Poesie personali


Scritta da: Blondgirl Sweet
in Poesie (Poesie personali)

È proprio vero

Sì, è proprio vero,
quando sembra che
la tua anima
stia per librarsi,
ecco che quell'uragano
si ripresenta ai tuoi occhi,
sì... così
tempestivo,
impulsivo,
imperterrito...
E ti prende,
ti trascina via,
ti porta in abissi infernali...
E la tua mente si oscura,
i tuoi pensieri si confondono,
la tua anima si spegne...
Si spegne di quella luce
che aveva donato le ali
ad un animo terreno...
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    Scritta da: Emanuele O'Brien
    in Poesie (Poesie personali)

    Il bosco e il mare

    Il canto delle fronde dell'albero cheto,
    il fremito della vita, nel bosco smeraldo,
    come vento hanno spazzato il pensiero lieto
    della dama tra le canne, del suo sguardo spavaldo.

    La rabbia dell'onda che infrange lo scoglio,
    esso non morirà, resterà sepolto,
    dolente guardiano sul mio cuore veglio,
    l'anima segnata porterà sempre il tuo volto.

    Tra i passi incerti sfrigolano le bronzee foglie,
    tra la spuma che sprizza avanza dolente il lupo,
    sulla strada di grigi ciottoli si accascia la moglie,
    il vento ha parlato fra le canute canne, ora sferza il nero dirupo.
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      Scritta da: Blondgirl Sweet
      in Poesie (Poesie personali)

      E sto qui

      E sto quì ascoltando ciò che ci accumuna,
      ascoltando quelle parole impresse
      ormai nella mia mente,
      e che vorrei fossero realtà...
      E sto quì, fra i miei sogni,
      li vedo... sì sono proprio lì...
      a un passo dalla mia mano
      eppure non riesco ad afferrarli...
      E sto quì, tra lacrime e sorrisi,
      disegnando il tuo volto nei miei pensieri,
      cercando di renderlo sempre
      più indelebile...
      E sto qui per vivere
      dei tuoi sguardi silenziosi,
      dei tuoi sorrisi nascosti,
      del tuo essermi indifferente
      e dedito allo stesso tempo,
      del modo in cui mi fai sentire
      per vivere di te...
      E sto quì, sperando
      in un nuovo miraggio
      che solo una tua parola
      potrà darmi...
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        Scritta da: Tiziano Marzotto
        in Poesie (Poesie personali)

        Dedicato a Natasha

        Giungi dall'Est per me così lontano
        come un fragile ma indomito uccello migratore

        Vuoi sfuggire ai tuoi passati tormenti
        e trovare nuova linfa per la tua giovane vita

        O forse sei qui alla ricerca della via eterna per la tua anima perduta

        Il tuo sorriso incanta il mio animo attento

        Le tue buffe confusioni son dolci note per la mia ferrea logica

        La tua gioia di vivere mi avvolge in un dolce abbraccio foriero di calde sensazioni

        Ed è per questo che le rigide porte del mio cuore cedono inesorabilmente
        come un forte ben armato ma pur sempre indifeso alla forza debordante di un grande esercito

        Ma a volte, si sa, la vita è crudele e ti dà ciò che ripugni e ti toglie ciò che ardentemente desideri
        come in un pazzo e scellerato gioco senza senso

        E quindi siamo qui
        a contemplarci solamente le nostre virtù
        nella ormai inesorabile certezza
        che mai un domani saranno completamente condivise
        dalle nostre anime e dalle nostre menti.

        Buona fortuna comunque
        mia piccola grande Natasha.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Mare

          Quando vetrina di cristallo puro
          incontaminato mi mostri, Mare,
          un cosmo di sconosciute creature,
          quando lampeggiano riflessi
          di vitree scaglie o spume
          o in un video immaginato
          zampilli i tuoi giganti esplodono,
          quando percorro l'offesa piaggia
          al morir di un mareggio
          e mi imbatto in carcasse
          di conchiglie o stracci di fondali
          o in uno sparuto osso di seppia
          stupito allor mi sovvien
          che nella notte dei tempi
          da te, principio equoreo,
          un giorno emersi uomo.
          Ah quante volte rapito
          familiare il tuo palpito riascolto
          come ai tuoi ritmi
          che di improvviso mutano
          altezza e tono mi abbandono!
          Come seguo il lacerarsi
          dello smisurato telo d'azzurri
          ad ogni strappo di vento;
          come ti sciorina l'insulto dei nembi
          al sopravvenire di una bufera!
          E il tuo viso che si corruga
          all'insorgere di un delirio lontano,
          le nivee frange che attaccano
          e devastano lidi, i getti
          di pulviscoli cristallini che spezzano
          lo sguardo all'orizzonte levato,
          il risucchio rabbioso di bocche
          ebbre al dilatarsi dei tuoi polmoni,
          gli scompigli di ectoplasma,
          i bollori di salsedine che si scagliano
          su venati ciottoli di riviere:
          cancellazione di battigie,
          rovesciar di scafi, affondar di navigli!
          Oh calma divina
          quando stremato in bonaccia
          ti assopisci in un accadere nullo!
          Incessante viver il tuo che ti rinnova
          sotto lo sguardo di un sole passante
          che si specchia e dilegua al passo dell'ora.
          È in questa immensa tua statura
          che un piccolo me accresciuto si ritrova
          che più gagliardo un sangue ritorna
          e mi ricaccia nel giogo della vita
          persuaso da richiami ineludibili
          giunti da fraseggi di altri sogni...
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            Scritta da: Emanuele O'Brien
            in Poesie (Poesie personali)
            Solitario vagabondo senza fato,
            tu solo hai visto lo splendore delle bianche luci,
            candide vie degli esseri dolenti
            segnati dal marchio porpora dello sguardo fiero,
            azzurrina luce dei suoi occhi
            stanco e malfermo avanza il suo passo,
            montagna scossa dalle grandi radici
            la cui cima nera non comprende
            e nell'ovattato silenzio attende il mediatore,
            che dorme fra gli spiriti
            sorriso dal sole.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)

