Noi
Il sole lassù
che scalda in silenzio
l'amata terra
senza avvicinarsi mai
senza scaldarla troppo.
Lei lo osserva
non parla
non ascolta
si scalda
ma rimane lì
in silenzio
immobile.
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Il sole lassù
che scalda in silenzio
l'amata terra
senza avvicinarsi mai
senza scaldarla troppo.
Lei lo osserva
non parla
non ascolta
si scalda
ma rimane lì
in silenzio
immobile.
Intrappolato in un sogno, respiri,
illuso nei tuoi pensieri appari,
guardi il feretro della tua anima e piangi,
avverti il domani e fuggi.
Briciole di ricordi compaiono come sciami di mosche,
sento il tuo pensare
arriva a me come il rumore delle foglie sugli alberi,
spunta il sole e un altro giorno sta arrivando,
mentre arrivi al silenzio, ritorna l'incastro di quel giorno,
uno come tanti, uno di oggi, uno di domani...
Ti fermi sulla radura della vita, aspetti il pasto degli avvoltoi
le tue parole sono spente, hanno lacerato il cielo,
come una stella cadente segui la scia del sonno,
l'amore non è più quello che senti, cade nel vuoto,
lotta contro le agonie di morte, ma è in te,
rimane lì a combattere contro il cuore tuo ormai muto di me...
Davanti ai miei occhi stupiti
ci sono le sbarre
e il paesaggio del mondo
con le fitte ombre verticali
continua a vivere
per il battito di infiniti cuori.
Gli aguzzi denti
sorridono ad altri denti
mentre l'acqua limpida degli occhi
scende per l'altra acqua
e dentro le membra
risuona lo scricchiolio delle ossa.
Delle calde labbra
e le sensazioni animali
umane vette della felicità
vivono sopra un guanciale.
Vita!
Correre
ma le gambe ferme
lasciano andare i nervi
e nelle orecchie
risuonano parole stanche.
Compare dal nulla
mi invita, mi
"importuna",
mi bombarda sul
"sapere"
le do
confidenza,
se ne prende
tanta,
cerchiamo
di fare
amicizia
poi,
come
una bambina
capricciosa
mi contraddice
niente
le si addice
perché
alla fine si svela
per quella che è...
una "modesta"
tra le tante!
Son qui, com'è qui l'insetto,
come il sasso e come il fiore,
nella quiete di quest'ore,
son qui solo al mio cospetto.
Questo cielo ancor sereno
sarà cupo e turbolento,
poi spazzato via dal vento
e squarciato dal baleno.
Quella valla rappezzata
è distesa fino al colle,
ma nel tempo delle zolle
sarà coltre violentata.
Tutt'intorno non c'è gente
testimone al mio sgomento:
per quel dì che sarò spento
lascio tutto o forse niente.
Cedo al mondo i miei difetti
con le ansie e con le noie
e a voi cari, le mie gioie
nello scrigno degli affetti.
Guardo la porta di casa mia
le stesse scale, la stessa via
persone passano, sorrisi spenti
ma ti salutano, sono momenti
ti guardi intorno non vedi niente
però in realtà c'è tanta gente
gente che guarda, gente che sente
pensieri esplodono nella tua mente
le circostanze sembrano facili
ma sono vie che si spezzano gracili
vorrei evadere da questo posto
dal cielo nero come l'inchiorstro
fuggire da questa monotonia
cullarmi nella fantasia
in sciocchi sogni del mio passato
che con il tempo ho abbandonato
dicono che la speranza sia infinita
ma io non vedo via d'uscita
ed io mi sento incatenata
forse vorrei soltanto essere amata.
Se potessi scegliere
nel prato fiorito
di tutto il mondo,
la mamma più buona,
più bella...
Quella sei tu "mamma"
Grazie
per avermi dato la vita.
Nelle giornate che ti senti sola
o quando il vivere è un tormento
cercami... sono nel vento.
Ho navigato nel tuo mare
ho assaporato le tue dolci onde
senza rubare... ho posseduto i tuoi tesori
ma... pirata io inesperto
mi sono fatto portar via dai venti
lasciando il cuore mio
nel tuo profondo mare
Quel mare
che ogni tanto i miei pensieri
continuavano a solcare.
Seduta allo specchio si preparava per la sera.
Era bella, ancora giovane e una volta forse allegra.
Capelli castani accarezzavano le sue spalle,
Come le lacrime il dolce viso pallido e triste.
Arrivava la notte per scoprire il sole.
Lei come una farfalla volava nella luce,
Ballando, sorridendo, con la vertigine,
Sognava un altro mondo dentro di se.
Gli occhi dell'uomo vedendola si illuminavano,
Il suo corpo diventava il palco del crudo desiderio.
Ma lei sapeva, ogni volta dopo questa tortura,
La bellezza tormentata rimarrà sempre solo sua.
La notte era passata, il locale si svuotava.
Lei nella solitudine della camera chiudeva la porta.
Il fuoco era spento, svanita la fantasia,
Solo il dolore del passato la penetrava ancora.
Tremava, seduta sola sulla stella dell'oscurità.
Il suo credo era divorato dall'avidità.
L'amicizia, l'amore dolce, l'affetto sincero
Erano in quel mondo falsi ed a pagamento.
Cerca di dimenticare che vive per il denaro solo,
Ma la luce rossa lo ricorda ogni notte di nuovo.
Una cosa sola è sua e la porta nel cuore vuoto,
questa, che l'ha portata qui, e le ha rubato tutto,
indossa allora con fiera amarezza l'unico tesoro,
perché è sua, davvero solo la sua,
la perversa e splendida bellezza.
È questa che illumina lo sguardo morto,
i suoi movimenti, le specchia la bocca, la mano,
le specchia anche la lucida lama tagliente
e il coperchio del sarcofago la nasconderà per sempre.