Poesie personali


Scritta da: Sir Jo Black
in Poesie (Poesie personali)

Il ritratto del silenzio

Il ritratto del silenzio
stampato nel buio.
Lampi di luce
scappano
sulla linea grigia.

Riquadri di luce,
soffusa o spenta,
dove entrano i sogni:
dolci ricordi,
amari dolori,
si posano sulle luci
che piu tardi
rivedranno solite cose.

Lampi di luce
scappano
sulla linea grigia,
sognano di perdersi...
stampato nel buio,
il ritratto del silenzio.
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    Scritta da: Alessandro Bonfanti
    in Poesie (Poesie personali)

    Un altro verde

    Te ne vai in giro passando
    per mani grasse e gonfie,
    lasciando il tuo fetido alone verde
    su tutto.
    Farcisci i ventri obesi
    e buchi le tasche dei pezzenti.
    Ti si può trovare nella plastica di un sacchetto,
    cucito dentro un pallone da calcio,
    oppure sotto il fondotinta
    di una labile giullare degli schermi televisivi.
    Ma il tuo verde non riuscirà mai
    a distorcere lo sguardo di tutte le persone,
    a inquinare tutti i mari e le lenzuola,
    a corrompere tutti i byte del calcolatore,
    a spezzare l'ultimo albero e l'ultimo ponte,
    a far marcire l'ultima corda di chitarra.
    Un giorno tutto il mondo sarà ricoperto di verde,
    ma non sarà lo squallido verde dei soldi.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Affacciati dalla veranda

      Affacciati dalla veranda
      e vuoti volgi gli occhi
      verso l'alto; a destra
      un monte c'è di fronte
      segui il crinale e prosegui
      lungo il profilo della cima
      ne emergerà un bassorilievo.
      Antropomorfo immaginato
      quel rilievo è come un corpo
      addormentato nella morte
      effige con man conserte
      coperte e raccolte sul petto.
      Non è forse metaforica
      bara a cielo aperto di un uomo?
      Disceso nelle tenebre
      né il lume della luna
      né della diurna luce
      i suoi occhi spenti
      potranno più guardare.
      Alla pioggia, al sole
      al vento giace per sempre
      un fulmine di amor negato
      ne carbonizzò la vita
      all'annerirsi di un giorno.
      Ad esso ancora guarda
      ma sorda non parlare:
      all'eco della tua voce
      affanno d'amore vivrebbe
      carezze e vita chiederebbe
      e battere rivorrebbe un cuore.
      Da quel profilo traine
      uno schizzo e stampalo
      sull'ultima pagina del libro
      in cui racconti la tua storia
      ma non editarla nella collana
      dei sentimenti e dell'amore,
      i posteri che in alto vorrebbero volare
      non vi troverebbero insegnamenti alati.
      Guarda dopo altrove, voltati
      al tuo passato e al tuo avvenire
      ritorna dove ti getta il nulla
      tra le minutaglie giornaliere
      alla clausura dei tuoi pensieri:
      senza amore ogni altro sguardo
      insulto risuonerebbe a quel morto
      tacitato ma con cuore loquace.
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        Scritta da: Ofelia Soul
        in Poesie (Poesie personali)
        Ma l'amore? Che cos'è lamore?
        Travolgente passione?
        Illusione?
        Disarmo alla razionalità?

        Perché curarsi così dell'amore?
        Forse perché è un sentimento dell'uomo? Ma allora l'uomo è egocentrico... l'odio. L'amore, l'odio, l'amore;
        l'amore, l'odio, l'amore, l'odio.
        C'è amore senza odio?

        Amore perché folgorazione,
        Odio perché disprezzo folgorante.
        Entrambi sentimenti impulsivi,
        che la mente
        deve sfuggire!
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          in Poesie (Poesie personali)

          Cosa dovrò escogitate perché tu mi oda

          Cosa dovrò escogitare
          perché tu mi oda e un eco
          riporti suadente una tua parola
          or che folate di silenzio
          asolano e spazzano
          mucchi di speranze,
          se arrivare fino a te,
          abbandonare il mio carico
          di tristezze è il solo prodigio
          che possa mutare la rotta
          del mio ramingo viaggio?
          Abbattuto
          è l'albero maestro del mio naviglio
          e da una falla l'acqua che vi penetra
          copiosa affoga improvvida ogni illusione!
          Come edera mi arrampico
          al tronco della vita ma è dubbio
          se ne vedrò mai la falba chioma;
          come spighe
          che vogliono essere colte
          e divenir pane resisto ai colpi di vento,
          erba arsa nel polveroso prato,
          aspetto carezze di notturne rugiade.
          Ma non senti come galoppa
          fino a stramazzare il cuore?
          Corsiero a spron battuto,
          quante volte inciampò tra rovi,
          nitrì e emise lamenti e grida d'aiuto;
          rivolti gli occhi al cielo,
          scrutando ogni stella remota
          abbracciò l'infinito e disse:
          perché solo sono io?
          Come incupisce l'ora
          e fardello si fa il tempo
          se alle finestre a cui guardi
          ogni lampada è spenta,
          se l'anima vano chiede a un domani
          di mutare pelle, se attesa d'amor
          un tremito non ti riporta
          quando vuoto e stanco
          vibranti sfide lanci all'infinito!
          Demenza di gioia e di dolore
          non si placa a poco a poco;
          come arsura tra i solchi perdura,
          radici assecca, per mano invisibile
          lento muori di un male oscuro!
          Attraversando il mondo,
          illuso che amor esista
          per te, per gli altri
          ed ogni altra cosa che viva,
          vorresti bussare alla prima porta
          e farti aprire, spartire
          le poche cose che con te porti
          raccontarti e sapere...
          Ma poi pensi: meglio è se altri
          non inorridiscano alla vista
          di frammenti e sfilacci
          d'anima sventolati tra scuri giorni.
          Lasciamoci pure costringere
          dalle spire del vuoto se non siamo niente,
          zavorrati dai nostri mali, capo in giù
          affondiamo negli abissi del vuoto
          relitti senza storie e senza nome,
          spettri di noi stessi nella notte cupa.
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