Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Nel rasserenante paese

Nel rasserenante paese
abitato da mordenti desideri
nella piazza del cuore
come usavo fare da fanciullo
delle zolle di zuccherò vorrei comprare
e per un po' addolcire l'acre malinconia
che oggi mi tiene compagnia.
Al banco dei canditi sogni
con un tronchetto di liquirizia
rifarmi vorrei l'anima
e assaporare il frutto raro
che afferra il dolce senso del ghiotto
davanti a una gremita fruttiera.
Uomo, chi vorrebbe che il cuore
al dolore si torcesse e la tristezza
amara l'anima facesse?
Ma se chiusa è la credenza
di golose dovizie, se la chiave non hai
e non credi al miracolo che infranga
il vetro blindato che dalla felicità
ti separa, se non disponi di un grimaldello
solo fantasticare sull'ultimo fico secco
ti rimane! Sull'inaccessibile contenuto
che il cristallo dei sogni ti mostra
appena azzardi qualche fantasia,
aspetti che arrivi il sonno sedativo
che anestetizzi le papille gustative
e a tacere metta le tua brame.
Poi quando ti risvegli, ciò che vedi
è solo il vuoto, sospeso nel vuoto
le ali non servono:
mancano le correnti ascensionali!
Così, davanti alla delusa mira
a ruotar, te ne resti in moto circolare.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Sapere aude

    Più non si riprodurrà per me
    l'avvicendarsi di avvenimenti
    lieti e tristi un giorno;
    tutto resterà intatto alle mie spalle:
    la vita quotidiana della gente
    il ridicolo universo, le distanze.
    -Vale la pena di vivere? -
    è la domanda schiacciante
    che mi si presenta davanti
    ogni alba. Qual è la risposta?
    Quante logiche astruse a sostegno
    di un'esistenza edace che dilegua!
    Eppure non so rispondere al rebus
    se assisto ad accasci di speranze
    e sventro nasciture illusioni.
    Esposto al dubbio che si addensa
    e si spalanca interrogo l'oroscopo:
    nella sfera di vetro divinatoria
    frammentario si mischia passato e futuro;
    non vi è collante che faccia presa
    né evoluta che a qualcosa adduca;
    mi guardo nel cuore,
    la poca luce mi inclina
    cedo, salto tra cielo e abisso;
    in sosta sull'orlo dello stupore
    nulla fiuto dall'incurante tempo
    per proteggermi dal peggio.
    Senza un chiaro senso,
    per abitudine, ancora per un frangente,
    spinto dal vento delle passioni
    verosimile continuerò a viaggiare;
    senza insegne di esultanza
    tremante aspetterò un segnale
    da un viso senza volto: qualcuno
    busserà la prima e l'ultima volta.
    Poi, stramazzato resterò muto:
    si acclarerà un nulla al cospetto del mondo
    ad onta di quel che senza volerlo. Pur fui.
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      Scritta da: Blondgirl Sweet
      in Poesie (Poesie personali)

      Vorrei gridare

      E vorrei gridare
      al mondo
      quello che sono,
      quello che sento,
      quello che provo,
      quel pensiero
      che giorno dopo giorno,
      ora dopo ora,
      minuto dopo minuto
      percuote la mia mente...
      Così: instancabilmente,
      incessantemente,
      irripentibilmente...
      E vorrei gridare al mondo,
      sentirmi libera,
      libera di volare...
      Sì... ogni tanto
      fa bene volare...
      E vorrei
      conoscere nuovi orizzonti,
      nuovi cieli,
      nuovi abissi...
      E sì vorrei gridare
      al mondo
      "anche io ce l'ho fatta"...
      Ma ecco,
      appena le mie labbra
      si schiudono
      qualcosa mi catapulta
      nuovamente giù...
      Sì, questo mondo è
      troppo sordo...
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        Scritta da: Blondgirl Sweet
        in Poesie (Poesie personali)

        È proprio vero

        Sì, è proprio vero,
        quando sembra che
        la tua anima
        stia per librarsi,
        ecco che quell'uragano
        si ripresenta ai tuoi occhi,
        sì... così
        tempestivo,
        impulsivo,
        imperterrito...
        E ti prende,
        ti trascina via,
        ti porta in abissi infernali...
        E la tua mente si oscura,
        i tuoi pensieri si confondono,
        la tua anima si spegne...
        Si spegne di quella luce
        che aveva donato le ali
        ad un animo terreno...
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          Scritta da: Emanuele O'Brien
          in Poesie (Poesie personali)

          Il bosco e il mare

          Il canto delle fronde dell'albero cheto,
          il fremito della vita, nel bosco smeraldo,
          come vento hanno spazzato il pensiero lieto
          della dama tra le canne, del suo sguardo spavaldo.

          La rabbia dell'onda che infrange lo scoglio,
          esso non morirà, resterà sepolto,
          dolente guardiano sul mio cuore veglio,
          l'anima segnata porterà sempre il tuo volto.

