Poesie personali


Scritta da: Dario Maretti
in Poesie (Poesie personali)

Castelli di sabbia

Castelli di sabbia
come le mie parole,
che talvolta crollano
con un alito di vento.
Non c'è tanto da pensare
e neanche da ricostruire,
resteranno così,
per terra,
per qualcuno che le vorrà raccogliere
e fare proprie emozioni altrui.
Talvolta,
però,
il vento non è forte
quanto la mia volontà.
E allora tocca scavare,
al di là della sabbia,
al di sotto del mare,
c'è solo un motivo per cui restano su...
... e non è più mistero.
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    Scritta da: Blondgirl Sweet
    in Poesie (Poesie personali)

    Come sarebbe bello

    Come sarebbe bello
    se i sogni
    deventassero realtà...
    Come sarebbe bello
    se il mio pensiero
    fugisse da quell'immagine
    impressa ormai nella
    mia mente...
    Come sarebbe bello
    vivere seguendo
    l'istinto del cuore...
    Come sarebbe bello
    celare le paure
    in una morsa d'acciaio...
    Come sarebbe bello
    se i tuoi penseri
    fossero cristallo:
    così trasparenti
    da potersi specciare
    nei miei...
    Come sarebbe bello
    sentire quelle parole
    sfiorare dolcemente
    il mio essere...
    Come sarebbe bello
    se i nostri animi
    adesso fossero stretti
    in un unico vivere...
    Come sarebbe bello...
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      Scritta da: Blondgirl Sweet
      in Poesie (Poesie personali)

      A volte

      A volte vorrei
      fermare il mio cuore,
      fermare il suo battito...
      Lasciarmi andare,
      sentirmi libera:
      libera di una vita
      non mia che pur lo è...
      A volte vorrei
      abbandonare il mio corpo,
      danzare su una
      melodia non mia...
      Sentirla scorrere
      nelle vene,
      impossessarsi
      della mia anima,
      dei miei pensieri,
      sentirla scoppiare dentro...
      E allora vorrei
      risvegliarlo
      e sentirlo mio:
      sentirlo danzare
      sulla tua melodia...
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        in Poesie (Poesie personali)

        Melanconia

        Anche se molte volte
        studi seri e accurati
        ho condotto su acuti casi,
        non ho mai saputo
        se ereditaria o contagiosa
        fosse poi la malinconia
        progenie di melanconia.
        Nell'anima attentamente
        assiduo l'ho frugata.
        In un focale ingrandimento
        al microscopio
        ne ho osservato i tratti maculati.
        Nocciolo duro e compatto
        coriacea sostanza amara
        non si lascia vivisezionare!
        Reagisce con nerocupi giorni;
        in terreni di tristezze si espande
        e ivi prolifica vertiginosamente.
        Alle inoculazioni di rincoramento
        reagisce regredendo poi, tenace,
        cessato l'effetto, sottobraccio
        fra le sue spore ti riaccompagna
        dolcemente! Invano da tempo,
        nei laboratori segreti del cuore
        si cerca un antidoto che la debelli.
        Chi ostaggio ne è non rassegnato
        fuggir lontano spera sovente!
        Il vitale principio attivo
        contenuto in assolati giorni,
        talvolta, se non vi è rigetto
        produce solare miglioramento.
        Miglioramento passeggero
        poiché se radicata,
        alla prima occasione,
        metabolizzando nuove tossine,
        profonda più agguerrita ritorna!
        Come la cuscuta il cuore avvolge
        con la sue spire in tormenti di giorni;
        per le ampie fessure entro cui si annida
        non vi è tassello che tenga!
        La sua ombra è la tagliola
        che blocca i passi del domani.
        Nell'enciclopedia delle depressioni
        umane è classificata come la più profonda,
        al paragrafo patologie dei mali oscuri,
        a lettere cubitali, rabbrividendo si legge:
        invasivo carcinoma mortale!
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          Scritta da: Irma Fantasia
          in Poesie (Poesie personali)

          Silenzi

          Silenzi,
          lunghi, lontani,
          accenti nell'anima mia,
          tormentosi, come fluttua morbido il dolce navigare;
          soavi, come stanco il respiro
          e tenue le lacrime.

          Silenzi,
          lunghi, lontani,
          respiri che allietano un dolce senso
          curioso, nel volteggiar pensieroso,
          morbidi, come stanco il respiro
          e tenue le lacrime.

          Silenzi,
          di canti repressi,
          gioie di tempi ormai persi.
          Voce di eterna salvezza
          a voi cedo l'anima,
          con grazia e amorevolezza.
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            Scritta da: Luigi Totaro
            in Poesie (Poesie personali)

            Non accettare alternative.

