In mente ancor non mi vien se in fin convien che con tanta foga un giovane cerchi la droga, che a caro prezzo diventa per ogni cosa il mezzo. Da quelli io son diverso perché non condivido il loro obiettivo perverso: se proprio mi volessi ammazzar, spero almeno di non dover pagar...
Camminando, lungo il ponte vecchio una sottile brezza accarezza questa mia speranza. Firenze oggi, ieri e domani. Mille anni son passati da quando ti ho vista mia città. Nei tuoi pensieri ho camminato, tra le tue braccia ho ambito. Accadrà che l'anima di ieri del tuo passato, illuminando il mio futuro, si riconosca nel mio io. Per ora attendo, rimango osservatore. Ecco
le tue strade antiche di misteri, di sguardi, di occhi ancora lì tra i sospiri di un tempo mai passato. La tua vena, il tuo sangue in questo fiume rincorre l'infinito. Il tuo profumo di vecchio sentimento attraversa il mio ascoltare. Firenze, quanto sei lontana presente in quest'anima presente in questo cuore. Accadde domani che ieri, pensando al dopo ritoverò l'inizio di quel che sarà. Questo domani nell'oggi seguito da un passato presente nel futuro.
Conosco l'attimo posto e riposto in un sogno che violento e magico travolge l'ultima paura. Conosco e credo un destino fatto di parole.
Un brivido mi scuote con violento vivere e il silenzio afferra la pazzia di un cuore che ama.
Cosa conosco io? Conosco l'estrema forza di un estremo pensare. Conosco l'emozione, la gioia, la paura, il dolore di un addio, la grandezza di un "per sempre", l'infinito di un tramonto, l'anima del vento e della pioggia. Conosco il cielo, anche se piccole son le mie mani per carpirne anche un solo frammento. Conosco il mare e l'antico suo mistero. Cosa conosco io? Nulla. Nulla è sufficientemente vero se non visibile e vivibile nel tuo viso.
Un brivido mi avvolge, il cuore risponde alla gioia di un incontro.
Di tutto questo cosa e quanto vivo? Cosa conosco? Conosco la magia del tuo sorriso, la forza travolgente del tuo sguardo, il profumo del tuo corpo che mi sveglia nella notte. Conosco il brivido che mi segue quando cerco le tue labbra e rincorre l'ambizione di un viverle in eterno. Conosco quel sentor di seta della tua pelle che rapisce le mie mani, non certo meritevoli di questa infinita grandezza. Conosco il tuo respiro, il battito vitale del tuo cuore, la dolcezza del tuo seno, la freschezza dei tuoi fianchi. Conosco le mie mani che ti cercano come un fiore cerca il sole, che ti sfiorano come l'alito di un sogno, che cercano pace nella sottile avventura dei tuoi capelli e nella calda emozione del tuo corpo. Conosco il brivido di passione e l'attesa di sentire anche solo la tua voce. Conosco la speranza, l'illusione, la realtà, la gelosia e la paura. Conosco il terrore di svegliarmi un giorno e non trovarti più. Conosco il sogno di svegliarmi ogni giorno rapito e avvolto dal tuo viso.
Tutto questo conosco e vivo, tutto questo come un brivido infinito che mi accompagna e mi segue nel tempo e nella storia.
Ci sono viaggi che iniziano nell'anima e finiscono nel cuore. Immagini, fotografie colori, suoni.
Ero lì, ricordo. Seduto ad aspettare, forse un treno o una risposta. I mie occhi continuavano a cercare attraversando nebbia di pensieri confusi.
Un vecchio e la sua chitarra camminano insieme, entrambi silenziosi, entrambi stanchi di una vita fatta di paure.
Due bambini in divisa in ansia per partire, i genitori non li guardano nemmeno, non si guardano nemmeno.
Un uomo si avvicina e mi chiede quando parte il treno che lo porterà nel suo paese. Io non rispondo, lui chiede scusa e se ne và.
Arriva un treno ma non si ferma. I due bambini salutano arrabbiati, non è il loro treno ma presto arriverà.
C'è un odore strano nell'aria, fra poco di certo pioverà.
Una ragazza si avvicina, mi chiede se si può sedere. Io la guardo e non rispondo, lei si siede. Arriva un'altro treno, è il suo. Si alza, mi guarda e va via. Mi chiedo chi fosse, da dove veniva, dove andava, cosa cercava. Anche i due bambini sono andati via, i genitori sono ancora lì, in un ultimo forzato saluto.
Ecco, come pensavo piove. Mi raccolgo in un sospiro, appoggio la mia testa fra le mie mani fredde, chiudo gli occhi e ascolto.
Un'altro treno. Nemmeno questo si è fermato. Riapro gli occhi, i due genitori sono ancora lì. Non capisco perché. Sono fermi uno di fronte all'altro, si guardano distanti. Vicino a loro, per dispetto, con cadenza ossessiva, cade una manciata di pioggia. Tutto ad un tratto, lui bacia lei, si volta e va via. Lei è rimasta lì tutta la notte.
Ci sono viaggi che iniziano oggi, e si perdono nel passato. Ci sono viaggi mai iniziati. Ci sono addii ed incontri. Ci sono viaggi che non portano in nessun luogo.
Sono stanco, sono ore che impietrito, rimango qui ad aspettare.
La pioggia ormai si è fatta spazio nella mia mente. Mi alzo e cammino. E tardi, poche son le persone che ancora aspettano, poche e sempre più oscure.
Un uomo in divisa mi ferma, mi chiede chi sono, cosa faccio, dove vado. "Aspetto" rispondo io.
Una signora da lontano mi chiama. Vieni vieni... vieni a vedere. Mi avvicino, povera signora, vuole raccontarmi il mio futuro. Io sorrido e lei non capisce. Il mio futuro, povera signora.
