Scritta da: Marco Teocoli
in Poesie (Poesie personali)
Sparito
Sparito è colui che non ti vuole bene.
Mentre chi ti da spazio,
perché ha capito che ne hai bisogno,
ti ama.
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Sparito è colui che non ti vuole bene.
Mentre chi ti da spazio,
perché ha capito che ne hai bisogno,
ti ama.
Amico mio, disse a te quel giorno
quando tutti si guardavano intorno:
ignorando la verità che uno ha
nell'animo più profondo,
odiando questo mondo.
Confidarsi in quel momento,
non si fa a cuor contento.
Ma a te che mi sei vicino,
così ti dico:
amico mio.
Stordita
ed ebbra dei colori d'un tramonto,
ogni singola attenzione muta aspetto
come nuvola s'un cielo azzurro e rosa.
E non penso a ciò ch'è stato,
mentre del giallo il mio respiro è pieno.
Non a quel ch'avrei dovuto,
mentre m'incanto ad ascoltar l'arancio.
Non a chi devo il mio grazie,
mentre mi brucia rosso l'orizzonte.
Non a quanto sto sbagliando,
fino a che il sole non annega, e tace.
Tutto torna al vero aspetto,
come desto da un bel sogno che via via perde colori.
Ma domani, chiedo e spero che all'arrivo della notte
venga rinnovato omaggio.
Allor, si, tornerei ebbro.
Per poter dimenticare, lungo il lasso di un tramonto
ciò ch'è stato, quanto avrei dovuto,
chi m'è creditor d'un grazie
e l'insieme dei miei errori.
Dimmi che non vuoi
che io smetta di cercarti,
anche quando inizierai ad odiarti.
Dimmi che vuoi che ti faccia sentire
importante più dell'acqua e dell'aria,
anche quando morirò soffocato.
Dimmi che mi dimenticherai
e che non mi ricorderai
come la bestia che sono diventato.
Dimmi che continuerai a vivere
come hai sempre voluto vivere.
Libera di essere come sei.
Con il mio silenzio
riscriverei la storia
di tanti uomini
che con spavalderia
hanno imbrattato le vie
delle città con il sangue.
Con il mio silenzio
darei luce a tutte
le anime che vivono
nei posti più tetri
del nostro mondo.
Con il mio silenzio
donerei giustizia
alle persone che ne
hanno abusato.
Con il mio silenzio
potrei soltanto
non parlare
e non dirti quanto
amore vive in me
grazie a te.
Con il mio silenzio
sono e sarò solo.
Seduto in riva ad un fiume, ti scrissi una poesia.
Ora l'ho persa, non la ricordo più.
Forse perché non credevo di scriverla,
e non immaginavo di cantarla.
Era bella, la poesia.
Parlava di vita, e di vita, di vita e d'amore.
Com'era strano vedere fluire la penna su un foglio, imprimere quello che non sapevo.
E ora l'ho persa, non la ricordo più.
La musa che mi ispirava, capricciosa e sbarazzina,
saltava e ballava, senza pensieri, come queste rime,
che rime non sono, ma solo l'accorato appello di un uomo.
La musa è andata via.
Forse ha scoperto che la sua libertà non era ispirare un uomo che non bramava lei,
ma amava ciò che gli dava.
La sua libertà era lontana dallo scrittore, che come un pennello di Dio
dipingeva in parole di un cosmo in poesia.
Ma ora l'ho persa, non la ricordo più.
Forse parlava dello scrittore,
che quando la musa lo abbandonò,
la amò, la odiò, abbandonò se stesso, per indossare un manto di indifferenza che lo schiacciò.
O forse narrava della musa, che, sorda a tutto ciò, si allontanò continuando a saltare,
e ballare, e ispirare, ma nient'altro che la propria vita?
L'ho persa, non me la ricordo più.
E allora tornai al fiume.
Cercavo le rime, cercavo la musa.
Mi sedetti là dove, incantato da lei,
scrivevo di sogni e d'amore,
e cercai tra i flutti del fiume.
Il fiume mi parlò, e tra il cristallino e lo spumeggiare
mi disse che non mi potevo ingannare.
Ora ricordo. Ricordo che niente scrissi,
ma soltanto che la persi.
Oggi il lago
è piatto e immobile...
Come questa domenica
senza di te!
L'ultimo bacio è...
quello che non ti ho mai dato
rimasto sempre fra i miei pensieri
dal sapore misto di desideri
di quelle labbra che...
non ci hanno sfiorato
L'ultimo bacio è...
rimasto fra i miei sogni
di dartene uno che
nella realtà non è mai arrivato
L'ultimo bacio è...
quello che domani
cancellerò dalla mia mente
perché non esiste...
nemmeno il ricordo di quel
primo bacio!
... Un bacio di...
... poesia!
Che brutti scherzi fa la ragione,
di ogni cosa fa una valutazione.
Di ogni regola e di ogni modello,
ci fa vedere il brutto e il bello.
E anche se, non ce ne accorgiamo,
siamo sempre noi che decidiamo.
Di amare, di odiare, di ricominciare...
scegliamo noi che cosa fare.
Perché è bello credere in fondo,
che questo mondo ci giri intorno.
Un neonato piangente
In braccio a una mamma,
che culla teneramente.
Un bambino capriccioso,
consolato da una mamma
con fare affettuoso.
Un ragazzo svogliato,
che da una mamma,
viene aiutato.
Un giovane uomo emigrato,
fa soffrire una mamma
dal cuore affaticato.
Un uomo già sposato,
corre da una mamma
dal cuore malato.
Un momento di gioia, vive
Una mamma affranta,
quando vede la nipotina che canta.
Un uomo in ginocchio piangente,
ai piedi di un letto di una mamma,
che ormai " non più sente"
Un figlio addolorato,
Per la sua mamma,
che ha sempre amato.