Passeggia con me ti farò conoscere la mia terra Ti presenterò alle acque limpide del mare Così cristallino, così nitido Con i suoi fondali pieni di pietre preziose Ti accomoderai sulla riva Con le onde che ti inseguiranno e Con la sabbia color oro che ti Avvolgerà fra le sue braccia. Appena alzerai lo sguardo Verrai attratto da lei così imponente, maestosa che ti ammalia con il suo cocuzzolo innevato e la sua fumata abile ed avrai voglia di incamminarti per vedere meglio. Si appresterà ad esibire la sua possenza e la sua tranquillità Il suo paesaggio verde boschivo E poi... A pochi passi Qualcosa di favoloso la sensazione di essere in un altro pianeta un paesaggio lunare, strano irreale. Il mio mare e la mia montagna Sicuramente si innamoreranno di te Perché tutto qui ricorda te Anche se qui tu sei mai stato Tutto è come te, contraddittorio Vivo, stravagante ma al contempo equilibrato, fiero, stoico, timido ma forte.
L'ascia dei monti riecheggia nel vento, incanti di elfi ne ignorano il canto. Flauti di gnomi che turban la quiete, angeliche voci che paiono liete. Uomini armati portan le spade, sembra non abbiano aura dell'ade. Grandi son l'ombre che volano in cielo, candide nubi lo rivetono a velo. Orde di orchi arrivano in campo, nelle caverne si perdon nel tempo. Ora gli eserciti, sette sono pronti, alle pendici oscure di grandi monti. Un urlo, un grido, o forse un errore, le razze son pronte a morir con onore. Un era, un giorno, o pochi minuti, La guerra finisci con due sopravvissuti. A razze distinte essi appartengono, da diverse regioni essi vengono. Han combattuto una dura battaglia, con spade, elmi, e cotte di maglia. Son molto amici e avanzan tra i monti, ove assieme crearon i Bisonti. Tra queste valli vengono ad alloggiare, città e stirpi poteron creare.
Giochiamo ne sento la mancanza di perdute emozioni Prendi le labbra e senza morsi portami la bocca sul punto che inonda i sensi. Pulsa la vulva pensavo non sentisse invece inerpica e... com-bacia.
Mi trascino in punta di piedi dove emergono le mie parole dove mi abbandono nell'incanto di danze carnali dove i tuoi occhi seguono i miei movimenti nel sfiorarti nel toccarti preparandoti al mio tocco si! Preparare la tua anima e la tua pelle al mio fuoco
Io... forza ribelle di un fuoco che arde dove tu... non puoi domarmi sono il più maestoso dei tuoi fuochi dove tu stesso brucerai nel desiderio di avermi anche solo per un'istante.
Nano che vieni giù dai tuoi monti, che alle spalle hai lasciato i tuoi ponti. Ora ti attende una vita di guerra e di morte, devi combattere per la tua consorte. L'ascia è impaziente, vuole tagliare, Goblin e Orchi vuole ammazzare. Sono potenti, cattivi e pur tanti, Se ti colpiscon difficilmente la scampi. Ma con coraggio ti difenderai, tanti onori in cotal modo otterrai. Se finirai con onore combattendo, La tua gente ti adorerà piangendo. Tanto è d'obbligo nella vita la morte, a tutti quanti verrà cotal sorte.
Nella notte la luna si affaccia dai contorni dei balconi. L'ultime ali si stringono in nidi. L'albero ferma la chioma quando il vento va altrove. Il tram sosta non fa l'ultima corsa ha il vuoto. Ultimo il gatto che sfugge all'amore che fa capolino fra le lenzuola dorate pronte dal mattino. Nella notte la sosta è consentita anche per quel vagabondo che all'angolo silenzioso vacilla non vede più il mondo. Nella notte la luna si specchia su di un prato composto. Solo il sibilo del bruco che diventa farfalla fa diventare la notte ancora divina. Spera di colorare al risveglio come una fata turchina.
Nel suono del mare nelle parole del vento sdraiata in una spiaggia deserta, con quella musica, con quella canzone composta solo di parole naturali io sorrido e sono viva.
Sfoglio il libro dei miei pensieri leggo le pagine dei miei sogni recito le poesie delle mie speranze. Le affermazioni, gli interrogativi, i punti e le virgole: i sorrisi e le lacrime della mia vita.
Nel periodo più triste della mia vita, conobbi una donna meravigliosa, Tita...
per un anno patii le pene dell'inferno, però pregavo sempre il Padreterno...
Un malfattore voleva rubarmi mia figlia, una ragazza che è una meraviglia...
Piantavo rose bianche per mia figlia, le amava tanto, le odoravo quando lei non c'era, sbocciavano perché era primavera...
portavo le mie rose alla Madonna, bagnandole col pianto di una donna...
di una donna triste, di una donna affranta... di rose bianche era piena la mia pianta...
La Madonna capiva il dolore di una madre, e mi esaudì dal Cielo il Nostro Padre...
Dalla mia rosa ora è nata una rosellina... ora è felice la mia rosa, è stata forte la sua mamma... Dio, Ti ringrazio, ora scherzo con Tita... Le dico ora: la mia sofferenza mi ha reso ancor più buona...
Già prima operavo nel volontariato, con Tita tutto si è moltiplicato...
Riccardo Rossi tu esalti un uomo, ti vorrei presentare questa donna, Tita è meravigliosa... si adopera per tutti, aiuta tutti ma in silenzio, non fa mai l'eroina, anche se soffre, mette in pratica sempre quello che Gesù dice nel Vangelo...
non sappia la tua destra... nel fare il bene ora è la mia maestra.