Poesie personali


Scritta da: Elisa Nicolò
in Poesie (Poesie personali)

Ti vorrei

Bellezza cattiva
troppo lontana
da toccare.
Sfugge alla presa.
Impercettibile muro
Che ci divide.
Rincorro l'idea
di assaporare
la tua bocca
e incontrare
la profondità
dei tuoi occhi.
Senza stancarmi ti sogno,
ti desidero
immaginando
il tuo profumo
con le mani
lungo la tua calda schiena
per farti mio.
Il tuo respiro
unito al mio.
Unico battito.
Apro gli occhi
e mi lascio
dondolare
in un momentaneo
stato di soddisfazione.
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    Scritta da: IGNAZIO AMICO
    in Poesie (Poesie personali)

    Incubo

    Correre, fuggire, sottrarsi
    senza capir da chi,
    senza saper perché;
    strane inquietudini,
    paure confuse e indistinte
    di mostri senza volto;
    bisogno di gridare,
    di sciogliere il tuo pianto
    sulla spalla di qualcuno
    che ti sussurri il coraggio;
    e intanto correre, correre,
    inciampando, ansimando.

    Poi la salvezza del risveglio
    nel presente e il sollievo
    che l'incubo è finito,
    anche se dentro di te
    vaga traccia rimane
    di ciò che hai sognato
    e ancor ti chiedi adesso
    da chi fuggir volevi,
    se da una minaccia altrui
    o da te stesso.
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      Scritta da: Daduncolo
      in Poesie (Poesie personali)

      Follie Segrete

      Il sole sorge al di là
      del mare, un nuovo giorno
      sembra iniziare, ma una
      sciagura avanza, invisibile
      e inaspettata travolge
      settembre, mese di dolore
      per cui il mondo, come
      un orologio privo di
      carica, si ferma e smette
      di girare.

      All'orizzonte due dardi
      feriscono il cuore
      della grande mela e
      due giganti, simboli
      di una nazione
      intera, terminano per
      cadere giù come castelli
      di sabbia, un silenzio di
      riflessione si espande
      tra i quartieri, occhi
      stupiti osservano le
      mille persone gettarsi
      nel vuoto per la
      disperazione e le
      fiamme invadono
      i gemelli del cielo,
      le urla di sconforto
      risuonano nell'aria e
      le loro vibrazioni
      fanno tremare la
      terra ai propri piedi.

      Cadono fiocchi di cenere
      che si spengono sui desolati
      e ormai caotici marciapiedi di Manhattan; La speranza,
      se pur si sia tramutata
      in pura falsità, rimane viva
      negli occhi di tutti,
      le preghiere cercano di
      detergere l'aria,
      ormai macchiata dal
      solo panico.

      Un boato assordante
      turba New York, la torre
      nord sembra aver ceduto,
      milioni di vite, sepolte
      dalle macerie, fanno si
      che la linea della loro
      vita si spezzi, la gioia
      di un istante come breve
      sogno si dissolve nel
      nulla ed il sacrificio
      di una vita volare
      via come foglie al
      vento.

      Un secondo tuono uccide
      una nazione che si inchina
      e domanda pietà, sembra
      che anche la torre sud sia
      caduta giù, a questo
      punto, tutto è ormai perduto,
      si spera solo che il grande
      incubo trovi tregua;
      altre tante innocenti
      persone per follia umana
      abbandonano questo mondo
      e tante altre milioni di
      famiglie si spaccano
      come melograni ormai
      maturi.

      Un enorme mantello di
      fumo copre il tutto,
      e persino il cielo,
      poco tempo fa, azzurro
      e sereno, smette di
      splendere e si rattrista
      quasi stesse per piangere.

      La polvere sale in cielo,
      tutto si spegne e si fa cupo,
      le tremila persone divenute
      anime gremiscono la porta
      del signore e a gran
      voce esigono spiegazioni
      per cosa mai sia successo
      quel triste undici settembre;
      i reclami proseguono ma dalla
      porta nessun suono, nessuna
      voce si diffonde.
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        Scritta da: IGNAZIO AMICO
        in Poesie (Poesie personali)

        Prigioniero di un corpo

        Possibile non è librarsi in volo
        se legati si è a un grande masso,
        se devi trascinare una catena
        pesante e lento allor diventa il passo

        Del pari l'animo mio, prigioniero
        di un corpo sempre più vetusto e greve
        morde il freno e non può spiccare il salto
        se alla materia render conto deve.

        Vorrebbe correr verso nuove mete,
        intraprendere ancor, non arrestarsi,
        sente che l'entusiasmo del ragazzo
        persiste in sé, ma deve pur frenarsi

        e pagare una sì cara pigione
        a chi albergo gli dà ma lo trattiene
        come un uccello al cielo abituato
        che una gabbia impietosa chiuso tiene.

