Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)

L'uomo senz'ali

Mancano le ali a questo giorno
fatto di irascibili fantasmi:
i cavalli nitriscono nel vento,
i tetti coprono sogni non detti,
le macchine sputano veleni,
gli uomini camminano in silenzio.

Mancano i colori della speranza
in questa strada povera di odori:
le finestre hanno vetri rotti,
le porte non hanno chiavistelli,
le scale salgono nel vuoto,
i bimbi muoiono di tristezza.

Il futuro é appeso a un fucile,
la storia non ha più cuore:
la donna trascina la vergogna,
i vecchi muoiono in silenzio,
i giovani parlano coi murales,
il sesso é la nuova violenza.

Quando voleremo sui bianchi pegasi
uccidendo i vecchi fantasmi?
Quando distruggeremo i labirinti
di una politica senza morale?
Quando l'uomo sarà maturo
il mondo avrà le sue ali.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)

    Due occhi nella notte

    Due occhi hanno acceso la notte
    in questo silenzio di penombra:
    l'anima gioca a nascondiglio
    con il corpo divino, ma d'argilla.

    Si muovono misteriose le ombre
    venute da labirinti di cuori umani:
    non ci sono voci mitologiche
    appese al filo della mia Arianna.

    Due occhi accendono il buio
    su questa pelle di Minotauro:
    le sibille escono dalle grotte
    con un oracolo da salvare.

    Non ci sono più lievi bisbigli
    in questo angolo della notte:
    c'è solo una voce di donna
    nel viso di un bimbo che dorme.

    Due occhi hanno acceso la notte,
    il silenzio matura l'aurora:
    il labirinto ha forma di cuore,
    l'oracolo è una rosa aperta.
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      Scritta da: Gloria Levrini
      in Poesie (Poesie personali)

      Ombre immortali

      Come ombre scure siamo all'orizzonte
      Con figure dipinte sopra la fronte
      Gli occhi sgranati non tengon paura
      Che l'attacco giunga dall'altura.
      Un corno si ode in lontananza
      E va gridando "Inizia la danza!".
      Suono di spade e guerrieri a terra:
      Fino la morte combatteremo 'sta guerra!
      Mai nessuno potrà conquistare
      Questo villaggio senza pagare
      Proteggeremo le nostre mogli
      Con il sangue e la spada snudata
      Fino a quando non saremo spogli
      Di ogni vita o qualsiasi fiatata.
      Cala il sole e con esso la guerra
      Con l'ultimo attacco che giunge a buon fine;
      Padroni ancor noi siamo di questa terra
      Nessuno potrà mai cancellar questo confine
      Inizian le danze per il lieto fine.
      Mentre ancor il glorioso corvo
      Vola sul campo ancor stravolto
      Volteggian le genti attorno al focolare
      Con gli occhi socchiusi all'immenso splendore
      Finché il sole inizia a destare
      Lo scuro cielo dal suo lungo sopore.
      Così noi ancor oggi viviamo in questo posto
      Accogliendo con gioia gli amici
      Ma respingendo con forza i nemici
      Che mai potran violare
      Il nostro Sacro Bosco
      Dove un tempo splendeva
      Il nostro luminoso Fuoco.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie personali)

        L'addio

        Ti abbraccio perché non ti vedo
        che a tentoni, accecato
        dai tuoi stessi occhi in me conficcati
        per cui non so
        se sia mio o tuo questo piangere:
        amati giorni
        che non ci hanno ricambiato l'amore
        e sono
        una frattura indicibile: i denti
        stringono un grido, il pugno
        anche più forte stringe
        l'indimenticabile carezza che ti davo
        come una moneta scaduta
        ... per un amore così breve perché,
        mio Dio,
        questa notte eterna e il filo che traluce
        sulla remota ferrovia d'illuminati
        treni che ormai corrono nel nulla?
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie personali)
          È là,
          dove si annullano i miei umani perché,
          che rispondo sì
          a Chi non chiede nulla,
          ma mi ama in tutto ciò che sono.

          Ed anche ora,
          nello specchio delle miserie
          di questa vita...
          Cammino silenziosa,
          per coglierne le infinite parole.

          Ho lottato con il mondo,
          perché l'arrendermi in Te,
          era la mia più fragile paura.

          Ed ora li vedo e mi vedo.

          Eccoli:
          i cocci del mio io,
          spezzato.

          Nelle tue mani,
          perle della collana più preziosa
          Nei miei occhi,
          lacrime come rugiada,
          a bagnare un giorno nuovo.

          A Te,
          che sei la mia Speranza
          e l'unica certezza nel mio incerto andare.

          A Te,
          che illumini le ombre
          della mia vita
          e scaldi le mie giornate senza sole.

          Perché questo vivere
          non sia un incedere sterile,
          ma un nascere
          e un rinascere ancora
          E sempre.

          A Te,
          io guardo e prego,
          assaporando briciole
          di eternità.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Amore

            Amore, sogno soave.
            Turbamento atavico d'ogni creatura.
            Genesi di vita.
            Nutrimento precipuo, illusione perpetua.
            Passione immacolata.
            Purezza vigorosa.
            Vigorosa spinta di umane battaglie.
            Eterno, effimero
            patrizio, plebeo
            albionico, asiatico.
            Bramosia selvaggia di carezzevoli membra.
            Amore, sogno leggiadro.
            Amore, sogno fatale.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie personali)
              È per me, fuori c'è il mio nome, è scritto con la tua mano e mi provoca un sussulto,
              mi pare di udirti, quando lo dici sussurrando, quando mi chiami cantando,
              scorgo i tuoi occhi seguire il nero tracciato mentre, lettera per lettera, componi
              il mio nome sulla busta bianca.
              Con cura la apro come un pescatore la conchiglia di una madreperla,
              rapida cerco all'interno come un bimbo con il suo regalo di compleanno.
              Guardo, come fosse un quadro, seguo le linee decise e i morbidi piccoli cerchi,
              percepisco le sfumature della tua anima, i moti del sangue che circola nel tuo corpo,
              i ritmo che anima il tuo cuore, le tue pause e i tuoi pensieri.
              Sono grata a questo foglio prezioso che porta con sé il tocco delle tue dita e
              il profumo della tua pelle.
              Magia della grafìa che va oltre i significati, m'incanto e ti ho davanti, sento il tuo calore.
              Ora sono pronta a sorbire le tue parole, una per una, come cucchiai di calda zuppa in una sera d'inverno, come ciliege mature che non ti bastano mai,
              come bocconi di un dolce prelibato,
              che mi danno piacere e che mi consolano della tua mancanza.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie personali)
                È un tocco gentile, una carezza calda e leggera,
                che conosce i miei segreti e le mie debolezze,
                percorrendo le sue strade apre le mie con un soffio leggero,
                mi turba e mi schiude conoscendo i percorsi,
                si ferma, mi aspetta, mi segue silenziosa,
                sento il suo sguardo che mi colora la pelle,
                mi disegna e mi modella il respiro,
                mi sfiora e scompare perché io corra a cercarla,
                guardo in alto e mi è fra le gambe,
                allungo la mano e lei vola via,
                la chiamo e lei canta, mi arrabbio e sorride,
                sorrido anch'io per la sua impertinenza,
                della mia debolezza.
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