Occhi malinconici, profondamente addolorati un viso a volte tumefatto, scuro segnato da una mano che ti abbatte incurante di colpire. Indifeso, infelice impaurito. Un tremore incontrollato scuote un corpo esile di bimbo. Hai sognato un luna park tanti giochi poi una barca e un pallone e tuo padre che lo insegue. Una madre che ti imbocca che ti abbraccia che ti ama. Poi di colpo, torna quella voglia di scappare. Hai perfino paura di sognare. Non sai spiegartelo il perché non hai colpe, però paghi ti ranicchi in un angolo impaurito ma ti raggiungono anche lì. Senti male dappertutto anche quando non ti picchiano più.
Nato con il sogno dentro me vissuto sapendo che crescevamo insieme ma distanti chissà quanto la vita che passa e il desiderio di incontrarti che cresce in me gli amori son così albergano in noi e poi escono son gesti di pensieri fatti col cuore e vissuti con amore la speranza di vederli un giorno davanti è il segno di una vita che gode solo per quell'attimo Tu che sai di vivere e che di me non sai te che vivi i giorni io che li passo per te un sogno sempre non sarai in un attimo cambierai una vita per te La speranza di scorgerti nel groviglio di persone sai che questo è il modo di andare verso il destino che voglio per me La vita mia non conta è solo te che vali ed è ciò che darò a te Un attimo di sole sai che scioglie il gelo di un anima per te Il pensiero di te che vivi fa battere il cuore in me Un suono che riecheggia per chiamare te Non so se oderai Ma di certo vivrai sapendo di me in un modo che spero valga anche per me Nato con il sogno dentro me Nato con il sogno dentro me.
Magari fosse vero: Già mi vedo mentre giro la chiave del nostro portone; Non me l ha promesso ma forse lo vuole anche lui.
Magari fosse vero: Già sento provenire dalla stanza da letto il rumore della persiana che cala e compone l'atmosfera giusta per tenerci vicini; Non me l'ha promesso ma forse lo vuole anche lui.
Magari fosse vero: Riesco già a sentire quel pianto, una piccola vocina che dipende solo da noi; Non me l'hai promesso ma forse lo vuole anche lui.
Quando in testa ti girano strani pensieri e ti accorgi di essere sempre quella che eri ti svegli assonata e ti rigiri nel letto pensando a cosa a come a perché è successo... Non capisci più niente non senti ragione ti soffoca dentro qualsiasi emozione... ragioni di lei di lui e di questo ma non ti accorgi che cos'è che nn va dentro te stesso... Allora ti affacci ad una finestra... guardi le luci che passano di fretta... guardi laggiù nel buio più profondo... e pensi che è così ogni tuo maledettto giorno...
E guarderò per sempre la, dove il cuore si accende di musica che, ruberò ad ogni istante, ogni istante che, vive dentro, respira all'interno.
Cercherò dovunque possa incontrare i miei sogni, lo chiederò a un Dio, dove volano gli angeli, e ti incontrerei, e ti ruberei, mi trasformerai... di luce, questa notte, parlerà di te, che al nero dai colore, vivo, più vivo che c'è, e resta di te, anche se non ci sei, chissà dove...
Costruirò un nido tra le stelle, dedicato a te, un battito di voce, forte, più forte. Accenderò mille soli ancora, brucerò di te, eterne sensazioni nascoste dentro, che si nutrono di te, essenza dei sogni, dove te ne vai, dove te ne vai...
dove te ne vai...
Aspetterò il momento, attimo di controtempo, di danza che descrive disegni di Dio, e ti canterò, ora...
C'è nebbia, di colore bianco nascosto, come polvere all'aria, e io sono qui, al mio posto, come sempre, dall'alba dei giorni, alle porte della città d'oro.
Ho il presentimento che appartiene al guardiano, quello di dover suonare il gjallarhorn, per l'ultima volta, annunciando la fine, per primo, primo attore di pagine scritte, sono al mio posto.
È una nebbia che non ha faccia dei soliti giorni, cresce, per nascondere l'inganno, ogni attimo rubato alla mia pur penetrante vista, è un momento in meno, sottratto agli ultimi sospiri. Come al gatto, cui han rubato il rumore dei passi, o il respiro assente nei pesci, questa nebbia avanza, verso la città splendente.
È questa la battaglia! Quella per cui, guerrieri come me, come i miei fratelli, hanno conosciuto i nove mondi, attraverso i propri occhi, al contatto della pelle. Il cuore mi si spacca, ho nel fiato il primo suono della guerra, comincerà da quel momento, comincerà da adesso.
