Mi tramortì un duro diniego l'amore offeso vidi in agonia era un giorno di gennaio la vita mia sentii gelare. Dèmoni vissero nel petto si agitò demente la mente la bufera scompiglio la quiete con ferro e fuoco devastai; nel delirio, il simulacro della donna per cui vivo poi con carezze orribili sfiorai il suo cuore incominciai a lapidare. All'amaro calice bevvi, piansi lame affondai ferii e feci soffrire a trionfo d'ira mi accasciai. Ah dove può follia d'amor portare! Non essere me quanto mi è costato! Sentirò mai più finestra d'amore che si apre al fischiar del mio cuore? Oh bocca senza più baci sonno che mi è negato! E questo dolore da sopportare una partenza che forse non avverrà lo sporgermi in cerca di qualcuno la condanna che devo scontare. Perdono di amore dilaghi per questa fragile spina dorsale che non seppe un giorno superare mancanze di luci, al cielo che scagliò grandine ancora guardi chi vi scorse una stella ciò che funghì in fiore si tramuti. Non leghiamoci a ciò che annera la mente ché v'è sempre un bianco di grazia nel cuore e quel che fu e avvenne non è nulla di questo.
1. Sorride l'uomo incerto, nella speranza di mascherare le sue insicurezze. 2. Sorride l'uomo subdolo, convinto di saper ingannare il prossimo. 3. Sorride schietto l'uomo certo, il suo cuore non concepisce il fraintendere. 4. Sorride nel cuore il modesto, quando è oggetto di buone parole. 5. Sorride l'infido, che nutre il proprio buio delle altrui debolezze. 6. Sorride il beffardo quando nel vivere scorge chi più di lui lesina. 7. Sorride giocoso, colui che del vivere ha fatto palestra di eventi. 8. Sorride di mistica appartenenza, chi del pregare ha fatto il suo unico rifugio. 9. Sorride nel celarsi, chi ha sottratto per arricchire il suo solo interesse. 10. Sorride l'idiota, che nell'apparir spensierato, troppo spesso rende al vivere ciò che è. 11. Sorride mesto l'uomo che non ha nel cuore la sua gioia. 12. Sorride l'insicuro, nella trasparente instabilità del suo esistere. 13. Sorride estatica la santa, nel cuore del suo cuore vede la sua luce. 14. Sorride mite l'uomo buono, al prossimo non vuol togliere luce, mentre la sua anima langue.
Il sorriso è la luce del vivere, saprà metter in luce la bontà dei cuori, ma allo stesso modo ne illuminerà le ombre.
Si riconosceranno angeli, tutti gli uomini che avranno cercato nel vivere le loro ali. Camminano vicini gli angeli di Dio, nei loro sorrisi e tra le loro mani i fiori germogliati nella comprensione.
Un angelo sa aspettare, ma sa anche piangere; Un angelo sa morire, ma sa anche risorgere; Un angelo sa mentire, quando nel suo dire riconosce il tuo dolore; Un angelo sa sorridere nell'offrirti il suo unico cuore; Un angelo sa giocare nel farti scoprire il suo paradiso; Un angelo sa amare, e nel fuoco di uno sguardo riscaldare il tuo freddo; Un angelo sa piangere, e l'eco del suo dolore lo sussurrerà il vivere; Un angelo sa negarsi, quando nella privazione vedrà la tua salvezza; Un angelo sa essere dolce nel pretendere dolcezza; Un angelo sa essere giusto, e nella sua giustizia inciamparci; Un angelo sa sfiorare le giuste note del tuo cuore; Un angelo sa guardare, nel cogliere i colori che ancora non scorgi; Un angelo sa ascoltare le parole che ancora non hai proferito; Un angelo sa assomigliarti; Un angelo ti accarezza il volto per medicarti l'animo;
Ogni angelo ha grandi ali, che schiuderà al cielo non prima d'aver compiuto il suo sacro vivere. Ogni angelo vede nella vita umana, la veloce corsa di una cometa, la cui lunga scia di luce, perdurerà oltre il tempo. Nel rinnovarsi di generazione in generazione, accrescendo ed illuminando la consapevolezza dell'uomo del domani, sino a condurlo fiero, al tempo dei sorrisi, dove ogni cosa tornerà a risplendere. Ogni uomo è un angelo scalzo, che implorerà al cielo i suoi calzari, ed in cambio riavrà le sue ali.
Credo che la cosa più semplice da fare sia attaccarsi ad ogni singola persona come se non ne esistessero miliardi come lei, in fondo sotto sotto tutti siamo uguali, si diversi nel fisico e a volte anche nel carattere, ma tutti dentro hanno lo stesso marchio, tutti nascono uguali ma soltanto vivendo uno sviluppa una personalità differente. In questi giorni però siete tutti uguali, aria piena di smog che mi fa tossire e non riesco a capire cosa vi accomuna tutti; alla fine nessuno tra di voi si conoscere, però c'è qualcosa che vi unisce e vi rende tutti uguali. Cambiare è nel senso della vita, ma voi non cambierete mai ne sono più che convinta.
Sono qui nella mia stanza ascoltando una melodia con parole rattristanti, le ascolto e guardo fuori... piove, piove e piove ancora e sento quella voglia di fuggire via da tutto questo, di scappare allontanandomi sempre di più da questa me che anche sforzandomi non riconosco più. Piccoli esseri mi osservano dalla mia scrivania è disordinata come non mai in questo periodo e anche quando mi obbligo a metterla in ordine dopo pochi giorni torna sempre al punto di partenza come se la mia vita seguisse un circolo vizioso amaro da mandare giù. Ma vado avanti e sento la piggia picchiettare dolcemente sul tetto di questa casa che piano piano invecchia ma che lascia nel cuore ricordi impossibili da sopprimere. Lascio andare l'inquetudine e sorrido a questa me che armoniosamente sta rinascendo dall'amarezza.
Sei stato e sei il sogno irrealizzabile realizzato, l'obbiettivo non raggiungibile raggiunto, l'amore impossibile conquistato, il traguardo inafferrabile afferrato.
Sono un soldato e mi vergogno di me stesso, scruto l'orizzonte e noto che l'oceano non è altro che una distesa di fuoco ed il cielo che mi sovrasta è ancora una volta celato nel buio.
Mi guardo attorno e nella spiaggia sul quale sono, altro non vedo che barche, che giungendo sul litorale con i loro soldati reggono tra le braccia, come se fossero bambini, le loro armi; che solo vederle annientano l'esistenza di chiunque provi alterigia.
Nascosto non oso impugnare nessun arma, ma la patria mi impone di agire e portare la pace; pace che non credo possa esserci ne prima e ne dopo; ormai qui sul fronte la mia salvezza e quella di tanta altra gente la vedo lontana è pressoché improbabile, come la luna fra la terra o un oasi nel bel mezzo di un deserto.
Verso lacrime per ciò di cattivo e crudele sta accadendo su questo mondo, scruto ancora il cielo, invano cerco un fascio di luce, ma perfino il sole prova vergogna nel notare tutta quella sofferenza, a tal punto che anche il suo sorriso abbiamo cancellato.
Ciò che mi rimane è continuare a piangere, e sperare che almeno un angelo scenda dal cielo e possa non compiere un miracolo ma almeno esaudire un mio piccolo desiderio. Da padre di famiglia non desidero nient'altro che: poter dare un bacio alla donna che tanto amo e regalare una carezza ai miei figli, ancora una volta per l'ultima volta...