Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Infiorare avrei voluto i nostri giorni

Infiorare avrei voluto i nostri giorni
e il tuo capo infrondare con altri allori,
il denutrito cuore saziare
con bacche di gelso e more
ma... solo accartocciate foglie
e lazzi frutti di seccato legno
oggi appena so darti in dono!
Viene il momento in cui tutto agonizza
e ogni cosa, esangue vacua si scompone,
da roghi morenti che non si avvivano
crepitii più non ascolti e nell'anima
ammalata, che non sa più stare in piedi,
solo silenzio di ceneri sale e rimane.
Altra foce non ha questo mio male
che fiotta con ardita foga
se non l'infinito chiuso del vuoto.
Ma nella fedeltà che non muta,
dall'ammutolito mio fagotto,
per uno stretto forame un filo
di speranze, fluendo a te conduce.
È da questa mia prigionia
che aspetto un gesto tuo,
che pane d'amore mastico adagio
e capriola qualche speranza;
è qui che qualche foglia
ancora riparo trova dal vento;
è in quest'ombra che un sasso
non si arroventa fissato dal sole.
Pur se ambiguo e scialbo
appare il sorriso del domani
e specchio d'acqua
il volto sereno non rifrange,
ignora lo stesso il mugolìo
che da quest'oggi in fuga tu odi;
sfollato da un tuo bacio
il lagno rauco del mio gemito,
inudibile, si allontani via dissolto!
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    in Poesie (Poesie personali)

    Insurrezioni

    È da molto che spendo
    i miei giorni allo scuro!
    In fuga dal mio rinchiuso,
    come una volta, domani,
    seguirò una rotta solare,
    estranei mi fisseranno
    occhi schivi di donna
    trapassandomi il cuore!
    Ossigenato dai giardini
    dei cortili circostanti,
    invasivo alle narici
    mi raggiungerà l'olezzo
    che si diffonde dai fioriti
    tralci protesi oltre
    le infocate ringhiere.
    L'orma dei miei passi
    su polverosa redola, dirà
    che di lì un uomo è passato.
    Avvisterò qualche sparuto
    passero che, al dispiegarsi
    della mia ombra silente,
    alipede, spiccherà un volo.
    Grigioverde lucertola
    immota in oziosa postazione,
    vedrò poi spaventata svariare
    per il brullo muro crepato
    alla ricerca di un latibolo
    fidato che tutta l'accolga
    riparandola dal rischio
    di un accadimento temuto.
    Domani, una svagata occhiata
    lancerò ai cartelloni ingialliti;
    sedotto dal fragrante richiamo
    di una tazza di caffé spumoso,
    stanco, mi fermerò in un bar
    a contare i gelati che si sciolgono
    tra le mani accaldate di bambini
    avvampati accorsi in frotte
    dal popoloso rione vicino.
    Domani sarà un trasgredire!
    L'innesco di un moto riottoso
    avvierà una covata rivolta,
    capovolgerò le mie malinconie;
    ad un'insurrezione aderirà
    questo cuore orfano di sole
    e di oscurità prigioniero.
    In un mondo di piccole cose,
    un altro sarò per un giorno
    meravigliando me stesso!
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      in Poesie (Poesie personali)

      T'avrei creduta sulla parola

      T'avrei creduta sulla parola
      se solo mi avessi detto:
      - Non voglio che tu vada via! -
      È da inenarrabile tempo
      che, esiliato dal tuo cuore,
      di te più non ho cercato notizie.
      Nel vuoto che mi lasciasti
      come avrei potuto?
      Al di là dello squarcio
      raro di un ricordo,
      affiorò, di tanto in tanto,
      il periscopio della nostalgia
      per scrutare sull'orizzonte
      delle cose perdute
      una labile scia da te lasciata.
      Quante volte nel silenzio
      l'orecchio tesi all'eco
      del frangente della tua vita!
      Scancellata, in modo
      definitivo dal mio taccuino
      ogni antica annotazione
      che ti riguardasse,
      a chi chiedeva dove tu fossi,
      o se per doloroso rammentare
      correvo a te remota,
      io non seppi dire se oltre la fitta
      cortina dietro cui eri scomparsa
      probabilmente ancora ti aggiravi.
      Per affermare che
      tu sia di certo svanita
      non ho prove adeguate,
      in un impensato angolo
      del mondo, tu sarai!
      Talvolta avrai pensato
      al ragazzo con la motoretta
      che tremante arretrò
      al suo primo bacio,
      ti sarai chiesta
      se questo rinsecchito
      flabello di canna,
      agli assalti delle folate
      oggi ancora resista.
      Si, sono qui,
      risparmiato dal turbine,
      a vangare nella memoria
      le ignite zolle di un amore
      che apparso alato ratto fuggì
      privando le mie pupille
      di esistenziali guizzi di luce.
      Resati irreperibile quaggiù,
      nell'aldilà, in cui so che credi,
      forse ti rintraccerò nel mezzo
      di un folto nugolo di ombre,
      per riannodare un filo doppio
      da te, senza pietà reciso.
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        Scritta da: Luigi Totaro
        in Poesie (Poesie personali)

