Poesie personali


Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Ed è magia per me sentirmi trasportar dall'imbrunire
Quando intravedo il giorno
Intento a ricercar giaciglio per dormire

Quando affrettate ombre si truccano prima di svanire
Lasciando spazi immensi alle ombre artificiali

Ed è magia per me lasciarmi trasportare

L'imbrunire è come musica mi fa danzare
È una favola che si muove... la puoi vedere

L'imbrunire... è l'infinito che mi spinge a cercare.
Composta mercoledì 27 febbraio 2013
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    Scritta da: Franco Mastroianni
    in Poesie (Poesie personali)
    E m'innamoro tutti i giorni solo a pensarti
    Aprendo gli occhi
    Il primo desiderio è poter stringerti, amarti

    Respiro i miei pensieri perché sanno di te
    Immagino di noi
    Del tempo che non c'era ed ora c'è

    E m'innamoro tutti i giorni perché sei così semplice
    Compagna donna amante, complice

    E m'innamoro tutti i giorni perché sei insostituibile
    Dolce testarda irriducibile.
    Composta martedì 26 febbraio 2013
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      Scritta da: Franco Mastroianni
      in Poesie (Poesie personali)
      Chiamatemi pure disertore
      Non sono mai stato e non voglio diventare un eroe
      Sono solo uno sguardo che incrocia col tuo
      Un momento un'istante un germoglio
      Nelle vite passate magari ero pianta
      Forse un gufo una volpe una triglia

      Chiamatemi pure disertore
      ma io sono stanco di essere qui
      non sapere il perché e dover obbedire
      prigioniero dei modi di vivere dei modi di dire
      sono solo uno sguardo che incrocia col tuo
      poi il rumore che immancabilmente sovrasta parole.
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        in Poesie (Poesie personali)

        La morte cieca

        Che differenza c'è
        fra i cento spediti nei forni,
        tutti insieme,
        ed i cento morti
        uno al giorno,
        per cento giorni.
        E si tace
        non come quando non si sa
        ma come quando
        non si vuol far sapere.
        Ed ancora parla troppo
        invece
        chi dovrebbe tacere
        perché non ha nulla da dire.
        Che differenza c'è fra il dover morire
        colpiti da un'arma con la matricola abrasa
        in una rapina
        una rissa,
        per una pallottola vagante
        o per colpa dello stato,
        della sua inefficienza,
        della sua crudeltà.
        Fa forse differenza
        che si muoia
        per una sentenza sbagliata,
        per un'ingiustizia subita,
        o un errore di persona.
        A causa di una toga,
        una divisa,
        oppure per mano di un uomo mascherato,
        di un pazzo in libertà
        oppure un rapinatore.
        E tace la stampa comprata
        nessuno più cade da un tetto
        nessuno si appende a una corda.
        Ognuno pensa al paese
        con le parole,
        ai cazzi suoi
        con i fatti.
        Buon proseguimento di mattanza.
        Composta martedì 26 febbraio 2013
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          in Poesie (Poesie personali)

          Buon compleanno

          Se odio il mio,
          perché dovrei amare il tuo.
          Perché dovrei amare quel primo giorno,
          il giorno in cui mi sono sporto alla finestra
          ed ho deciso di buttarmi,
          o forse mi hanno spinto.
          E la caduta dura gli anni che deve durare,
          la chiamano vita,
          gli altri,
          lo chiamano calvario,
          o discesa all'inferno,
          quelli come me.
          L'unica cosa certa
          è il tonfo finale.
          Se cadi a testa in giù
          vedi avvicinarsi il fondo
          ed hai paura,
          se cadi a testa in su
          vedi quel cazzo di vita che ti gira intorno.
          O fai tutto ad occhi chiusi,
          o rubi al volo un paio di occhiali molto neri,
          come l'umore.
          Composta martedì 26 febbraio 2013
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            Scritta da: Wine
            in Poesie (Poesie personali)

            Mi suonano ancora lontani

            Assaporai quel tuo profumo
            fra le lacrime
            sporgendomi sempre
            più verso il tuo corpo,
            perfettamente levigato
            dai venti della Storia,
            immergendomi
            nella profondità azzurra
            del tuo sguardo
            guaivo,
            implorando il tuo amore
            e più tu mi tendevi la mano
            più sentivo di esser perso,
            di esser prigioniero del tuo
            prosperoso seno
            assieme a tutti gli amanti che ti sei
            cercata...
            Ogni tua parola,
            ogni tuo pensiero
            pesavano quanto il Tempo
            ed eran leggeri
            quanto la dolce melodia
            che le Sirene
            sprigionavano
            bagnandoti le cosce.
            E noi tutti ammaliati
            da quella perfezione quasi
            sovrannaturale,
            persi nella potenza
            del suono della tua voce,
            nel ritmo del tuoi passi,
            schiacciati dall'immensità
            del tuo calore.

            E tu,
            ti lasciasti percuotere
            silenziosa,
            con gli occhi che urlavano
            lacrime di disperazione...
            E volgesti lo sguardo verso di noi...
            i tuoi più grandi traditori,
            e tutto l'amore che ci hai dimostrato
            te lo abbiamo reso con una
            croce sul petto,
            deturpando selvaggiamente il tuo
            maestoso aspetto
            e lentamente aspettiamo il tuo declino,
            piangendo e urlando
            mentre
            continui ad essere stuprata e violentata
            dalla gente che diceva di amarti.
            Ma in fondo anche io,
            mia dolce Italia,
            non ho fatto altro che stare
            fra i tuoi seni a guardare,
            inondandoti di lacrime
            e continuando a sperare.
            Composta martedì 26 febbraio 2013
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              Scritta da: A. Cora
              in Poesie (Poesie personali)

              Occhi nel tempo

              Occhi che vagano
              il niente, saziati da ciò
              che circonda, tinto d'un grigio
              invadente

              La mente svuotata, assapora il silenzio
              la solitudine avvolge come a tratti fa il vento
              L'oscurità si confonde, tra brevi lampi di luce
              che proiettano amate sembianze, miraggi ancorati
              alla mente

              Foglie che vibrano al vento, prive di ogni commento
              colpiscono come frammenti, un'età vissuta d'istanti
              C'è vita in questi momenti, che pare d'un mondo
              distante, pur se carezza
              la mente

              D'un tempo passato nel tempo, d'un viso
              ancora presente, che vedo, che vive
              respira, quei baci profondi ardenti
              Un cuore che batte, che cerca
              momenti, di quel
              passato, vivente.
              Composta venerdì 14 settembre 2012
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                Scritta da: A. Cora
                in Poesie (Poesie personali)

                Oscuro chiarore

                Non era il soffiare del vento
                che le fronde più lievi piegava
                Né il frastuono del fiume, che tra
                sassi più forte scorreva
                A impedire alle ciglia di smorzare la luce al costante
                pensare, seguendo le tracce d'un sogno
                che ancora il alto
                volava
                È quel perduto amore, per quella mai detta parola
                che pure dal cuore sortiva, a lasciar quel'amaro
                sapore, che la notte la
                mente corrode
                È la rabbia, che l'uomo divora, per
                la carenza d'amore, che confonde
                nel buio i colori
                È il silenzio ch'avvolge il
                ricordo, fa più rumore
                del tuono.
                Composta sabato 20 ottobre 2012
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