Scritto da: C. De Padua Visconti
in Diario (Esperienze)
Il mondo è stracolmo di gente buona che non s'incontra mai.
Composto venerdì 15 settembre 2017
Il mondo è stracolmo di gente buona che non s'incontra mai.
Sono diventata esigente. Intransigente. Non faccio sconti. Non mi vendo. E se decidessi di vendermi, lo farei al miglior offerente.
Quando ricevi sulla tua pelle troppo a lungo il verbo "subire"... con l'esperienza e il tempo impari l'importanza del verbo "restituire". Questo non significa far del male o ferire, ma semplicemente aspettare che la vita metta in moto quella famosa ruota e porti giustizia a chi ha fin troppo subito.
È difficile ma tutto si impara. Come a dare importanza a chi ti dimostra che sei speciale, senza far prevalere cosa sono le persone per noi, ma guardare anche ciò che siamo per loro.
Con il tempo ho imparato che le persone che ho incontrato, anche senza far parte completamente della mia vita, in qualche modo sono state tasselli di congiunzione per arrivare alla giusta consapevolezza e follia.
Di ogni persona che incontriamo e frequentiamo ci rimane inconsapevolmente qualcosa di bello o brutto. Sono per noi come specchi in cui ci riflettiamo e attraverso i quali riusciamo a comprendere cosa non vorremo mai diventare e cosa invece vogliamo assolutamente essere. Per noi saranno un dono in entrambi i casi.
Di chi è la colpa?
Molti tra Genitori, Educatori ecc... chiedono con insistenza a se stessi ed al prossimo il solito ed umiliante "Perché", dopo l'uccisione della ragazzina di Lecce per l'azione violenta del suo "fidanzatino".
Spesse volte siamo portati a ricercare nell'angolo più impervio inutili risposte, perché sprovvisti di utili ragioni sulle quali poggiar le nostre amare delusioni. Si, Delusioni! Perché dietro la sconcertante storia della ragazzina di Lecce ogni "personaggio" della storia non andata a buon fine sarà costretto a contar le delusioni ricevute dalla dura ed improvvisa batosta.
E noi, poveri spettatori, ad ogni epilogo infausto continuiamo il cammin dell'esistenza nell'oscuro tratturo puntellato d'ostacoli d'ogni sorta, indugiando, temendo, piangendo, sperando in un domani più florido e meno avaro di belle notizie, per poi tornar nell'oblio, caratteristica dei nostri mortali sensi.
La colpa di tutto ciò non è di alcuno ed è d'ognuno,
ugualmente e contemporaneamente.
Dov'è l'innocenza in tutto questo?
Dov'è il desiderio profondo di tornar bambini innocenti?
Qualcuno di voi, adulti e vaccinati, prova ad esser come loro, candidi ed innocenti ometti, o è fortemente preoccupato della personale reputazione nel lasciar, magari, una brutta immagine di sé?
S'è persa l'innocenza!
Questa è la prima causa, a mio avviso, della dolorosa strage che insanguina da tempo il mondo, immortalato nel suo insano e patetico egoismo,
nell'interesse spropositato d'ottenere sottraendo al prossimo un po' di dignità.
Che bello rivedere in tv "Anna dai capelli Rossi".
Che gioia nel gustare la semplicità, i valori, le buone maniere, la serietà nell'educare al rispetto del prossimo.
Ecco, ricordo con vero piacere questo cartone animato giapponese... perché ha contribuito alla formazione della mia sensibilità. Adesso torno a seguirlo con occhi diversi ed ottengo le risposte che ognuno di noi cerca con urgenza e disperazione. Ogni attore sociale è colpevole allo stesso modo quando vi è al centro la formazione spirituale (non solo Didattica) del bambino. I bambini sono frutti tanto belli a vedersi, ma acerbi. Hanno bisogno di amore per maturare ed assorbono qualsiasi atteggiamento, qualunque frase, parola o gesto che possa giungere dall'esterno, a partire da Genitori, Educatori, Professori, per finire con amici, compagni di scuola o, semplicemente, gente comune incontrata per strada.
La società tutta ha la grande responsabilità di avviare il fanciullo alla vita adulta.
Di chi è la colpa?
Certamente non di Anna; non di Marilla o del fratello Matthew; non del mare, dell'assolato campo di grano, delle stelle che illuminano le notti d'estate o dell'incantevole tramonto in riva al mare, dove ora sorride la ragazza di Lecce. Si, in questo momento è in un tramonto speciale, nelle onde che dolcemente carezzano la battigia, nelle foglie che cadono leggere nella prima frescura autunnale. Ha da poco consegnato una valigia piena di rose fiorite, in cambio di un abbraccio sincero, di un amore profondo che va oltre quel misterioso e talvolta malinconico desiderio, oltre questo fragile mondo.
Un giorno mio marito portò uno scatolo. "Aiutalo!"... mi disse... un rondinotto caduto dal nido. Era digiuno da due giorni... bevve solo una goccia d'acqua. Non volle mangiare. Si aggrappò con gli artigli alla mia mano... mi guardò con uno sguardo senza paura... senza innocenza né colpa. Accostai la mano alla finestra... sentì la corrente... fremette un istante... aprì le ali... e volò.
Quando ero piccola, amavo un gatto. Viveva indipendente e con amore me ne prendevo cura. Un giorno mi venne incontro con un occhio penzolante e privo di forze... lo sdraiai su un tavolo, intervenni sull'occhio fermando l'emorragia e l'infezione e lo bendai. Il gatto guarì. Dopo molto tempo, mio padre mi diede la notizia della sua morte... lo avevano investito dal lato in cui mancava l'occhio. Non potevo credere che non c'era più... dissi a mio padre: "dov'è?"... e sulla strada c'era la macchia... andavo sempre lì... la accarezzavo... dopo un anno... sulla strada... c'era la "macchia".
La vita insegna sempre. Anche nel silenzio. Quando non ti mostra strade nuove, vie di uscita o possibilità, lei ti sta insegnando qualcosa. Nel buio si può imparare a camminare e a ritrovare la luce. Nel silenzio si impara ad ascoltare. Il silenzio fa paura a volte, tanta, ma la paura va provata per poterla affrontare e superare. Le vie di uscita vanno cercate, anche a piccoli passi, perché solo quelle conducono a nuove strade. La vita insegna sempre. Insegna con un abbraccio, perché abbracciare è imparare a lasciarsi andare con fiducia nelle braccia di qualcuno. Insegna con un sentimento, perché i sentimenti rendono migliori e più ricchi dentro. Insegna con le lacrime, perché piangere molto spesso è un punto di partenza. La vita insegna qualcosa ad ogni passo che fai. Insegna dietro a tutti quei "perché"! ? Che ogni giorno pronunci. La maggioranza di quei perché non hanno risposte, la vita non le da, non le mostra, ma un giorno potrai capirne il senso. La vita insegna quando fa in modo che le cose si evolvano come speri, ma insegna soprattutto quando senza pietà ti spezza le gambe, ti toglie forza e ti lascia a terra. Rialzarsi! Proseguire! Lottare! Per imparare tutto questo devi vivere... perché la vita insegna! Non lamentarti troppo, non rinunciare, non arrenderti... è solo tempo perso. Rallenta, riposa, rifletti, ma prosegui... sempre!