Gjallarhorn suona. Il suo alito d'allarme, disperde ogni dubbio, nella nebbia si trasformano mostri e giganti, una distesa immensa, orda di distruzione. L'unico intento è travolgere la vita.
Ho ascoltato il nascere del primo suono, flebile, come niente possa assomigliare, sento crescere perfino l'erba, che al confronto, è come l'esplodere di un vulcano ardente, mi accorgo dell'ammantarsi di ogni gregge, della propria lana, ed il paragone fa sembrare come mille cascate infuriate. Ma con tutta la sua sottigliezza, quel primo suono, ha avuto lo stesso fragore della luce che disperde il buio, improvvisa.
Fin da quell'istante conosco il momento dell'ultimo gjallarhorn. Ed è adesso.
Venite avanti, demoni d'inganno! Ho la mia spada in pugno, e questo è quanto basta!
vivono nella mia mente, facce della stessa gente, niente d'importante.
Luce nei discorsi di oscure verità, regole e pretesti di false libertà, quante condizioni spacciate per progresso, sordida egemonia, sogni e convinzioni vendute per successo, candida malattia, sogni e convinzioni vendute per successo, perdute per successo rimescolati.
Maschere sulle facce della gente, maschere sulle facce della gente, maschere sulle facce della gente, maschere sulle facce della gente, vivono nella mia mente diverse facce della stessa gente, diverse facce della stessa gente che continua a recitare.
Io sono il cuore di un arcobaleno, goccia nascosta tra colori e nero, io sono un soffio di vento già perso, in un respiro di tempo diverso,
io sono nato da un'unica stella che di riflessi di luce non brilla, io sono un mondo di mente lontana, che viaggia al suono di mille pensieri.
Io, perso in ogni istante, nelle increspature che testimonianza rendono esistenza, io, punto di confine, tra un'assenza d'anima, e un sogno che non vive, io, vicino a Dio, nascita d'essenza, piume decadenti verità.
Io sono il cuore di un arcobaleno, roccia d'immagine il mio mistero, io sono un battito di cortesia, volontà d'altro, confusa bugia,
io sono vivo da una mattina fatta di cielo colore di notte, io sono segno lasciato su muro, che prima d'essere è già cancellato.
Io, fuoco di bestemmia, arso dal sapere d'essere soltanto maschera di nulla, io, lacrima di male, trasformata d'arte, per poter cadere, io, reclamo Dio, libero d'amore, ali per volare via.
Vi entusiasmerò con mille gocce di follia, prese da istanti soffocati d'insana armonia, dove trasformo essenza, dove ogni battito si nutre a immagini dipinte d'anima, ma non chiedete di più, per ogni lacrima discesa in fantasie d'oscurità, pagherò, che se un vecchio cuore porta estratte solo ali infette d'immortali sogni, a non poter capire, che ad ognuno infranto, nasce melodia modellata d'inferno, dove scendo per essere a ragione di esistenza, e trascino forme di putrida speranza, fino a trovare un Dio, che tutti quelli in cui ho creduto, ne stringo in petto solo immagini riflesse da lucente falsità, che se a volare fino ai limiti del cielo, il cielo finirà.
Vi entusiasmerò della mia stanca verità, frammenti catturati da ogni nuova identità, dove nascondo pugni chiusi, dove ho seppellito la mia vera maschera, lasciatemi cadere ancora, in fondo a ciò che non esiste, forse sarà, forse stelle colorate d'acqua piangeranno per me, che riconosco solo riflessi, e vivo come Dio.
Danza su nuvole di circostanza, questo incantesimo che oscura il mondo, pioggia di un'anima che sta nascendo, risveglio che ci distrugge i sogni.
E fingerai di passarci affianco, fotografia di un istante eterno, veglia continua di profumi intensi, vestaglia di una rinascita.
Cosa vive fuori, al di là degli occhi, solo un passo oltre, dorme nella mente, costruisce immagini, castelli fragili, domande inutili, altrove istante.
Echi lontani disturbano il cielo, campi sommersi di inutili ali, rabbia, dolore, paura di urlare, veli di cenere sulla vita.
Ricordi rimodellati dal tempo, menzogne rese più vere del sangue, sabbia ci resta da stringere in mano, stanche rovine di divinità.
Sopravvive ancora, al di là del senso, resta nell'attesa, immortale evento, sia la luce o tenebra, sia falso o verità, esiste nel nulla, se nulla esisterà.