Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)

Natale di luci

Natale di luci e colori
nelle strade gelide.
Poveri stesi su cartoni
e stracci maledetti.
Musiche pastorali
venute da angoli bui
ridestano colombe
di pace su muri bianchi.

Splendono gli auguri
d'oro e d'argento
con figure di pastori
senza gregge.
Dietro vetri con neve
artificiale
si nascondono mani
senza pane.

Natale di fantasmi
in decadenza.
Religione in maschera
politica.
Politici con guanti
di prelati romani.
Tanta nostalgia
scoppia dentro.

Rinasce una stella
nel lontano oriente.
I re magi
sono uomini senza cammello.
Giuseppe un operaio
senza tetto,
Maria una ragazza
incinta in fretta.

Natale di un bimbo
senza più dolori.
Natale della terra
senza più padroni.
Natale del cielo
senza inquinamento.
Rinasci o Cristo
con mezzaluna a stella.
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    Scritta da: Dario Maretti
    in Poesie (Poesie personali)

    E intanto aspetto te

    E intanto aspetto te.
    E intanto aspetto che ci pensi un po',
    e intanto aspetto che mi pensi un po'.
    E intanto aspetto che tu capisca che
    la vita è una questione di momenti
    e che il più delle volte non si ripetono.
    E intanto aspetto che tu dia un senso alle tue azioni,
    che tu non dia importanza alle tue convinzioni.
    E intanto aspetto che passi l'inverno,
    il freddo gela pure le emozioni.
    E intanto aspetto che arrivi l'estate,
    con il sole tutto sembrerà più comico.
    E intanto aspetto che giunga da lontano un suono
    che dia la voce ai tuoi sguardi silenziosi.
    E intanto aspetto che passino le mie paure,
    che passino le mie perplessità.
    E intanto aspetto che passi in fretta
    tutto questo tempo che dovrò aspettare,
    che mi sembra interminabile se lo immagino senza te.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Da che respirai a pieni polmoni

      Da che respirai a pieni polmoni fragranze di rose
      quanti sono gli anni passati,
      quanti petali e ciuffi
      poi il vento ha strappato
      al petto e al crine di giovanili speranze portandoli via!
      Tra sassi e streppeti, stanche membra,
      aggirandosi tra ricordi, vitali tremiti
      cercano in una sterile ascesa
      di duri e infittiti silenzi.
      Solo un cigolio di anni, di tanto in tanto,
      stridulo ancora risuona
      lungo una solitaria strada senza ritorno,
      solo malinconie indelebili
      come scarabocchi imbrattano
      le nivee pagine dell'anima mia!
      Non basta, non basta la speranza
      a ricomporre quanto il tempo disfa
      con le sue nefande devastazioni ricorrenti!
      Non può la cenere ritornare ceppo
      e il ceppo tronco, non può il fiore avvizzito
      espandere la corolla se gli stami
      non smettono l'incessante morire!
      Tutto è uno scendere infinito senza salire.
      Senza riposo, polvere, traspirata dal tempo,
      sulle cose si addensa e, ne sommerge l'essenza.
      Cristalline trasparenze offuscate
      cedono il passo ad obliqui profili
      dalle oscure movenze!
      E mentre perdute presenze
      salpano per sempre per mete d'oblio
      tra tristezze nuove e antiche, il cuore
      afflitto si mostra sciogliendosi in pianto
      in uno sfioro d'angoscia.
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        in Poesie (Poesie personali)

