Castelli di sabbia come le mie parole, che talvolta crollano con un alito di vento. Non c'è tanto da pensare e neanche da ricostruire, resteranno così, per terra, per qualcuno che le vorrà raccogliere e fare proprie emozioni altrui. Talvolta, però, il vento non è forte quanto la mia volontà. E allora tocca scavare, al di là della sabbia, al di sotto del mare, c'è solo un motivo per cui restano su... ... e non è più mistero.
Viaggiatore solitario, sfumata compagnia, il grigio polvere copre la tanto agognata allegria. Una voce improvvisa, desta il mio riposo. Un'altra stazione è stata raggiunta, non ho ben chiaro cosa rappresenti. Mi vieni in mente tu... al di là del finestrino, continua a piovere.
Come sarebbe bello se i sogni deventassero realtà... Come sarebbe bello se il mio pensiero fugisse da quell'immagine impressa ormai nella mia mente... Come sarebbe bello vivere seguendo l'istinto del cuore... Come sarebbe bello celare le paure in una morsa d'acciaio... Come sarebbe bello se i tuoi penseri fossero cristallo: così trasparenti da potersi specciare nei miei... Come sarebbe bello sentire quelle parole sfiorare dolcemente il mio essere... Come sarebbe bello se i nostri animi adesso fossero stretti in un unico vivere... Come sarebbe bello...
A volte vorrei fermare il mio cuore, fermare il suo battito... Lasciarmi andare, sentirmi libera: libera di una vita non mia che pur lo è... A volte vorrei abbandonare il mio corpo, danzare su una melodia non mia... Sentirla scorrere nelle vene, impossessarsi della mia anima, dei miei pensieri, sentirla scoppiare dentro... E allora vorrei risvegliarlo e sentirlo mio: sentirlo danzare sulla tua melodia...
Anche se molte volte studi seri e accurati ho condotto su acuti casi, non ho mai saputo se ereditaria o contagiosa fosse poi la malinconia progenie di melanconia. Nell'anima attentamente assiduo l'ho frugata. In un focale ingrandimento al microscopio ne ho osservato i tratti maculati. Nocciolo duro e compatto coriacea sostanza amara non si lascia vivisezionare! Reagisce con nerocupi giorni; in terreni di tristezze si espande e ivi prolifica vertiginosamente. Alle inoculazioni di rincoramento reagisce regredendo poi, tenace, cessato l'effetto, sottobraccio fra le sue spore ti riaccompagna dolcemente! Invano da tempo, nei laboratori segreti del cuore si cerca un antidoto che la debelli. Chi ostaggio ne è non rassegnato fuggir lontano spera sovente! Il vitale principio attivo contenuto in assolati giorni, talvolta, se non vi è rigetto produce solare miglioramento. Miglioramento passeggero poiché se radicata, alla prima occasione, metabolizzando nuove tossine, profonda più agguerrita ritorna! Come la cuscuta il cuore avvolge con la sue spire in tormenti di giorni; per le ampie fessure entro cui si annida non vi è tassello che tenga! La sua ombra è la tagliola che blocca i passi del domani. Nell'enciclopedia delle depressioni umane è classificata come la più profonda, al paragrafo patologie dei mali oscuri, a lettere cubitali, rabbrividendo si legge: invasivo carcinoma mortale!
Silenzi, lunghi, lontani, accenti nell'anima mia, tormentosi, come fluttua morbido il dolce navigare; soavi, come stanco il respiro e tenue le lacrime.
Silenzi, lunghi, lontani, respiri che allietano un dolce senso curioso, nel volteggiar pensieroso, morbidi, come stanco il respiro e tenue le lacrime.
Silenzi, di canti repressi, gioie di tempi ormai persi. Voce di eterna salvezza a voi cedo l'anima, con grazia e amorevolezza.
Sempre lancia il cuore oltre l'ostacolo e seguilo con entusiasmo e con coraggio Non perdere della Natura lo spettacolo del sole che accende il cielo al primo raggio
Il tuo animo sia come la luce del mattino pura e con i colori all'alba sul mare Non dire mai: "è colpa del destino. Non potevo fare nulla per cambiare"
Ciascuno è il fabbro della propria sorte Non cedere mai ad alcuno l'iniziativa Se la corrente del fiume è molto forte Nuota lo stesso. Non andare alla deriva
Il tuo pensiero sia come una fonte di pura zampillante acqua sorgiva Il tuo sguardo giunga all'ultimo orizzonte Vivi così. Non accettare alternativa.
Anime del fiume che stanche andate come nuvole cupe in un cenerino cielo acque non più chiare offese da scorie umane che tra giunchi e vimini al lontano mare puntate, a voi, pure e incontaminate un caro tempo, le mie barche fatte di carta di giornale affidai; dalla riva, spiando trepidante, ne seguii l'incerto periglioso viaggio. Ancor seguo il lento fluire che vi porta e che mi porta riassaporo perduta ebbrezza. Ripenso a quando fanciullo da sorgiva polla a colme giumelle vi attinsi placando l'arsura del giorno; di pietra in pietra a saltellare ritorno per ritrovar l'inavveduto spinarello catturato nella secca e subito poi scaltro dalle mani via sgusciato! Gli empi insulti degli uomini a morte hanno ferito le sacre fonti che vita vi danno. Ammortate trasparenze a liquami e fecali insidie hanno ceduto il passo tramutato in singulto è il sorriso delle argentee e cristalline spume delle antiche correnti, draghe sempre più in basso hanno raschiato il fondo, cocci di bottiglie infrante or spesso adornano feriti sinuosi brulli fianchi! È duro questo nostro tempo: in fetidi pantani spesso agonizziamo aspettando anelanti un destino edace che rischiari i nostri giorni. O potessimo rinascere e dimenticare, ritrovare le speranze costipate negli anni e dalla spirale del vortice per sempre trascinate e affondate!
Il tachimetro dei lustri già segna sul quadrante dodici giri da quando iniziò l'abrasione per rotolamento sulle ruvide pietre della strada della vita. L'accumulo dei transiti, le accelerazioni e le frenate tra notti tramonti ed albe sconquassato hanno lo châssis che, pur al peggio, ancor mi scarrozza per il mondo. Tra brusche sterzate e stridii. Consumato il battistrada, il volante quasi paralizzato, malridotto l'avantreno e perduta la necessaria convergenza, faticose manovre da lunga fiata il cuore irrigidito logorano e sollecitano senza risparmio! Quante volte, in avaria per eccesso di attrito, la cinghia di trasmissione di una illusione mi ha parcheggiato avvilito sul ciglio cupo di una via! Per polvere di giorni ridotta la trasparenza della superficie dei vetri vana appare l'alta luce dei fari; solo lo specchietto retrovisore sempre terso ed efficiente riflette il cammino serpeggiante dei ricordi! Trabiccolo, spesso in panne, tra scarrucolio di pulegge e scricchiolii, con tremuli assi traballante ancor mi trascino rimorchiato da motrici speranze. Oh l'inclemente usura del tempo che precoce dissangua la vita! Un giorno, negatami la licenza di circolazione, un atro carro traslocherà in una non lontana fonderia un'arrugginita carcassa di ferraglie per farne materia per altri stampi!