Poesie personali


Scritta da: Paola Filanti
in Poesie (Poesie personali)

Rosso

Merda sangue
Liquidi organici
Sudore
Fetori nauseabondi
Urla indefinite
Pidocchi sporcizia
E a volte il fondo
Nero
Di un semplice caffè.
Questo è divenuto
il mio lavoro
non c'è anima
l'ho celata
per non morire
dietro ad ogni dolore.

Dolore, parola astratta
Ma conosciuta all'uomo
Dal primo respiro di vita.
E rimango allora
Insoddisfatta
Perché vivere senza emozioni
non è vita.
Ma c'è forse bisogno
di silenzio
per ascoltare
il canto di un pettirosso
e di tempo
per togliersi dalla mente
il grigio ed apprezzare
i suoi colori.
Rosso
Rosso come il sangue
Che le mie mani toccano sempre.
Rosso
Come il sangue
con cui le donne
devono fare i conti.
Rosso come la passione
Che brucia
Rosso come la rabbia
Che esplode
Rosso come un avvolgente
tramonto sul mare
Rosso come le mie guance
quando incontrano i tuoi occhi
Rosso come le labbra
di una donna generosa
Rosso come i miei capelli di bimba.
Rosso.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Oblio nel tramonto

    Stordita
    ed ebbra dei colori d'un tramonto,
    ogni singola attenzione muta aspetto
    come nuvola s'un cielo azzurro e rosa.
    E non penso a ciò ch'è stato,
    mentre del giallo il mio respiro è pieno.
    Non a quel ch'avrei dovuto,
    mentre m'incanto ad ascoltar l'arancio.
    Non a chi devo il mio grazie,
    mentre mi brucia rosso l'orizzonte.
    Non a quanto sto sbagliando,
    fino a che il sole non annega, e tace.
    Tutto torna al vero aspetto,
    come desto da un bel sogno che via via perde colori.
    Ma domani, chiedo e spero che all'arrivo della notte
    venga rinnovato omaggio.
    Allor, si, tornerei ebbro.
    Per poter dimenticare, lungo il lasso di un tramonto
    ciò ch'è stato, quanto avrei dovuto,
    chi m'è creditor d'un grazie
    e l'insieme dei miei errori.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Libera di essere come sei

      Dimmi che non vuoi
      che io smetta di cercarti,
      anche quando inizierai ad odiarti.
      Dimmi che vuoi che ti faccia sentire
      importante più dell'acqua e dell'aria,
      anche quando morirò soffocato.
      Dimmi che mi dimenticherai
      e che non mi ricorderai
      come la bestia che sono diventato.
      Dimmi che continuerai a vivere
      come hai sempre voluto vivere.
      Libera di essere come sei.
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        Scritta da: Marco Teocoli
        in Poesie (Poesie personali)

        Silenzio

        Con il mio silenzio
        riscriverei la storia
        di tanti uomini
        che con spavalderia
        hanno imbrattato le vie
        delle città con il sangue.
        Con il mio silenzio
        darei luce a tutte
        le anime che vivono
        nei posti più tetri
        del nostro mondo.
        Con il mio silenzio
        donerei giustizia
        alle persone che ne
        hanno abusato.
        Con il mio silenzio
        potrei soltanto
        non parlare
        e non dirti quanto
        amore vive in me
        grazie a te.
        Con il mio silenzio
        sono e sarò solo.
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          Scritta da: Salvatore Currò
          in Poesie (Poesie personali)

          Il fiume

          Seduto in riva ad un fiume, ti scrissi una poesia.

          Ora l'ho persa, non la ricordo più.

          Forse perché non credevo di scriverla,
          e non immaginavo di cantarla.
          Era bella, la poesia.
          Parlava di vita, e di vita, di vita e d'amore.
          Com'era strano vedere fluire la penna su un foglio, imprimere quello che non sapevo.

          E ora l'ho persa, non la ricordo più.

          La musa che mi ispirava, capricciosa e sbarazzina,
          saltava e ballava, senza pensieri, come queste rime,
          che rime non sono, ma solo l'accorato appello di un uomo.

          La musa è andata via.
          Forse ha scoperto che la sua libertà non era ispirare un uomo che non bramava lei,
          ma amava ciò che gli dava.
          La sua libertà era lontana dallo scrittore, che come un pennello di Dio
          dipingeva in parole di un cosmo in poesia.

          Ma ora l'ho persa, non la ricordo più.

          Forse parlava dello scrittore,
          che quando la musa lo abbandonò,
          la amò, la odiò, abbandonò se stesso, per indossare un manto di indifferenza che lo schiacciò.

          O forse narrava della musa, che, sorda a tutto ciò, si allontanò continuando a saltare,
          e ballare, e ispirare, ma nient'altro che la propria vita?

          L'ho persa, non me la ricordo più.

          E allora tornai al fiume.
          Cercavo le rime, cercavo la musa.
          Mi sedetti là dove, incantato da lei,
          scrivevo di sogni e d'amore,
          e cercai tra i flutti del fiume.

          Il fiume mi parlò, e tra il cristallino e lo spumeggiare
          mi disse che non mi potevo ingannare.
          Ora ricordo. Ricordo che niente scrissi,
          ma soltanto che la persi.
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