Esperienze


Scritto da: Giorgio Baiardi
in Diario (Esperienze)
Mi sedetti su quella panchina in mezzo al verde, come se la stanchezza fosse parte di me. Come se quel periodo, ormai del passato, gravasse ancora pesantemente sulla mia malinconica felicità. Sapevo che non avrei dimenticato mai quella parte di me che aveva voluto andarsene da quel distacco così doloroso. Forse in quel momento avrei voluto ancora prolungarlo, ben sapendo che la fine di ogni cosa rivela un grande segreto. Quello di vedere in modo chiaro quanto la solitudine si sarebbe impadronita del mio cuore. Non avevo più quel sorriso che ora, disegnerebbe rughe profonde sul mio volto e non sentivo più tutta quell'importanza che quell'attimo aveva lasciato dentro me per molto e molto tempo. Avevo solo il ricordo di me con quel sorriso triste, che aveva solo un'immagine di facciata nel constatare che dopo tutti i sogni, avrei dovuto affrontare la realtà. Era passato tanto tempo, che il tempo mi aveva fatto comprendere quanto i prati intorno a me avessero il significato unico di vedermi correre felice, nonostante correre non avrei potuto più. Correre, correre e correre. Perché le cose che non si hanno più hanno un valore diverso. Per tutto l'amore che ho dato e che ho ricevuto, ho sempre voluto cose estreme. Ma amo le cose estreme quando valgono... e sono così banali quando non valgono...
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    Scritto da: Giorgio Baiardi
    in Diario (Esperienze)
    Essere felici nel vero senso della parola, ha un sapore di vittoria e quel giorno avevo la sensazione che vincere non fosse sempre facile. Come se tutte le difficoltà della mia vita si fossero accentrate in quel momento. Negli occhi spesso si nascondono molti mondi nei quali abbiamo vissuto, pezzi di vita ai quali dobbiamo rendere merito, cieli nei quali ci siamo perduti, mari nei quali siamo affogati. Non solo, ma con molti "ormai" diventati tali con la domanda del perché un ormai diventa un ormai. Forse perché l'amore è soltanto uno, tra le così tante combinazioni che avvengono tra le persone. E la scelta, in fondo è soltanto un'idea sulla quale abbiamo rifuso le nostre speranze su di un amore grande e tanto possibile. Senza che questa idea possa essere imposta, ma solo suggerita dal cuore. Stavo lasciando, su quel selciato sulla quale stavo camminando per raggiungerti, le tante speranze accumulate nel passato per camminare su migliaia di fogli bianchi da scrivere in questo nostro presente così tanto voluto. Tu eri seduta nel nostro caffè, con l'aria di chi ha passato tempi migliori e il primo pensiero che mi venne in mente fu quello che non avessi avuto il mio stesso passo. Ti amavo a tal punto che il vederti così triste non me lo faceva sopportare. L'amore non è mai quello che ci immaginiamo e conquistarlo fa venire la voglia di riscrivere la nostra vita. Ma anche di rinunciare alla felicità se questa non è una felicità condivisa. Mi sedetti vicino a te come un piccolo uomo si avvicina ad un pianeta inavvicinabile. Con la paura che le nostre diversità ci avessero ancora una volta allontanati. Ma tu silente e bella come non mai, mi sorridesti ed i tuoi occhi si ingrandirono pieni di quell'amore che sapevo riconoscere. Ed io mi persi in quel cielo, affogai in quel mare. I tuoi occhi, un paradiso immaginario. Molto reale.
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      in Diario (Esperienze)
      Quando la paura fa da setaccio a tutte le emozioni, intuisco la dolcezza che sta nelle nostre mani aperte, il mio grido vuole la pace, la vittoria di queste anime che hanno lottato troppo, hanno amato troppo, hanno respinto tutto il buio in cui erano state appoggiate da menti ignobili. Quando la paura supera il dolore del petto, io ti chiamo per nome, ti restituisco questo sguardo d'amore. Voglio conoscere i tuoi attimi, il tempo che li trattiene avido e lo spirito che li libera dall'oppressione. Voglio mescolare il mio timore al tuo, per farli svanire, voglio che il mio corpo sia talmente legato al tuo, da non ammettere altri.
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        Scritto da: Edy Erre
        in Diario (Esperienze)
        Nella vita bisogna andare sempre avanti, mai fermarsi ad un intoppo, mai rimpiangere chi si è voluto fermare lungo la strada. Mai guardare indietro per ciò che è stato. Vivere di rimpianti ci allontana dal goderci il presente. Dobbiamo proseguire a testa alta e cercare di imparare da ogni singola cosa che incrociamo sul nostro cammino. Ricorda che anche un sassolino che entra nella scarpa ha il suo perché, se solo riusciamo a coglierne il senso.