        È un nuovo giorno, albeggia

        È un nuovo giorno, albeggia.
        Strisce di luci tenui emerse dall'orizzonte
        annunciano e dischiudono un nuovo giorno.
        Adagio, dai pendii, migrano nebbie mattutine;
        i suoi giri perpetua la ruota degli eventi
        senza posa. Su erbe intirizzite da brine,
        calano e poi d'improvviso si involano
        gazze e passeracei solitari;
        di tanto in tanto, chissà da quale punto,
        giunge un impeto di vento e si allontana,
        si tinge l'azzurro di colori prediletti e rari.
        Lontano dai ritmi imposti dalla città operosa,
        con occhio gaio, in una radura di molli zolle,
        già bivacco con i miei pensieri.
        Non un blando brusio, non un fruscìo
        corrompe la solennità del silenzio che dilaga;
        spettatore resto di una quiete inusitata.
        Ah il ricomporsi della semplicità delle cose,
        il sollievo dell'orecchio dagli insulti rumorosi,
        le fragranze dei profumi campestri, la quiete
        dell'aria pura che altro respiro al petto dona!
        Lieto sono di essere presto fuggito
        dall'insolente erompere dell'aspro rullare
        di umani strombettii scordati,
        dall'invivibilità dei chiusi recinti di case,
        dal timore di essere pressato
        malamente da calca umana.
        Starsene soli ogni tanto, riscoprire
        un senso di vita smarrito,
        affrancarsi da un sottile e celato affanno
        che opprime il cuore, udire chiaro e secco
        il richiamo misterioso dell'immanenza,
        fermarsi per un poco su una piazzola
        del ripido pendio della vita e ammirare
        la terra e il cielo prima che un moto
        ineluttabile mi precipiti senza avviso,
        codesto tante volte
        è baluginato tra le mie brame.
        È solo nei brevi momenti
        in cui ci riappropriamo di noi stessi
        che avvertiamo l'infinito perdurare di un attimo,
        che spezziamo i reticolati dei nostri confinamenti
        e corriamo, corriamo tra distese di emozioni
        con una dolcezza e un tepore nel petto
        dimentichi di essere... atomi volatili del vivente!
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          in Poesie (Poesie personali)

          Nello spietato specchio

          Nello spietato specchio,
          ogni mattina, da anni
          come bolli sul passaporto
          dei miei viaggi per la vita
          rughe fanno mostra
          ricordandomi
          che vivere è fatica
          che non c'è pace
          né tregua nell'esser vivi!
          Invisibili lacrime
          segrete a me stesso
          disperate scorrono mute
          per solchi d'anima
          nello strazio vivo
          di un pesante momento
          di verità spesso fuggito.
          Ancora, per altri giorni,
          in uno slancio stremato,
          affannato correrò per la vita
          agonizzando ad ogni passo
          dietro tramortiti sogni
          rimpianti e ingialliti.
          Continuerà il tumulto
          che stagna nelle radici
          sommerse dell'acre speranza
          che al niente conduce!
          La sera poi verrà
          e come in un assaggio
          di morte le sue ombre
          mi correranno incontro
          s'aprirà l'altra porta
          di un oscuro ingresso!
          Perdendomi in quel buio
          che si para innanzi
          svanirò in un infinito
          e disabitato silenzio.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Spesso e a lungo

            Spesso e a lungo,
            con vecchi e giovani ho conversato:
            le iperboliche scorribande
            di un pensiero inquieto e inappagato
            per un po', loro malgrado, hanno seguito.
            Sorretti da certezze, stabilizzati e ancorati,
            ad un dubbio non hanno oscillato,
            paventato un possibile sospetto
            all'insinuarsi che qualcosa pur non tiene
            hanno scartato l'idea
            che una bolla d'aria teme gli abbracci
            degli uomini senza dei o demoni
            e che mai poi arriveremo nel mezzo
            di una verità in cui si veda chiaro.
            Nessuna sorpresa, c'era da aspettarselo:
            non si differisce da ciò che si è,
            come paratie ermeticamente chiuse
            le convinzioni, tengono!
            Dopotutto, insidiare una mente
            per minare una radicata sicumera
            da tempo accreditata,
            agitare il frullino nella testa
            di un altro e costringerlo
            a domandarsi della vita
            non è buona cosa, né aggrada.
            Se si scuote dal sonno un acquario
            le turbolenze intorpidiscono
            ciò che è limpido
            e noi, vogliamo sempre vedere chiaro;
            godere la dolce ignoranza
            che ci fa felici, tenere a bada
            il fioretto invisibile che ci trapassa.
            E così tutto accade
            perché siffatto deve accadere;
            la ricognizione sulle cause
            del perché del nostro stare al mondo
            la si lascia ai pazzi o ai singolari,
            il tempo non impegnato,
            edace, è contingentato e...
            ben altro abbiamo da fare!
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              in Poesie (Poesie personali)

