Poesie personali


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie personali)

La speranza

La speranza è quella virtù che ci accompagna tutta la vita,
ci illumina quando tutto è buio,
accende un sorriso quando ormai sorridere sembra impossibile,
ci conforta nei momenti disperati,
e ci dà la forza di vivere quando vivere sembra non avere senso,
ci fa credere in un domani migliore,
dando un senso a tutto quello che c'è stato.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Se mai ce ne fosse bisogno

    Se mai ce ne fosse bisogno
    compiaciuta spendi a mio favore
    qualche frizzante e olezzante parola
    quando interrogata da civettuole
    di me lontano a caso racconti:
    nel totale, poi sai non sarò
    così diverso da come mi vuoi.
    A chi non sa nulla di noi
    e non è toccato da amore
    mostra che giusto avevano visto
    i nostri cuori, che un miracolo
    esistenziale, tardivo e raro,
    pur è possibile per chi spera.
    Ben di rado ci è consentito
    ribaltare un destino franato
    ma testimonia che ancor talvolta
    è possibile che una bottiglia vuota
    si riempia e disseti una vita
    che anche gli uccelli di malaugurio
    possono essere smentiti
    quando pregni di sicumera
    cianciano che da una pozza torbida
    mai si può attingere acqua chiara.
    -Chi da luce rischia il buio!-
    proclamò un poeta
    correremo questo rischio
    improvvisata dicitrice
    tanti curiosi poi lasceremo
    a bocca chiusa e con un palmo di naso.
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      Scritta da: Dario Maretti
      in Poesie (Poesie personali)

      La Sfinge

      Ma in quante foto sparse nel mondo ci sono io!?
      Mi faccio e rifaccio questa domanda,
      nell'attesa che finisca anche questa giornata.
      Ed in questa,
      spero fruttuosa attesa,
      l'unica cosa che posso fare,
      è pensare.
      Sono sempre attorno a me,
      tutti pronti,
      a cogliere il movimento impercettibile.
      Chissà poi per quale motivo!
      Ed io devo restare impassibile,
      ai flash abbaglianti delle foto,
      ai raggi taglienti del sole,
      agli scherni sterili delle persone.
      Fortunatamente tra un po',
      calerà il buio
      ed io avrò soltanto voglia di
      tornarmene a casa,
      e mettermi impassibile nel letto.
      Paradossale,
      mi viene in mente!
      Io sono Alvaro,
      almeno così mi hanno ribattezzato in Italia,
      e sono la sfinge che,
      ogni giorno,
      attira l'attenzione dei passanti
      a Castel Sant'Angelo.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Bioccolo argentato

        Nell'azzurro infinito
        un bioccolo argentato,
        come isola lontana
        avvisto nel mare cielo.
        Che farà là solo e immoto,
        non teme l'appressarsi dell'ora
        che scardinerà il suo batuffolo
        di vapore mutandolo in altra fattura?
        Incerto e ignoto è ogni destino!
        Se penso al mio
        nei mutamenti che il dolore imprime
        viene da interiore cisterna sonora
        l'eco di un tonfo di vuoto accadere.
        Perché non rende il viver una ragione?
        Oh il miraggio che ci inganna
        e del vero ultimo ci priva!
        Almanacchi di pagine indecifrabili
        studieremo un giorno nell'Aldilà!
        In un fermento di puro silenzio,
        riapriremo il solco sempre assetato
        di una conoscenza che non appaga
        l'antico bisogno di saper per certo
        perché qui siamo e non altrove.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Ricordando Pavese

          Del difficile mestiere di vivere
          come te, poco e male appresi:
          spezzare il cerchio della solitudine
          oltre l'ozio guardare la luna e i falò
          appieno comunicare con gli altri
          scovare una fida compagna
          foggiare amore e illusioni
          emergere da un torbido domani
          precluse attività io le riconobbi:
          goffo, tutto mal intesi negli anni.
          Tu forse più di me sapesti
          che se ben interiorizzati e seguiti
          (assecondandone il ritmo)
          soffrire diventa meno caro
          e l'esistere si fa desiderio continuo
          che vuoi appieno godere.
          All'alba, all'invito degli eventi
          sorridendo al sole che ti guarda
          ti persuadi ad andare per il mondo:
          un viluppo poi segue volubile
          frana si sfrangia e smentisce
          quanto strepitante avevi creduto.
          Se vieni ai ferri corti con la vita
          bisogna che raschi con perizia
          la pruina delle illusorie apparenze
          per trovare un senso a quanto ti accade
          e metterne in luce la vera sostanza:
          il significato supertemporale
          il rinveniente che non si racconta
          il pathos sgusciante che non si descrive
          l'esaustivo che giustifichi e plachi
          una vita febbrile scondita e rapinosa.
          Ammettiamolo pure senza sforzo:
          bisogna ben conservare la speranza
          e attizzare l'abitudine di illudersi
          non irrigidire l'elasticità istintiva
          se vogliamo con gusto sopravvivere
          se non vogliamo già stenderci
          stanchi, consapevoli e più lucidi,
          nella fossa tombale del nulla.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)

            Scultura africana

            Abbracciati a un tronco ancestrale
            dormivano i sogni della tribù
            insieme agli spiriti del tempo
            racchiusi in maschere senza gioventù.