              Il Bibi

              All'ombra di un albero solitario
              aspetto il Bibi del villaggio.
              La sua risposta mi viene da lontano
              da un mondo abitato da persone
              piene di sapienza e poche parole.

              Immobile scrutava l'aria del mattino
              posata sui fiori del mango secolare.
              Un tucano batteva il suo becco
              richiamando la notte nella tana.

              Lo guardai racchiuso nel silenzio.
              Non ruppi il suo segreto.
              Era un vecchio che parlava coi morti
              consultando l'oggi, ieri e il domani.

              All'ombra di un mango mi fermai
              ascoltando il Bibi che parlava.
              La sua voce limpida di silenzio
              mi riempì il cuore e mi lasciò contento.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)

                Il danzatore

                Era un'ombra che danzava con la notte
                masticando i ricordi di leggenda
                sperduta nel ventre delle zucche
                di una marimba con note senza vento.

                Era un'ombra germinata da semi
                raccolti in segreto in piena foresta.
                Le mani toccavano dei raggi di luce
                caduti da un ramo di um mango in festa.

                Era un'ombra che danzava da ore
                al ritmo dei tamburi scavati nel tempo.
                Cercava nell'aria un'estasi d'ebrezza
                battendo la terra con umana dolcezza.

                Era un'ombra di uomo o donna, non so,
                giocando a nascondiglio con la notte.
                Era vestita di conterie, semi e conchiglie
                e la luna guardava senza parlare.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Temporale tropicale

                  D'improvviso il cielo è nero,
                  la foresta cambia la sua voce,
                  un lampo spacca le nuvole
                  un fragore esce dalle rocce.

                  Il Dio della pioggia è sceso
                  cammina sullo zingo della casa
                  l'accompagnano tamburi forestieri
                  e "makocho" venuti da lontano.

                  Gli alberi cadono frustrati dal vento,
                  il tetto di paglia è un nido nell'aria,
                  un cane abbaia al Dio che passa
                  e rantola all'angolo come frustato.

                  Le foglie di mandioca sono d'argento,
                  il miglio s'inchina baciando la terra,
                  le papaie cadono su foglie antiche
                  mentre un pipistrello resta appeso
                  sotto il mio tetto amico.

                  Così piove in questa terra d'Africa
                  quando il Dio maschio decide di pisciare.
                  Quando invece col sole piove dolcemente
                  dicono: "È Dio femmina che ci vuol bagnare".
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                    in Poesie (Poesie personali)

                    Quando l'aureo disco del giorno

                    Quando l'aureo disco del giorno
                    più non vedrò apparire all'orizzonte
                    e nel mio cielo non vi saranno stelle,
                    quando più non mi giungerà il suono
                    vario dell'onda o gridìo di voci,
                    tacerà per sempre questo mio cuore
                    ma fino ad allora, ancor vi parli
                    la tortura di questa passione,
                    che voi, brama prediletta,
                    con indifferenza, appena ascoltate!
                    Quando dal vuoto imprigionato
                    a voi libera ripenso, in alto vanno
                    le mie inumidite orbite;
                    alle illusioni, promesse strappo
                    perché nel vostro petto cavo
                    un posto sicuro io trovi.
                    Se sapeste nel chiaro guardare,
                    vedreste i miei occhi scuri
                    fissarvi senza tregua;
                    se dai vostri pensieri non escluso,
                    meno penoso sarebbe il ritmo
                    scandito dal mio dimesso andare.
                    È da troppo tempo che guardo
                    le pieghe della vostra bocca
                    senza baciarle; voi non sapete
                    che mi chinerei, fino a spezzarmi,
                    per raccogliere, come primizia,
                    un sorriso, da voi lasciato cadere!
                    Non ponete altri sgambetti
                    a questo cuore che inciampa
                    sulle crespe del vostro animo gelato.
                    Udienza accordate ad un amor
                    che non s'affioca e arrestate
                    la dolce tortura che perpetrate!
                    Guardatemi come la prima volta:
                    un rossore, vi ritornerà dal mio volto.
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