Che strana la solitudine, il pensare ossessivo alla vita, il rinchiudersi nell'ombra. Decido che non è qui ciò che cercavo. Saluto la stazione e vado via. Continuo il mio viaggio, alla ricerca di qualcosa o di qualcuno.
Bruciare di un amore folle sotto il sole di un Agosto rovente. Espandersi fino a non avere più confini. Respirare percepire la vita come se fosse racchiusa in quel solo e interminabile respiro. Poi l'Autunno porta piogge di inaspettate lacrime e ceneri di disilluse passioni. Si cerca riparo nel tepore delle proprie certezze e si aspettano quei vecchi confini come il ritorno da un lungo viaggio. Respirare l'aria pungente di Gennaio e sapere di aver perso solo un'Estate. Basta guardare fuori il cielo bianco aspetta il suo momento tutto può gelare ma c'è quasi pace è quasi neve.
Mi ritrovai seduto su una panchina del parco, la luce del sole schiaffeggiava gli alberi, mentre foglie, trasportate da un caldo venticello, mi colpivano gli abiti. Pensai a quelle foglie, come ai miei ricordi, ingiallite, come foto mangiate dal tempo, svolazzanti, come gli amori in cui avevo creduto e perso, rumorose nel cadere in terra, come il mio cuore di vetro. Volsi lo sguardo verso dei bambini che giocavano, le loro urla salivano alte, gioiose, innocenti, tanto che nemmeno gli uccellini parevano impauriti, un cane si perdeva dietro ad una palla... Come un bambino mi piacerebbe sorridere alla vita, guardare negli occhi degli adulti per trovarvi l'anima, stupirmi davanti alla magia della pioggia, saltare nelle pozzanghere credendo sia un lago. Abbracciare per sentire il tepore di un cuore che ama, stringere una mano per camminare sicuro, piangere per assaporare il gusto delle lacrime, vedendo attraverso di esse le persone amate. Legare ad un aquilone il mio sogno più bello, correre a perdifiato incontro ad un arcobaleno, carezzare chi se ne sta da solo, baciare chi perde l'anima dalle labbra. Vorrei un cuore puro, come un bambino, per cancellare ogni tristezza, ogni solitudine, per amare, amare solo e soltanto amare...
Vorrei avere due grandi ali bianche, per potermi alzare in volo, salendo sempre più verso la luce, saltellando sulle nuvole. Vorrei accompagnare una fiera aquila, per poter visitare le sommità delle tue montagne, puntare le onde del mare, per poter leggere le parole che il sole vi scrive. Vorrei lasciarmi cullare dal vento, per poter seguire la scia del tuo profumo, così unico da rivaleggiare e sopraffare le meravigliose essenze dei fiori del creato. Vorrei perdermi dietro ad un gabbiano, per poter scoprire i sogni che porta sulle ali, chiedergli i tuoi perché, conoscendoli, possa portarli io stesso dove possano essere esauditi. Vorrei poter volarti accanto, invisibile, per nutrirmi del tuo sorriso, per bere dalle tue lacrime, asciugandole, per gioire della melodia del tuo cuore. Vorrei poter far volare i miei sorrisi, i miei baci, affinché raggiungano il cuore dei bambini, perché tu, incontrandoli, possa rivedere me in loro...
Avere la vita fra le mani è vivere ogni emozione, guadare oltre sentire la vita che scorre sulla pelle.
Fino a toglierti il respiro e respirare ancora più forte.
Cercare risposte anche senza trovarle e senza arrenderti mai.
Vivendo ogni lacrima trasformandola in sorriso.
È dare e ricevere senza limiti e inibizioni, non dire mai basta a quello che senti, emozioni del tuo io.
Avere il coraggio di osare osare fino in fondo comunque sia andata avrai tentato meglio rimorso che rimpianto.
Sentire l'immenso di ogni istante vederne le sfumature fino in fondo sentirne il profumo, il suono dei "rumori" e provare pace nei tuoi silenzi.
Godere dei tempi morti come vivi guardare cercare ancora guardare ogni laddove, ogni cosa. Non fermarti mai se non a guardarti e ascoltarti dentro fino in fondo.
Vedere il tramonto trasformarsi in alba tra le braccia di chi ami o di chi ti ama avere il coraggio di dire ti amo far cadere anche l'ultima barriera quella dei limiti prefissati.
Avere la vita fra le mani è essere padrone di te stesso è vivere fino infondo ogni secondo, ogni istante ogni attimo fino all'ultimo sogno.
Si ricorderanno di ogni mia vita passata, quando osserverò tutte le mie vite future, e se avrò perduto il cuore fino in fondo resterò ai confini del peccato.
Tutto il mondo al mio cospetto, quante bestie, seicentosessantasei, ti ricorderanno del tuo odio e se avrai capito, non potrai fuggire, il ritorno della nullità mi attrae, costringendo il sangue a recitare.
Squarcio di lacrima, improvvisamente appare, modello di ogni vita riproposto sulla strada, timore di concludere l'ultima frase detta, viaggio di prospettiva, rinascimento eterno.
Si ricorderanno di ogni mia rivoluzione, forse capirò la redenzione, resterò col cuore in mano, sanguinante, per tutto il male dentro.
Uomini e giganti pronti a ripartire, ogni bestia scoprirà chi sei, guariranno il senso dell'eccitamento, quello che hai amato è l'inganno eterno, specchio della profondità dell'anima, giuramento dell'infedeltà, sopravvento di desiderare un attimo, il silenzio ascolterà le grida.
Squarcio di lacrima, sutura le ferite, immobilizzazione, nasce un alito di morte, ultima esecuzione, questa è la mia vita, ricerca eterna, è meglio respirare.