Io sedici anni Sedici anni di amicizie tentati amori io sedici anni sempre stato il migliore amico di quella ragazza che mi piaceva io me stesso ora voglio cambiare quanti di voi si identificano in me... bene.
Mentre guardo l'orizzonte, mi accorgo che nulla è cambiato. A parte la luce del sole che pian piano illumina le montagne. E dietro di noi la luna... ancora rimane. Ma niente è cambiato! Un bacio sulle labbra per farmi sognare, e la luna che guarda... muovere nel vento caldo, la nostra pelle.
E tu sorridevi tra i raggi del sole. Niente è cambiato nei miei pensieri, un bacio d'amore, e ricordo che eri!
Corri scappa prima che la notte ti rubi alle mie mani ai miei pensieri... e aspettami li nei tuoi sogni più belli e piacevoli... Arriverò quando meno te lo aspetterai e se nel frattempo piangerai ti porterò un sorriso per ogni tua lacrima... Faremo tutto ciò che più desideri sapendo che ora siamo solo noi... e la notte è lunga... Non ci sarà freddo perché a scaldarci c'è il nostro amore, non ci sarà buio perché i tuoi occhi brilleranno più di ogni altra stella... So che hai paura di quel sogno che preannuncia la fine ma ricordati che quando i nostri sogni finiscono non svaniscono, ma si trasformano in realtà.
Chiudo gli occhi... Penso Vedo il mare con le sue onde grandi, il sole con i suoi potenti raggi mi scalda, accoccolata sulla sabbia sento il vento, che rinfresca la tenerezza del momento. Onda sulla sabbia, schizzi un brivido... Apro gli occhi... ... stavo sognando!
Ambasciatrice del sesso, funzionaria del desiderio, di giorno studi inglese, e di notte ti rapporti lungo i viali. Schernita dalle dicerie, come una volgare messalina, t'invidiano l'avventura d'essere puttana clandestina, che non paga, né sodalizio, né congregazioni, ma generosamente retribuita da frequentatori. Alcuni dicono: sei una puttana sconveniente, che utilizza il viale senza dover pagare niente! Dal mio punto di vista sei una signora privilegiata! Lasci sempre dietro di te un rosario d'opinioni, che, come minimo, sono più redditizie di certe istituzioni.
È tesa la mia mente e si sfilaccia in tante figure moribonde, infagottati sonnambuli... e poi... una sola figura, un corpo che precipita. Io non voglio morire, ma non ci vedo, non ci vedo più! Sono i massi imponenti di terra i filamenti elettrici della paura: la corrente della paura. In questo dirupo non distinguo, non riesco a vedere, non ce la faccio! Spingo con tutte le mie forze questi massi enormi di terra che si allontanano e tornano, tornano indietro. Non arriva in soccorso nessuno... Dio... non viene nessuno! Papà lo so che sei li, dammi la tua enorme mano antica, fammi alzare! Il solco si apre, apre la bocca in cui mi trovo ma l'acqua è così pulita, è l'acqua del brindisi del tuo addio in calici bianchi! Ricordi papà era parecchio tempo fa, dammi la tua mano, io non voglio morire! Gettami il giglio, il bulbo del giglio, la radice della terra, ma io non voglio morire! Ecco i massi enormi tornano, tornano quei mucchi di terra padre, guarda come tornano a rinchiudersi nell'anomalo spazio buio, ed io non voglio morire! Sogno e sono nuda, sogno e non ho più il peso! Pesano i massi enormi, pesa l'acqua, il cielo è marmo... pesa! Chiudi la porta padre, riposa in pace... in pace.
Trapelano dalle tue lunghe dita fiumi di di colore scalfito dal tuo cuore... L'enormità del mondo e l'immensità di luce che trabocca dai tuoi occhi enormi, per dar luce a tutto ciò in cui credi. Le parole confuse si fondono come melodia di un suono aperto al cielo e ogni tuo gesto è una carezza che cosparge cascate di corallo, come fiale di colori che scorrono nelle tue vene.
Ogni giorno ha il suo semaforo acceso a intermittenza da qualcuno. Gli uomini sui nudi marciapiedi sbirciamo sogni ancora in pigiama. S'accende il rosso del tramonto su volto avvizzito d'anziani, mentre una ragazza in minigonna saluta il giorno da lontano. Lentamente andiamo in bicicletta approfittando il verde dei pedoni passa anche un povero cane che ha perduto il suo padrone. In ogni angolo della nostra casa un semaforo giallo ci avvisa: attenti alla vita cittadina è come l'acqua che va al mare! Ogni giorno ha il suo semaforo con i tre colori della vita: amore, speranza e malinconia per condurci in porto o sulla riva. Impariamo a camminare insieme sui piccoli sentieri della vita. Ci sarà sempre un vecchio semaforo per insegnarci a saper morire!