Mancano le ali a questo giorno fatto di irascibili fantasmi: i cavalli nitriscono nel vento, i tetti coprono sogni non detti, le macchine sputano veleni, gli uomini camminano in silenzio.
Mancano i colori della speranza in questa strada povera di odori: le finestre hanno vetri rotti, le porte non hanno chiavistelli, le scale salgono nel vuoto, i bimbi muoiono di tristezza.
Il futuro é appeso a un fucile, la storia non ha più cuore: la donna trascina la vergogna, i vecchi muoiono in silenzio, i giovani parlano coi murales, il sesso é la nuova violenza.
Quando voleremo sui bianchi pegasi uccidendo i vecchi fantasmi? Quando distruggeremo i labirinti di una politica senza morale? Quando l'uomo sarà maturo il mondo avrà le sue ali.
Come ombre scure siamo all'orizzonte Con figure dipinte sopra la fronte Gli occhi sgranati non tengon paura Che l'attacco giunga dall'altura. Un corno si ode in lontananza E va gridando "Inizia la danza!". Suono di spade e guerrieri a terra: Fino la morte combatteremo 'sta guerra! Mai nessuno potrà conquistare Questo villaggio senza pagare Proteggeremo le nostre mogli Con il sangue e la spada snudata Fino a quando non saremo spogli Di ogni vita o qualsiasi fiatata. Cala il sole e con esso la guerra Con l'ultimo attacco che giunge a buon fine; Padroni ancor noi siamo di questa terra Nessuno potrà mai cancellar questo confine Inizian le danze per il lieto fine. Mentre ancor il glorioso corvo Vola sul campo ancor stravolto Volteggian le genti attorno al focolare Con gli occhi socchiusi all'immenso splendore Finché il sole inizia a destare Lo scuro cielo dal suo lungo sopore. Così noi ancor oggi viviamo in questo posto Accogliendo con gioia gli amici Ma respingendo con forza i nemici Che mai potran violare Il nostro Sacro Bosco Dove un tempo splendeva Il nostro luminoso Fuoco.
Ti abbraccio perché non ti vedo che a tentoni, accecato dai tuoi stessi occhi in me conficcati per cui non so se sia mio o tuo questo piangere: amati giorni che non ci hanno ricambiato l'amore e sono una frattura indicibile: i denti stringono un grido, il pugno anche più forte stringe l'indimenticabile carezza che ti davo come una moneta scaduta ... per un amore così breve perché, mio Dio, questa notte eterna e il filo che traluce sulla remota ferrovia d'illuminati treni che ormai corrono nel nulla?
Granuli immensi, l'indaco spazio li sfiora, li cinge. Curve sinuose. Cento, mille. Sazie d'ardore. Assetate. Stordite dal silenzio di un vento lontano.
Nei tuoi occhi rimbalza il canto del mio cuore, nella tua bocca c'è tutto il sapore dell'amore, nei tuoi capelli il fruscio del vento, ma nella mia anima ci sei tu, dolce regalo del destino, unica stella della mia vita. Auguri per uno splendido San Valentino.
È per me, fuori c'è il mio nome, è scritto con la tua mano e mi provoca un sussulto, mi pare di udirti, quando lo dici sussurrando, quando mi chiami cantando, scorgo i tuoi occhi seguire il nero tracciato mentre, lettera per lettera, componi il mio nome sulla busta bianca. Con cura la apro come un pescatore la conchiglia di una madreperla, rapida cerco all'interno come un bimbo con il suo regalo di compleanno. Guardo, come fosse un quadro, seguo le linee decise e i morbidi piccoli cerchi, percepisco le sfumature della tua anima, i moti del sangue che circola nel tuo corpo, i ritmo che anima il tuo cuore, le tue pause e i tuoi pensieri. Sono grata a questo foglio prezioso che porta con sé il tocco delle tue dita e il profumo della tua pelle. Magia della grafìa che va oltre i significati, m'incanto e ti ho davanti, sento il tuo calore. Ora sono pronta a sorbire le tue parole, una per una, come cucchiai di calda zuppa in una sera d'inverno, come ciliege mature che non ti bastano mai, come bocconi di un dolce prelibato, che mi danno piacere e che mi consolano della tua mancanza.
È un tocco gentile, una carezza calda e leggera, che conosce i miei segreti e le mie debolezze, percorrendo le sue strade apre le mie con un soffio leggero, mi turba e mi schiude conoscendo i percorsi, si ferma, mi aspetta, mi segue silenziosa, sento il suo sguardo che mi colora la pelle, mi disegna e mi modella il respiro, mi sfiora e scompare perché io corra a cercarla, guardo in alto e mi è fra le gambe, allungo la mano e lei vola via, la chiamo e lei canta, mi arrabbio e sorride, sorrido anch'io per la sua impertinenza, della mia debolezza.