comunque melgibsoniano sin'al midollo, con la sua ossessione per un obiettivo sovrumanamente folle che, a differenza del 1° Herzog, viene raggiunto per divina grazia sacrificale. Stavolta Gibson fa incarnare la follia a Penn come suo alter ego (dalla barba al resto) e per un'ora n'esce un buon classico, corale e "period drama", poi il buco nero dell'amore martirizzante inghiottisce (appunto sacrificandoli) i personaggi a uno a uno (non è spiegato il twist dell'alienista e svaniscono le figure femminili, le proli, i comprimari) e in scena rimane solo lui, il "Braveheart" "matt-attore" e purtroppo didascalico.
5 anni e 7 mesi fa
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Nella pagina del Film Captive State di Rupert Wyatt
Complotto dalla ragnatela tropp'ingarbugliata per coinvolgere chicchessia in una vigliacca metafora politica sci-fi vaga quanto la forma dei suoi alieni. "Light a match, ignite a war": continuando a non avere la minima novità da suggerire, insistono coi remake più o meno espliciti.
5 anni e 8 mesi fa
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