            Vennero i miei amici africani
            gettando sguardi con interroganti.
            Le mie mani erano vuote
            nella savana ardente di giganti.

            Mi perseguitano sculture Makonde
            durante la sera oscura di desideri.
            Non ballano, non dicono niente
            sfilano davanti insieme al vento.

            Abbracciati a un tronco ancestrale
            dormono il sonno dell'Africa morente,
            aspettando un eclissi di sole
            per danzare sotto conosciute stelle.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)

              Uomini nel vento

              Piedi di marmo nel vento
              mani di ferro lucente nell'aria
              occhi di ruggine nella luna
              tante lacrime rosse sul domani.

              Dov'è l'armonia eterna dell'uomo,
              dove sono gli ideali della bellezza,
              forse i miti frustrati nelle caverne
              sono spariti dall'umanità moderna?

              Camminano solitari i poeti maledetti
              sotto falsi archi di trionfo
              costruiti con pietre troppo fragili
              da uomini con ferite profonde.

              Colori gettati sulle tele
              sono linee rotte dallo spavento.
              Figure piene di tristezza
              germinano in terreni di bellezza.

              È questo il nuovo occidente
              perduto in labirinto con varie uscite.
              Si avvicina il giorno senza notti
              con mani pulite e mente arrugginita?
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)

                Natale di luci

                Natale di luci e colori
                nelle strade gelide.
                Poveri stesi su cartoni
                e stracci maledetti.
                Musiche pastorali
                venute da angoli bui
                ridestano colombe
                di pace su muri bianchi.

                Splendono gli auguri
                d'oro e d'argento
                con figure di pastori
                senza gregge.
                Dietro vetri con neve
                artificiale
                si nascondono mani
                senza pane.

                Natale di fantasmi
                in decadenza.
                Religione in maschera
                politica.
                Politici con guanti
                di prelati romani.
                Tanta nostalgia
                scoppia dentro.

                Rinasce una stella
                nel lontano oriente.
                I re magi
                sono uomini senza cammello.
                Giuseppe un operaio
                senza tetto,
                Maria una ragazza
                incinta in fretta.

                Natale di un bimbo
                senza più dolori.
                Natale della terra
                senza più padroni.
                Natale del cielo
                senza inquinamento.
                Rinasci o Cristo
                con mezzaluna a stella.
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                  Scritta da: Dario Maretti
                  in Poesie (Poesie personali)

                  E intanto aspetto te

                  E intanto aspetto te.
                  E intanto aspetto che ci pensi un po',
                  e intanto aspetto che mi pensi un po'.
                  E intanto aspetto che tu capisca che
                  la vita è una questione di momenti
                  e che il più delle volte non si ripetono.
                  E intanto aspetto che tu dia un senso alle tue azioni,
                  che tu non dia importanza alle tue convinzioni.
                  E intanto aspetto che passi l'inverno,
                  il freddo gela pure le emozioni.
                  E intanto aspetto che arrivi l'estate,
                  con il sole tutto sembrerà più comico.
                  E intanto aspetto che giunga da lontano un suono
                  che dia la voce ai tuoi sguardi silenziosi.
                  E intanto aspetto che passino le mie paure,
                  che passino le mie perplessità.
                  E intanto aspetto che passi in fretta
                  tutto questo tempo che dovrò aspettare,
                  che mi sembra interminabile se lo immagino senza te.
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                    Da che respirai a pieni polmoni

                    Da che respirai a pieni polmoni fragranze di rose
                    quanti sono gli anni passati,
                    quanti petali e ciuffi
                    poi il vento ha strappato
                    al petto e al crine di giovanili speranze portandoli via!
                    Tra sassi e streppeti, stanche membra,
                    aggirandosi tra ricordi, vitali tremiti
                    cercano in una sterile ascesa
                    di duri e infittiti silenzi.
                    Solo un cigolio di anni, di tanto in tanto,
                    stridulo ancora risuona
                    lungo una solitaria strada senza ritorno,
                    solo malinconie indelebili
                    come scarabocchi imbrattano
                    le nivee pagine dell'anima mia!
                    Non basta, non basta la speranza
                    a ricomporre quanto il tempo disfa
                    con le sue nefande devastazioni ricorrenti!
                    Non può la cenere ritornare ceppo
                    e il ceppo tronco, non può il fiore avvizzito
                    espandere la corolla se gli stami
                    non smettono l'incessante morire!
                    Tutto è uno scendere infinito senza salire.
                    Senza riposo, polvere, traspirata dal tempo,
                    sulle cose si addensa e, ne sommerge l'essenza.
                    Cristalline trasparenze offuscate
                    cedono il passo ad obliqui profili
                    dalle oscure movenze!
                    E mentre perdute presenze
                    salpano per sempre per mete d'oblio
                    tra tristezze nuove e antiche, il cuore
                    afflitto si mostra sciogliendosi in pianto
                    in uno sfioro d'angoscia.
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