Poesie personali


Scritta da: Rossella Porro
in Poesie (Poesie personali)
Come corda tesa
si stende la mia vita
sospesa
su sconosciuti oceani
non è la resa che
mi ha spinto fin
nel mezzo del corda
stesa
non è paura che ora
mi ha frenato
il passo
è che nel mezzo
dell'ardito viaggio
un dubbio
mi si presentò insolente:
con l'arte funambolica
ero abbastanza attinente?
Composta martedì 5 luglio 2011
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    Scritta da: Franco Mastroianni
    in Poesie (Poesie personali)

    Il colore delle viole

    Il rumore della gente che calpesta le parole
    impregnandole di falso distruggendone il sapore
    molte volte ci confonde e ci fa dimenticare il profumo della terra il colore delle viole.

    La materia che si amalgama distratta
    lascia solo sguardi vuoti nei riflessi della fretta.

    Lingue pronte ad elargir parole amare son le stesse che si prostrano all'altare.

    Quanta gente che non sa più sussurrare stravolgendo le parole
    deformandone la forma nel godere del gridare... quanta gente non sa più dialogare.

    Scusa è tardi... devo proprio andare.
    Composta martedì 5 luglio 2011
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      Scritta da: Ada Roggio
      in Poesie (Poesie personali)

      Non so più

      Non so più...
      Non so più se fuori c'è il sole oppure piove
      Non so più se.
      Ma continuo a camminare,
      su carboni ardenti, su fili incandescenti; la vita continua a regalare.
      Sapore amaro, sapore disperato.
      Psicologicamente, colpita dal tumore dell'anima.
      Non c'è medicina, non c'è dottore
      Il male è invisibile, ma talmente percettibile
      allo sfiorare del vento, penetra sempre più profondamente.
      Passa un giorno, un'altro giorno ancora.
      Passa così un mese, un anno ancora.
      Non so più pregare, non riesco più a pregare.
      Signore
      Aspetto, aspetto, aspetto.
      Composta domenica 3 luglio 2011
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        Scritta da: Davide Bidin
        in Poesie (Poesie personali)

        Le Lacrime Estive

        Quando i giorni passano
        e il vento gioca coi ciuffi
        e la luna coi grilli riposa
        ripeti in mente parole donate
        frammenti di emozioni perfette
        a cui devi qualcosa
        non per me questi indegni versi
        ma per altri lo faccio
        lo faccio per loro,
        dolci creature del caos.
        lo faccio per Hikmet
        e per le lacrime a me donate
        lì, alle porte di Madrid
        o laggiù a Varsavia
        sul treno della malinconia.
        lo faccio per Bukowski
        l'uomo dai meravigliosi occhi
        lo sprezzante giocatore di ordinarie follie.
        L'uccello azzurro ora è libero.
        davvero!
        A padre Pasolini
        so che è orrendo conoscere i peccati
        della mia nazione
        dai calzoni grigi delle persone anziane.
        ti confido il mio dolore
        Alla sconfinata assurdità di Lovecraft
        poiché egli, più di altri
        ha saputo vedere oltre il
        pallido velo
        di questa cosa che ci ostiniamo a chiamare
        realtà
        e adoro il beat, come si possono odiare i beatnik?
        Sentendo Ginsberg urlare dei giramondo sui binari morti
        Burroughs alla cerca dello yage rivelatore
        Kerouac e Cassady trovando la strada, sulla strada
        e Corso, il più grande poeta che la libertà sa regalare
        Corso che bazzicava senza sosta nel suo, campo mentale
        Corso che dorme a fianco di Shelley nella città eterna
        "the lone and level sands stretch far away"
        a tutti voi la mia pace più greve.
        E non dimenticatevi la voce di Palazzeschi
        che come Cecco ha divelto le porte
        della parola
        giungendo alla sordida mente attraverso
        un nascondiglio fuori dalla natura
        leggete il verbo da lui mosso sul viso
        ha ucciso?
        E tutti coloro che ho letto finora
        e chi ancora leggerò un domani
        e di chi non leggerò una parola
        grazie per ciò che avete fatto
        o farete
        poiché di voi è composta l'essenza dell'uomo.
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          Scritta da: Violetta Serreli
          in Poesie (Poesie personali)
          Ti scava dentro. Lenta. Acida. Tossica.
          Giorno dopo giorno, circondata da persone che scambiano la mia smorfia di dolore per un candido sorriso.
          La felicità è la forma più opprimente di paura. Perché quando la si perde, non la si riacquista più.
          Preferisco per me la sofferenza, ma una sofferenza sincera.
          Quella sofferenza dietro la quale si nasconde la felicità.
          Composta venerdì 31 dicembre 2010
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