Scritta da: Giulia Guglielmino
in Poesie (Poesie personali)
28 settembre 2007
Passione: una canzone.
Passione: ogni volta sensazioni diverse.
Passione: quando balli e fai l'amore con la musica.
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Passione: una canzone.
Passione: ogni volta sensazioni diverse.
Passione: quando balli e fai l'amore con la musica.
Povera nonna mia come è diventata
sur viso a pelle s'è tutta'n cartocciata.
Me dice: a li tempi mij nun c'erano né creme né cremoni
a me bastavano du tocchi de saponi...
Pe divertisse, me continua a dì, nun c'era sta caciara
ero felice co na nota de chitara
cantavo sempre er ritornello
de na canzone e de no stornello...
Nun era come mò: violenza, droga e sesso,
io ste parole l'ho sentite solo adesso!
Perciò godetela bene sta gioventù
e guarda'n faccia nonna tua... lo vedi che nun torna più.
L'inferno in fabbrica
c'era già prima,
quando il sudore
colava sull'acciaio
per dodici ore
e la schiena doleva
anche a vent'anni
e non dormivi la notte
tormentato dai conti
o dormivi sull'autobus
stipato di corpi
e odori pesanti.
Martiri per millecento
miseri euro
e millecento preghiere
di riuscire a farcela
anche'sto mese
che c'è Natale
e i bambini
si aspettano
tanti regali.
Per i tuoi occhi attenti,
posati su queste parole
per i tuoi occhi lucenti,
lunghi e profondi come il mare
per i tuoi occhi banditi,
che mi sanno rapire
e per gli occhi distratti di chi,
volterà questa poesia
... senza capire
senza vedere
il lampo nei miei occhi...
persi,
d'amore e di "versi"...
per te.
.
Terre strappate con forza dall'acqua,
prima paludi ora immense distese coltivate
con grano straniero, legumi lattiferi,
dolci tuberi e foglie essicabili,
intervallate di tanto in tanto
da condotte irriganti, stradine bianche,
solitari alberi o piccoli boschetti,
caseggiati antichi o strade nuove.
Terre che hanno dato alla luce e oscurato
persone care
che la mia fanciullezza hanno segnato ed istruito.
Dai primi passi qui fatti alle estate giocose,
dai primi lavori ortolani ai lunghi giri...
di strada in strada in groppa alla leona
e con splendidi ed affascinanti racconti
di tempi passati, di vite altrui,
quasi come favole.
Storie di conti, baroni, di tenute,
di vite passate, presenti e future,
di persone sconosciute o conosciute,
ma sempre di fatti veri, mai inventati.
All'ombra di questa maestosa pianta
i cui dolci frutti assaporai in fanciullezza
anno dopo anno, estate dopo estate,
mi rendo conto che la vecchiaia non è solo umana,
ma anche vegetale.
Il tuo tronco infatti racconta tutta la tua vita vissuta,
mentre i tuoi rami mostrano lentamente la tua
sempre più acuta sofferenza.
... Vedo la luce della notte
che rende le cose velate, omogenee.
Qualche lampione illumina la strada
e di tanto in tanto qualche auto lascia la sua scia.
Se non fosse per queste auto il paesaggio
sembrerebbe una fotografia di una terra in letargo.
Ma questa notte sarà diversa,
complice una festa non nostra.
I giovani usciranno e di porta in porta
bussando con una domanda.
Fieri del loro bottino torneranno a casa,
lasciando nuovamente questa terra in letargo.
Continuo a camminare da solo,
in questa fredda foresta innevata.
Percorro sentieri,
viaggio,
ma mi ritrovo sempre solo
a combattere con me stesso.
La solitudine...
il mio cuor si gela,
batte sempre più lentamente,
sta quasi per fermarsi
poi sarà congelato del tutto,
intanto la mia ricerca continua,
trovando l'immagine di lei
in ogni cosa.
Questo mi fà star ancora più male,
la mia malinconia aumenta,
come la voglia di te
incessantemente nei miei pensieri.
I tuoi occhi,
il tuo sguardo,
le tue labbra,
il tuo sorriso,
le uniche cose che mi fanno star bene
ma non ci sono...
non ci saranno mai.
Perché tu continui ad allontanarti,
ti nascondi dove io non posso raggiungerti...
dammi un segno della tua presenza,
rivelati a me,
torna a scaldar questo cuor che soffre,
torna a far battere questo cuor...
solo per te,
infinitamente per te,
per sempre e da sempre tuo...
di nessun altra.
Perché sei tu l'unico fuoco,
l'unico raggio di luce nella mia anima tetra e buia,
l'unica strada verso il paradiso dell'amore,
l'unico mio pensiero,
l'unico mio sogno,
da sempre...
e per sempre...
tu.
Il delicato profumo trasportato dal soffio carezzevole del vento
riempie dolcemente le mie narici inebriando i sensi,
il caldo tocco della rosea e vellutata pelle
restituisce conforto al corpo affaticato,
che da te ricerca affetto e passione,
gli occhi castani e profondi riempiono
l'immenso vuoto del mio animo
un tempo turbato e confuso,
il tuo corpo affiancato al mio
sigilla quello che per altri non è che un passeggero stato d'animo,
un effimero piacere
destinato a spegnersi con l'inesorabile trascorrere del tempo,
l'incontro delle nostre labbra
corona il sogno che per anni
ha riempito le nostre notti
rafforzando il legame e aumentando il desiderio,
adesso che tra le mie braccia cerchi conforto,
mai più solitudine alcuna proverai
finché anche l'ultimo guizzo di vita
avrà abbandonato la terrena dimora
del mio spirito.
Con crescente impazienza,
attendo l'attimo in cui le membra nostre cingeranno i corpi,
nello specchio del mondo spero di incontrarti,
soltanto nello specchio in quest'ora ormai tarda,
ma giammai speranza non perdo
nel riveder quel tuo freddo riflesso
divenir palpabile tra le braccia mie,
tal'è l'attaccamento ch'io ho per te
che se più non potrei averti
un'interna voragine in cuor mio s'aprirebbe.
Il forte muro, eretto possente,
al piover feroce, resiste impassibile,
freddo e immobile, osserva l'eclisse,
nel giusto momento difende il padrone.
La pioggia tempesta, la crepa si apre,
il muro resiste, ma ora è segnato,
la pioggia s'infiltra, il muro si spacca,
la pioggia finisce, il muro rimane.
Col tempo sfuggente il muro scompare,
l'orgoglio si sente nell'avere quel muro,
la forza è nostra, la morte vostra.