Non piangere donna per l'uomo che ero, guarda la luna, il sorriso del cielo. Lei veglia sul mondo con indifferenza, posta a mezzana tra angeli e scienza. Ascolta nel chiaro dell'aura lunare, i musicisti dell'ombra suonare la melodia che segna il commiato e porta via l'uomo da tutto il creato. Guarda la luna nell'acqua riflessa, guarda alla morte come ad una promessa, per una nuova vita e una nuova era che porti via il dolore di questa triste sera.
L'amore non ha un viso solo tratti di un sorriso, non ha voce è senza tempo non fa parte del rimpianto, non ha luce eppure splende da solo illumina e si spande come inchiostro fa nell'acqua lui colora e non macchia, ti prende e non sai cosa mai farai, vivi e basta e questo conta perché può morire sotto l'onda.
Noi siamo nell'aria bombe volanti, sull'onda del mare mine vaganti, dell'aquila forte abbiamo l'artiglio e sopra lo sguardo duro il cipiglio come l'acciaio il volto ci rende.
Noi siamo nel cielo una stella che pende, che squarcia la volta celeste, la stella cadente che corre rapita, il tuono e il lampo sono la vita, e soli e signori dell'ora fuggente cogliamo sempre l'attimo puro, noi! Siamo il respiro dell'uomo futuro.
Scura di nuovo mi giunge la volta celeste a sera e tardo un motore spaventa improvviso alle rane il canto, poi, intenso, il profumo dei tigli fra tutti è il più acuto e nell'aria più fresca d'incanto rapito e muto m'ammanto di lumi infiniti e lontani che sanno d'antico vanto, che non è più oggi, che non sarà domani.
S'apre d'incanto il tuo nuovo giorno, e dalla finestra trafigge il sole, fra il cinguettio dei merli che fanno ritorno, ed in aria il profumo che sa di viole.
L'aria è calda e vellutata, e d'una danza di cotone sembra invasa, è il pioppo rigoglioso che fà la sfilata, e col vento tra le frasche, porta il seme in ogni casa.
I fiori che hanno colorito i bracci spogli, ora lasciano cadere i petali sul verde prato, e al loro posto i frutti in germogli, vantano l'arrivo d'un anno prelibato.
E mentre la natura sfavilla il suo splendore, un piccolo di rondine richiama la sua mamma che fra le campagne è in cerca fra la canna, del cibo preferito per portarlo alla sua prole.
Così oggi m'appresto ad iniziar il primo giorno, di questo nuovo anno che mi dona il suo ritorno, e parto per barattar del mio tempo in denaro, perché con noi umani, il destino è stato un po' più avaro.
Questa notte, libera da pensieri, calma come il mare di primavera, soffice come una nuvola, triste come una panchina vuota, selvaggia come il mio cuore, spenta come questo amore, scalfita come il marmo di uno scultore, rosea come le guance di un bambino, innocente come il nostro destino, umile come quello che provo, unica come il tuo sorriso, lenta come il fiume di un domani migliore.
E scivola tra le pagine del tempo, sfogliando attimi di vita, porzioni di una torta mai finita che il giorno ha macerato nel vento. Nel corpo socchiuso di un uomo confuso, prendo l'essenza del tuo profumo, ne faccio la storia del mio passato, un divenire di un mondo inquinato. È carta straccia quella che vedo, nel vento soffia la vita che cedo, non sei più nessuno, non senti più nulla, solo nel cuore qualcosa traballa... e vorresti che la tua vita fosse una stella...