Sole come nome di un risveglio che non giunge, Cuore come nome di un amore che non nasce, Vita come nome di una speranza che non nasce in me.
L'eterna ricerca giunge dunque al termine dinanzi a cotanta disillusione, e ti assopisci in un lungo sonno, coccolandoti nel torpore dell'innaturale freddezza che porti nel cuore. Il dolore si ferma, il male svanisce, la mente riposa.
E nelle notti più buie e tempestose nasce dalla gola ormai lacerata il grido del silenzio, parole che vorresti pronunciare o realtà che neghi persino a te stesso, segreti e confidenze negate anche al tuo ego.
Fiducia come simbolo di un risveglio che sta per giungere, Sincerità come simbolo di un amore che sta per nascere, Io come simbolo di una speranza che nasce in me.
Griderò il mio risveglio, Griderò le mie speranze ed i miei sogni; Illuminando di indaco ogni mio gesto, ogni mio bacio, ogni mio fremito, ogni mio desiderio.
Giungerà il tempo nel quale dovrò svegliarmi, ma ora... lasciatemi dormire.
Sognavo un mondo diverso, Sognavo un posto nel quale le emozioni potessero trottare su un bianco destriero e giungere laddove le luci del tramonto fioccano e si mescolano creando colori indefiniti, un luogo ove raggiungere la pace interiore e la fierezza d'animo. Danzate, quindi, frementi lampi di colore, danzate e solcate nel destino il mio cammino cosicché io possa scorgerlo, e giungere al mio giaciglio senza rimpianti, conscio che comunque ho percorso quello che sarà il mio destino.
Le nuvole corrono al vento e adesso sopra di me sono e come per cancellare il mio tormento la pioggia s'accompagna al fulmine e al tuono. La pioggia che monda la terra, per renderla simile al cielo, come se volesse cancellar la guerra e sparger sopra questa un pietoso velo. A voi che eravate presenti a voi, uomini coraggiosi, che per bisogno delle vostre genti avete affrontato pericoli insidiosi. Ed ora scrivo questi pochi versi, io, che non ho paura a voi che lottaste per questi cieli tersi, che vedo adesso in questa notte scura.
L'insicurezza, l'ipocrisia e la tristezza sono i frutti della pochezza; la magnificenza, la lungimiranza e l'appartenenza sono i frutti della coscienza.