        Cosa strana la vita: tanta energia
        sprecata prima nell'età immatura,
        senza indirizzo di una mente esperta
        senza un tracciato di rotta sicura;

        Ed or che l'esperienza ci fa saggi
        e potremmo pel mondo andar sicuri,
        la zavorra ch'è in noi ci dissuade,
        scoraggia dal nutrir sogni futuri.
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          Scritta da: IGNAZIO AMICO
          in Poesie (Poesie personali)

          Temporale d'autunno

          Il cielo a poco a poco s'è oscurato,
          in lontananza già rimbomba il tuono
          saette e lampi quasi squarcian l'aria,
          uccelli a volteggiar più non ci sono.

          Un vento strano all'improvviso arriva
          con strani odori ed umide folate,
          scuote le cime degli alberi ed infuria
          contro le persiane già serrate.

          Poi senti picchiettar le prime gocce
          di sopra ai tetti e una finestra sbatte,
          ancora un lampo, un tuon ravvicinato
          ed apre il ciel le sue cataratte.

          Fitta e scrosciante ora vien la pioggia,
          odor di spenta polvere recando,
          in mille rivoli corre per le strade,
          sul selciato le sue bolle formando.

          La gente allunga il passo, va al riparo,
          apre gli ombrelli che il vento rivolta,
          sotto le tende dei negozi aspetta
          o stretta sul gradino di una porta.

          Chi può raggiunge l'auto correndo,
          c'è chi accetta un passaggio da chi passa,
          chi copre il capo alzandosi la giacca
          o il sacco della spesa buffo indossa.

          Certo, per qualche ora è lo scompiglio,
          ma più tardi sarà l'aria più pura,
          gioirà la campagna e il nuovo verde
          renderà più splendente la natura.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Prima del silenzio

            Prima del silenzio
            senza preavviso
            repente arrivò
            un colpo di vento
            portandoti via.
            Prima che il  cuore
            si facesse vuoto
            vano quanto aspettai
            che poi riapparissi
            nella mia vita!
            Credendo non tutto
            perduto per sempre
            tra rivoli di speranze
            nelle langhe o nei ruscelli
            del sogno  ti cercai
            Ne passò di tempo
            prima di  convincermi
            che oramai scivolata
            oltre il versante opposto
            a quello del mio destino,
            più non saresti tornata.
            Randagio nella notte,
            ramingo, un cane uomo,
            tra  vicoli ancor si aggira
            abbaiando ad ogni ombra
            che sotto la luna
            par somigli alla tua.
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              Scritta da: IGNAZIO AMICO
              in Poesie (Poesie personali)

              Il richiamo del bosco

              Un senso di frescura sulla pelle,
              gli scarponi che affondan nella terra
              facendo gracidar le foglie morte,
              luce irreal filtrata dalle chiome
              di alberi svettanti verso il cielo.
              L'occhio si posa su ridenti fiori,
              il piede inciampa su sterpi contorte,
              il profumo del muschio inebria l'aria.
              S'ode stormir di fronde e mille uccelli
              intracciano lor canti con i grilli.
              È il bosco, degli gnomi e delle fate,
              affascinante e dal mistero avvolto,
              dove la mente trova il suo ristoro
              e l'alma un indicibile conforto.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Donna

                Ti porterei di notte su vette silenti
                Abbracciandoti alle spalle per non celarti cielo vivo

                Ti sussurrerò che le emozioni sono il vero respiro della vita
                Ti svelerò quanta musica nasconde il silenzio

                Accarezzerò i tuoi capelli fino a sentirti abbandonata e dolce onda

                Solo allora ti chiederei cosa senti

                E ti stringerò più forte per essere un'ombra sola
                Per fermare i brevi momenti di felicità

                Brevi come il sorriso di un vecchio
                Brevi come il pianto di un bambino

                Brevi come l'attimo che separa le dita dal cielo

                E ti prenderò le mani per portarle fino ad esso
                Solo allora cercherò i tuoi occhi
                Per essere io ali di sogno

                E ti chiederei di essere amore...
                ... per non tornare più giù.
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                  Scritta da: IGNAZIO AMICO
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Paura del buio

                  Mi sono chiesto sempre da bambino
                  perché l'oscurità mette disagio,
                  le tenebre c'incutono paura,
                  mozzano il fiato e levano il coraggio.

                  Il trovarsi dal buio pesto avvolti,
                  chissà a cosa l'associa la mente,
                  certo a difficoltà di por difesa
                  ad un grave pericolo incombente.

                  Oggi comprendo cosa c'è alla base:
                  noi siam figli del sole che dà vita,
                  esister non si può senza il suo aiuto,
                  realtà questa in noi bel scolpita.

                  Luce, perciò, rallegra e rassicura,
                  dona energia e rende il corpo forte;
                  la sua negazione ci spaura,
                  perché ha il segno del freddo e della morte.
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