              Se per un disguido

              Quando tristezza
              come sinibbio
              l'anima sferza
              e il deluso giorno
              cade svanendo
              in remoto orizzonte
              non chiedere,
              al cuore vuoto
              che già si aggira
              tra ombre di fari,
              se la felicità
              o qualcosa che le assomigli
              pure esista.
              Conoscerla
              o l'umano privilegio
              di possederla
              non ci fu dato!
              Ma se un giorno,
              per un disguido
              dell'impossibile,
              da qualche parte
              io dovessi scovarla
              ridotta in fluido
              microscopico pulviscolo
              (pompandola
              col respiro dell'anima mia)
              come essenza per il mondo
              la spruzzerei su chi privato
              è di ogni sorriso.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Se prossima al mio cuore ti penso

                Se prossima al mio cuore ti penso
                non pronunciare parole che uccidono
                ma forte baciami e abbracciami
                come chi, caro e lontano,
                -vaga memoria destata-
                nel risveglio de ricordi,
                inaspettato un giorno ritorni.
                Alle voci del petto udienza accorda
                ora che ansio parla sommesso
                e sottace quanto l'anima grida!
                Indicibile aspra e spirale infinita
                è stata la distanza patita
                prima di giungere dove tu bramata
                più non sei ed io... ancor ti guardo!
                Oltre le aspre cime del silenzio,
                per greti arsi e strade semimorte,
                tra vociare di venti e fiammate di sole,
                seduto su un sasso a scrutar passi di nuvole,
                di respiro in respiro sempre ti ho sognato;
                apparizione inverosimile; diafana e muta,
                ti ho vista sbucare dai corridoi del nulla
                illudermi e abbandonarmi senza un saluto!
                Comincerà mai la nostra storia?
                Sotto una pensilina si fermerà
                questo treno di pensieri in fumo
                che in nessun posto mi porta?
                Lasciami guadagnare un raggio di luce
                scardinare l'ombra che mi rinchiude;
                affrancarmi dalla solitudine ricevuta
                quando per deserti, errabondo
                senza una compagna speranza,
                ho vaneggiato mari irreali oltre le dune.
                Ah sì, si nasce alati senza saperlo
                terreno, poi si consuma
                con poca convinzione un magro destino!
                Ti svegli con il giorno negli occhi
                candido per il mondo t'avventuri;
                frughi tra formicai e mercati di carne
                sognando un incontro senza imposture;
                fantastichi che un vuoto si colmi
                e una dolcezza trabocchi fino alle labbra,
                che un pallido domani, prima dell'occaso,
                si imbelletti con caldi e vivaci colori.
                Ma niente accade e bianche restano
                le pagine ove annoti passato e futuro:
                o povera vita che inosservata tra tedi fuggi,
                amore che muori e non torni
                e in mezzo agli altri solo ci lasci!
                Così tu vuoi che conduca questa battaglia
                aperta e il cui esito non rimuove dubbi?
                E allora sappi dirmelo quando ti guardo:
                si compirà il non senso dei miei giorni
                senza oppormi, mi farò distruggere
                dal vizio assurdo di pensarti.
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                  Scritta da: Dario Maretti
                  in Poesie (Poesie personali)

                  San Lorenzo

                  Ed eccoci qua,
                  davanti a un caffè ristretto.
                  Ristretto come sto rapporto,
                  che non ha più significato.
                  E rieccoci qua,
                  come sempre traditi,
                  traditi dall'irrefrenabile voglia di vederci,
                  parlarci,
                  ma di che?
                  E si ripetono parole,
                  gesti,
                  sorrisi tristi.
                  Siamo foto sbiadite di qualche anno fa.
                  E rieccoci qua,
                  a fare i conti con la vita,
                  a fare i conti con noi stessi,
                  a fare i conti con questa dannata malinconia,
                  che, ancora una volta,
                  ha ingannato entrambi.
                  E ci verrà da ridere,
                  quando penseremo
                  che andrà sempre avanti così.
                  Ma non lo farò mai davanti a te,
                  perché forse,
                  le mie,
                  non sono risate.
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