          Tra i passi incerti sfrigolano le bronzee foglie,
          tra la spuma che sprizza avanza dolente il lupo,
          sulla strada di grigi ciottoli si accascia la moglie,
          il vento ha parlato fra le canute canne, ora sferza il nero dirupo.
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            Scritta da: Blondgirl Sweet
            in Poesie (Poesie personali)

            E sto qui

            E sto quì ascoltando ciò che ci accumuna,
            ascoltando quelle parole impresse
            ormai nella mia mente,
            e che vorrei fossero realtà...
            E sto quì, fra i miei sogni,
            li vedo... sì sono proprio lì...
            a un passo dalla mia mano
            eppure non riesco ad afferrarli...
            E sto quì, tra lacrime e sorrisi,
            disegnando il tuo volto nei miei pensieri,
            cercando di renderlo sempre
            più indelebile...
            E sto qui per vivere
            dei tuoi sguardi silenziosi,
            dei tuoi sorrisi nascosti,
            del tuo essermi indifferente
            e dedito allo stesso tempo,
            del modo in cui mi fai sentire
            per vivere di te...
            E sto quì, sperando
            in un nuovo miraggio
            che solo una tua parola
            potrà darmi...
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              Scritta da: Tiziano Marzotto
              in Poesie (Poesie personali)

              Dedicato a Natasha

              Giungi dall'Est per me così lontano
              come un fragile ma indomito uccello migratore

              Vuoi sfuggire ai tuoi passati tormenti
              e trovare nuova linfa per la tua giovane vita

              O forse sei qui alla ricerca della via eterna per la tua anima perduta

              Il tuo sorriso incanta il mio animo attento

              Le tue buffe confusioni son dolci note per la mia ferrea logica

              La tua gioia di vivere mi avvolge in un dolce abbraccio foriero di calde sensazioni

              Ed è per questo che le rigide porte del mio cuore cedono inesorabilmente
              come un forte ben armato ma pur sempre indifeso alla forza debordante di un grande esercito

              Ma a volte, si sa, la vita è crudele e ti dà ciò che ripugni e ti toglie ciò che ardentemente desideri
              come in un pazzo e scellerato gioco senza senso

              E quindi siamo qui
              a contemplarci solamente le nostre virtù
              nella ormai inesorabile certezza
              che mai un domani saranno completamente condivise
              dalle nostre anime e dalle nostre menti.

              Buona fortuna comunque
              mia piccola grande Natasha.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Mare

                Quando vetrina di cristallo puro
                incontaminato mi mostri, Mare,
                un cosmo di sconosciute creature,
                quando lampeggiano riflessi
                di vitree scaglie o spume
                o in un video immaginato
                zampilli i tuoi giganti esplodono,
                quando percorro l'offesa piaggia
                al morir di un mareggio
                e mi imbatto in carcasse
                di conchiglie o stracci di fondali
                o in uno sparuto osso di seppia
                stupito allor mi sovvien
                che nella notte dei tempi
                da te, principio equoreo,
                un giorno emersi uomo.
                Ah quante volte rapito
                familiare il tuo palpito riascolto
                come ai tuoi ritmi
                che di improvviso mutano
                altezza e tono mi abbandono!
                Come seguo il lacerarsi
                dello smisurato telo d'azzurri
                ad ogni strappo di vento;
                come ti sciorina l'insulto dei nembi
                al sopravvenire di una bufera!
                E il tuo viso che si corruga
                all'insorgere di un delirio lontano,
                le nivee frange che attaccano
                e devastano lidi, i getti
                di pulviscoli cristallini che spezzano
                lo sguardo all'orizzonte levato,
                il risucchio rabbioso di bocche
                ebbre al dilatarsi dei tuoi polmoni,
                gli scompigli di ectoplasma,
                i bollori di salsedine che si scagliano
                su venati ciottoli di riviere:
                cancellazione di battigie,
                rovesciar di scafi, affondar di navigli!
                Oh calma divina
                quando stremato in bonaccia
                ti assopisci in un accadere nullo!
                Incessante viver il tuo che ti rinnova
                sotto lo sguardo di un sole passante
                che si specchia e dilegua al passo dell'ora.
                È in questa immensa tua statura
                che un piccolo me accresciuto si ritrova
                che più gagliardo un sangue ritorna
                e mi ricaccia nel giogo della vita
                persuaso da richiami ineludibili
                giunti da fraseggi di altri sogni...
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                  Scritta da: Emanuele O'Brien
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Solitario vagabondo senza fato,
                  tu solo hai visto lo splendore delle bianche luci,
                  candide vie degli esseri dolenti
                  segnati dal marchio porpora dello sguardo fiero,
                  azzurrina luce dei suoi occhi
                  stanco e malfermo avanza il suo passo,
                  montagna scossa dalle grandi radici
                  la cui cima nera non comprende
                  e nell'ovattato silenzio attende il mediatore,
                  che dorme fra gli spiriti
                  sorriso dal sole.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Il Bibi

                    All'ombra di un albero solitario
                    aspetto il Bibi del villaggio.
                    La sua risposta mi viene da lontano
                    da un mondo abitato da persone
                    piene di sapienza e poche parole.

                    Immobile scrutava l'aria del mattino
                    posata sui fiori del mango secolare.
                    Un tucano batteva il suo becco
                    richiamando la notte nella tana.

                    Lo guardai racchiuso nel silenzio.
                    Non ruppi il suo segreto.
                    Era un vecchio che parlava coi morti
                    consultando l'oggi, ieri e il domani.

                    All'ombra di un mango mi fermai
                    ascoltando il Bibi che parlava.
                    La sua voce limpida di silenzio
                    mi riempì il cuore e mi lasciò contento.
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