            Sempre lancia il cuore oltre l'ostacolo
            e seguilo con entusiasmo e con coraggio
            Non perdere della Natura lo spettacolo
            del sole che accende il cielo al primo raggio

            Il tuo animo sia come la luce del mattino
            pura e con i colori all'alba sul mare
            Non dire mai: "è colpa del destino.
            Non potevo fare nulla per cambiare"

            Ciascuno è il fabbro della propria sorte
            Non cedere mai ad alcuno l'iniziativa
            Se la corrente del fiume è molto forte
            Nuota lo stesso. Non andare alla deriva

            Il tuo pensiero sia come una fonte
            di pura zampillante acqua sorgiva
            Il tuo sguardo giunga all'ultimo orizzonte
            Vivi così. Non accettare alternativa.
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              Scritta da: Artemisia Pirla
              in Poesie (Poesie personali)

              Malinconia

              Malinconia madre mia,
              nel tuo grembo posso dormire
              Posso cantare malinconia,
              Il dolce orgoglio del soffrire.

              Malinconia tu sei troppo buona,
              sei tu che mi fai sentire bene
              tu sarai colei che mi toglierà  questo dolore.

              Per ogni pena ci saranno lacrime del tuo amore
              cosi mi hai lasciato di quell'ora
              Primaverile?

              La melodia passò, ora
              solo si sente un eco di un funerale.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Anime del fiume

                Anime del fiume
                che stanche andate
                come nuvole cupe
                in un cenerino cielo
                acque non più chiare
                offese da scorie umane
                che tra giunchi e vimini
                al lontano mare puntate,
                a voi, pure e incontaminate
                un caro tempo,
                le mie barche fatte
                di carta di giornale affidai;
                dalla riva, spiando
                trepidante, ne seguii
                l'incerto periglioso viaggio.
                Ancor seguo il lento fluire
                che vi porta e che mi porta
                riassaporo perduta ebbrezza.
                Ripenso a quando fanciullo
                da sorgiva polla
                a colme giumelle vi attinsi
                placando l'arsura del giorno;
                di pietra in pietra a saltellare
                ritorno per ritrovar
                l'inavveduto spinarello
                catturato nella secca
                e subito poi scaltro
                dalle mani via sgusciato!
                Gli empi insulti degli uomini
                a morte hanno ferito
                le sacre fonti che vita vi danno.
                Ammortate trasparenze
                a liquami e fecali insidie
                hanno ceduto il passo
                tramutato in singulto
                è il sorriso delle argentee
                e cristalline spume
                delle antiche correnti,
                draghe sempre più in basso
                hanno raschiato il fondo,
                cocci di bottiglie infrante
                or spesso adornano feriti
                sinuosi brulli fianchi!
                È duro questo nostro tempo:
                in fetidi pantani spesso
                agonizziamo aspettando
                anelanti un destino edace
                che rischiari i nostri giorni.
                O potessimo rinascere
                e dimenticare, ritrovare
                le speranze costipate
                negli anni e dalla spirale
                del vortice per sempre
                trascinate e affondate!
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  Usure

                  Il tachimetro dei lustri
                  già segna sul quadrante
                  dodici giri da quando iniziò
                  l'abrasione per rotolamento
                  sulle ruvide pietre
                  della strada della vita.
                  L'accumulo dei transiti,
                  le accelerazioni e le frenate
                  tra notti tramonti ed albe
                  sconquassato hanno lo châssis
                  che, pur al peggio,
                  ancor mi scarrozza per il mondo.
                  Tra brusche sterzate e stridii.
                  Consumato il battistrada,
                  il volante quasi paralizzato,
                  malridotto l'avantreno e perduta
                  la necessaria convergenza,
                  faticose manovre da lunga fiata
                  il cuore irrigidito logorano
                  e sollecitano senza risparmio!
                  Quante volte, in avaria
                  per eccesso di attrito,
                  la cinghia di trasmissione
                  di una illusione mi ha parcheggiato
                  avvilito sul ciglio cupo di una via!
                  Per polvere di giorni
                  ridotta la trasparenza
                  della superficie dei vetri
                  vana appare l'alta luce dei fari;
                  solo lo specchietto retrovisore
                  sempre terso ed efficiente riflette
                  il cammino serpeggiante dei ricordi!
                  Trabiccolo, spesso in panne,
                  tra scarrucolio di pulegge
                  e scricchiolii, con tremuli assi
                  traballante ancor mi trascino
                  rimorchiato da motrici speranze.
                  Oh l'inclemente usura del tempo
                  che precoce dissangua la vita!
                  Un giorno, negatami
                  la licenza di circolazione,
                  un atro carro traslocherà
                  in una non lontana fonderia
                  un'arrugginita carcassa di ferraglie
                  per farne materia per altri stampi!
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