È tesa la mia mente e si sfilaccia in tante figure moribonde, infagottati sonnambuli... e poi... una sola figura, un corpo che precipita. Io non voglio morire, ma non ci vedo, non ci vedo più! Sono i massi imponenti di terra i filamenti elettrici della paura: la corrente della paura. In questo dirupo non distinguo, non riesco a vedere, non ce la faccio! Spingo con tutte le mie forze questi massi enormi di terra che si allontanano e tornano, tornano indietro. Non arriva in soccorso nessuno... Dio... non viene nessuno! Papà lo so che sei li, dammi la tua enorme mano antica, fammi alzare! Il solco si apre, apre la bocca in cui mi trovo ma l'acqua è così pulita, è l'acqua del brindisi del tuo addio in calici bianchi! Ricordi papà era parecchio tempo fa, dammi la tua mano, io non voglio morire! Gettami il giglio, il bulbo del giglio, la radice della terra, ma io non voglio morire! Ecco i massi enormi tornano, tornano quei mucchi di terra padre, guarda come tornano a rinchiudersi nell'anomalo spazio buio, ed io non voglio morire! Sogno e sono nuda, sogno e non ho più il peso! Pesano i massi enormi, pesa l'acqua, il cielo è marmo... pesa! Chiudi la porta padre, riposa in pace... in pace.
Trapelano dalle tue lunghe dita fiumi di di colore scalfito dal tuo cuore... L'enormità del mondo e l'immensità di luce che trabocca dai tuoi occhi enormi, per dar luce a tutto ciò in cui credi. Le parole confuse si fondono come melodia di un suono aperto al cielo e ogni tuo gesto è una carezza che cosparge cascate di corallo, come fiale di colori che scorrono nelle tue vene.
Ogni giorno ha il suo semaforo acceso a intermittenza da qualcuno. Gli uomini sui nudi marciapiedi sbirciamo sogni ancora in pigiama. S'accende il rosso del tramonto su volto avvizzito d'anziani, mentre una ragazza in minigonna saluta il giorno da lontano. Lentamente andiamo in bicicletta approfittando il verde dei pedoni passa anche un povero cane che ha perduto il suo padrone. In ogni angolo della nostra casa un semaforo giallo ci avvisa: attenti alla vita cittadina è come l'acqua che va al mare! Ogni giorno ha il suo semaforo con i tre colori della vita: amore, speranza e malinconia per condurci in porto o sulla riva. Impariamo a camminare insieme sui piccoli sentieri della vita. Ci sarà sempre un vecchio semaforo per insegnarci a saper morire!
Quanti sbagli nella vita quanti schiaffi senza senso quanta umana vigliaccheria quanta tristezza portiamo dentro! Una donna sola con un cane un cane solo tutto il giorno una casa aperta al mattino chiusa a sera al ritorno.
Quanti sbagli nella vita quante mani sulla fronte quanti vuoti di speranza e notti senza sonno. Sbadigliamo coi debiti in tasca con la macchina nuova da pagare con i figli troppo allegri con poche domande da fare.
Gli sbagli ci hanno fatto uomo insieme alla donna che si ama. È questo il tempo che ci matura in orizzonti con volti umani.
Ed un giorno guarderò alle mie spalle un passato lontano e dimenticato. Un album di foto sbiadite impolverato dal grigio dell'atmosfera. Abbandonato su un angolo di un tavolino al centro di una stanza da pareti incolori. Celato da montagne di libri. E come un puzzle ricostruirò i pezzi di un'immensa fotografia di emozioni confuse ai rimpianti delle persone che furono miei amici in quegli anni così distanti che mi hanno portato alla deriva in una spiaggia deserta e sola, in un mare vuoto di acqua, riempito da lacrime di sale. Nei giorni che verranno rifiuterò la gente che mi circonda e insiste nel darmi amore. Perché non ne ho più bisogno. E io ti renderò unica alla mia anima. Affinché il rieccheggiare del tuo nome nella mia testa dipinga solo il tuo viso come i miei occhi lo hanno fotografato.
Parole distratte rivolte al nulla. Vuote volano senza direzione. Nessuno le sentirà né le ghermirà per farle sue ed appropriarsene. Nessuno capirà cosa mai io sarò perché vivo abbandonato nella terra di niente dove sognare non è permesso. Dove la gente lascia le proprie speranze e smette di credere di poter aver vita da condividere con alcuno. Dove ci si allontana da qualsiasi debolezza per poter soppravvivere senza dover riuscire e chiedere grazie ad anima estranea. Solo perché l'orgoglio ti impedisce di giungere alla felicità. Sono cieco ed impaurito dagli spazi chiusi. Tremo di fronte a ciò che non conosco e mi aggrappo come un bimbo intimidito a ciò che più mi è familiare: la paura di dover vivere.
Svegliati Sognatore. Dormi ormai da infinite ore. Apri gli occhi e guarda cosa fai, ricorda di non richiuderli mai. Guarda cosa stai creando portando questo mondo allo sbando. Forse è troppo tardi per sperare che qualcosa davvero possa cambiare. Svegliati Sognatore. Parla pure o hai perso le parole? Hai confuso sogno con realtà ed adesso non sai cos'è la verità. Però sei sveglio ora alzati e diventa una persona. Non aver paura di vivere niente lacrime e torna a sorridere. Perché tu sei salvo e puoi gioire. Aiuta chi invece continua a dormire!
A volte parla una bugia e l'obbligo del segreto è fatica. Sacra è l'amicizia. Se pure ti ha deluso non scivolare mai nella dimensione-fantasma dove tutto appare ma non è verità. Fissa la realtà senza indugi e tutto è chiaro; sol chi non vuole vede solo quel che piace: e l'amicizia non sfuma come misera bolla di sapone.
Cercami nei meandri della tua mente fra buio e luce, nelle zone più nascoste dei tuoi desideri, fra odio e amore. Cercami nello spazio infinito della memoria per sussurrare i sogni con l'alibi della vita. Cercami come acqua da bere, nel colore dell'ombra come donna perfetta per un uomo solo.
Cosa sai di me? Cosa vuoi sapere? Forse un dubbio rimane, chissà chi sono... una luna nel cielo d'inverno che s'incammina, inciampa, cade, si alza e vola, e libera come l'aria sorride. Poi piange lacrime di rugiada, e attraversa le pareti del tempo con un arcobaleno di note, e tutto risuona come sinfonia nei battiti del cuore.