        La notte di Natale

        La notte di Natale tutto è magia.
        I fedeli in chiesa vanno a frotte
        per la messa della mezzanotte
        Tutto è pace, tutto è poesia

        Le famiglie intorno ad un camino
        sgranano ricordi del passato
        C'è sempre un bambino addormentato
        ed una nonna che gli sta vicino

        In ogni strada, in ogni vicoletto
        luci multicolori sono accese
        Le case sembrano tutte delle chiese
        In attesa del Bambinello benedetto

        Notte tranquilla, cieli cristallini
        ricamati di stelle risplendenti
        Suoni di dolci canti evanescenti
        Domani è Natale, la festa dei bambini.
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          Scritta da: Lara Segarini
          in Poesie (Poesie personali)

          Poesia per te

          Ascolta le sue parole
          Ti dice di non piangere
          Ti sussurra non disperarti
          Ti racconta la verità
          Ti urla vivi

          Poesia mia
          Vai dal sole e raccogli il suo calore
          Vai dall'acqua e raccogli il suo tepore
          Vai dalla terra e raccogli i suoi frutti

          Portala a lei,
          lei seduta su quel sasso in riva al mio pensiero
          quella dolce ragazza indifesa,
          pensierosa, felice,
          dubbiosa e incantevole
          che sta pensando alla sua vita
          al suo dolore e a tutto il resto.

          Ascolta le sue parole
          Ti dice di non piangere
          Ti sussurra non disperarti
          Ti racconta la verità
          Ti urla vivi

          Poesia mia
          Raccogli i suoi pensieri.
          Racchiudili nei desideri.
          Racchiudi la sua vita
          e raccontamela

          Racchiudi i suoi sogni
          e mostrameli
          Portali a me, fammeli leggere.
          Fammi sentire quello che sente.
          Fammi vedere quello che vede.
          Fammi provare quello che prova.
          Falle capire che le voglio bene.
          Falle sentire il mio cuore che batte, quando la vede.
          Falle sentire i miei pensieri.
          Falle vedere i miei ricordi.
          Falle rivivere i bei momenti
          Falle risentire le emozioni provate.
          Falle sentire i dolori della vita passata.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
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            Spiaggia di Zalala

            Sento l'odore della spiaggia di Zalala
            battuta dall'onda venuta da lontano.
            Porta rumori sepolti da millenni
            sotto radici di uomini e di belve.

            Rivedo tronchi di palme abbattute
            giocare con l'acqua e l'arena
            sotto un cielo bruciato da ardori
            e la luna che ascolta i misteri.

            Mi rannicchio sotto una mano gigante
            contemplando la notte umida di sudori.
            La Zambesia dorme con le sue pene
            mentre io elimino i miei veleni.

            Sento l'odore della spiaggia di Zalala,
            tasto l'ombra fresca del suo bosco.
            Un uccello canta nella notte
            e una stella cade senza salutare.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)

              Queimadas

              Fuoco nella savana, crepitio di canne,
              fumo negli alberi ed occhi di dolore
              sono i colori di questa sera africana
              stesa sull'orizzonte in calore.

              Cadono anche i rami senza rumore
              su cenere bianca a forma d'uomo.
              Le gazelle su pinnacoli di termiti
              invocano la pioggia che s'avvicina.

              Fuoco nella savana, tamburi nella notte,
              fiamme sulle costole e corna nelle reti:
              sono i fantasmi di questa sera africana
              avvolti come figli in capulana nera.

              Fuggono le forme nell'ombra del fuoco
              le grida degli animali si confondono.
              Donne e bambini afferrano la notte
              dipinta di luna, danza e tamburi.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)

                L'Africa coloniale

                L'Africa tiene aperta una ferita
                nel grande orizzonte tinto di rosso.
                Ogno mattina la espone al sole
                per eliminare i malumori della notte.

                La luna dorme insieme all'ipopotamo
                per mordere il sole del giorno
                mentre sul fiume scivola la canoa
                piena di grida a mezzanotte.

                L'Africa ascola sonnolenta
                una ferita che brucia dentro.
                La palmatoria ha un dolore antico
                e la tortura il volto di Caino.

                Ho ascoltato sotto il cielo d'Africa
                gli echi umani del tempo passato.
                Hanno tutti un volto e un nome
                sono nella lista dei traditori.

                L'Africa tiene aperta una ferita
                nel suo orizzonte tinto di rosso.
                Ogni sera la espone alla memoria
                vicino al fuoco di vecchi sepolcri.

                La luna guarda e aspetta
                il nuovo uomo di un'Africa
                morente.
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