        Composto giovedì 19 marzo 2015
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          Scritto da: Lucia Quarta
          in Diario (Esperienze)
          Tutto si può comprare, ma non di certo l'amicizia, nemmeno l'amore oppure le buone maniere. Si può essere tutto ma mai clonarsi come un'altra persona. Sotto questo cielo, tutti abbiamo una vita nostra. Poi basta accontentarsi per come si è puoi cambiare e migliorare ogni giorno senza mai oscurare nessuno, perché la vera serenità la senti dentro alla tua anima, senza invidiare nessuno, il bello nella vita, arriva quando non ti aspetti niente, invece arriva la sorpresa che non aspetti ed è quella la vera sorpresa.
          Composto giovedì 20 aprile 2017
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            Scritto da: Silvia Nelli
            in Diario (Esperienze)
            Ho smesso di odiare e di portare rancore, semplicemente lascio andare. Non vivo più di rabbia e di malumori, semplicemente scelgo. Sapete, odiare, portare rancore, provare rabbia porta solo a stare male, a vivere male e non in modo sereno e in pace con se stessi. Lasciare andare e scegliere chi portare avanti e chi lasciare dietro fa proseguire in piena serenità il tuo cammino. Ricorda; chi ti fa del male o ti ferisce per essere punito non ha bisogno del tuo rancore e della tua rabbia, ma della tua felicità e del tuo sorriso. Perché vederti proseguire felice e indifferente lo distruggerà. Vederti a pezzi e piena di rabbia lo renderebbe solo felice ed orgoglioso della consapevolezza di aver vinto!
            Composto giovedì 20 aprile 2017
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              Scritto da: Shalimar
              in Diario (Esperienze)
              Non so se ho più spesso amato, o se ho solo creduto o pensato di farlo. So che ho fatto soffrire, forse più di quanto ho sofferto io. So di aver perdonato, anche quando forse non avrei dovuto farlo... ma chissà se sono stata perdonata anch'io. So di averci messo sempre il cuore con le persone, anche quando l'istinto o la ragione mi dicevano "non farlo!", anche quando sapevo che non ci sarebbe stato nulla da ottenere in cambio... ma non so se loro hanno fatto lo stesso con me. So che ogni giorno combatto una guerra contro quella parte di me che mi vorrebbe più distaccata, più menefreghista, più leggera. È difficile non cedere alla tentazione di cedere le armi e dargliela vinta... questa è forse la battaglia più complicata che la vita mi abbia mai chiesto di affrontare.
              Composto giovedì 13 aprile 2017
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                Scritto da: Shalimar
                in Diario (Esperienze)
                Perché alla fine sai chi vince? Vinco io. Io che non mi lascio sopraffare dai malumori, dalle delusioni e che continuo a sorridere, malgrado tutto e tutti. Vinco io che non mi inaridisco e che continuo a pensare e sopratutto a credere, che alle volte la vita e le persone, possano stupirci. Vinco io che continuo a scegliere di essere quella buona, perché di stronzi ormai, ne è pieno il mondo. Vinco io che non sono e non sarò mai leggera, perché alle parole e alle azioni, ahimè, ci darò sempre il giusto peso. Vinco io che mi mostro nelle mie debolezze, nelle mie fragilità, nei miei eccessi, lasciando agli altri maschere che io non voglio più indossare. Vinco io che imbocco sempre il sentiero della sincerità, lasciando agli altri la più comoda autostrada dell'ipocrisia. Alla fine vinco io, perché malgrado le ferite e le delusioni, io continuo a metterci il cuore, anche quando non dovrei, ma questa è la mia scelta, questa è la mia forza.
                Composto sabato 29 ottobre 2016
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                  Scritto da: Roberto Giusti
                  in Diario (Esperienze)
                  Torneremo mai a essere poeti guerrieri, armati del nostro amore e della nostra libertà, esseri liberi e indipendenti da questa società di schiavi, marionette a cui hanno tessuto filo troppo ingarbugliato? Sarò mai un uomo libero da ogni ragione sociale e legge, per sentirmi uomo davvero libero di vivere la mia vita come cazzo mi pare e piace? È giusto quindi pensare di preferire una vita breve, intensa e vissuta, piuttosto che una vita passata a dire "sì padrone" ed inchinarsi praticamente ai voleri altrui. È giusto? Non lo so, ma io credo sia un dovere scegliersi la propria strada, percorso, il proprio destino. Perciò io ci provo e vada come vada, senza rimpianti né rimorsi.
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