Il sole non fa più compagnia Al castello triste e solo La vita sembra si sia fermata Il vento canta La tristezza del mio cuore Anch'esso solo In cerca di un sole lontano.
L'amore vero è come il mare Immenso, infinito... senza un limite Io sono come il vento Sfioro la mia vita triste, cupa Come esso sfiora il mare roseo al tramonto E con lui vago nei cieli e per i mari Portando rosee nubi ed un gelido nel cuore.
Ricordo mia Nonna quando ancora giovane mi assisteva premurosa nei giochi di fanciullo. Ricordo mia Nonna quando con occhi dolci e comprensivi leggeva sul mio viso le ansie di adolescente. Ricordo mia Nonna quando ferma ma dolce con le sue parole mi riconduceva ad un comportamento riflessivo. Ricordo mia Nonna negli anni trascorsi insieme quando da sola riusciva a darmi tutto ciò di cui necessitavo. Ricordo mia Nonna quando con lo sguardo malinconico accompagnava le mie partenze . Ricordo mia Nonna nella felice attesa del mio ritorno. Ricordo mia Nonna ogni giorno e la sento vicina.
La natura cerca di resistere agli assalti dell''inverno, ma esso implacabile, la spazza con gelidi venti, la strema con l'incessante pioggia. Poi, forse, mosso da compassione la copre con un candido manto di neve quale segno di pace.
Quelle parole stonate nell'abisso mosse dai fili dell'ipocrisia... un calpestio di cavalli tuoni nel mio sereno anticiparono dell'ultimo bacio l'amara dolcezza sotto gli occhi della luna unica luce in tanta oscurità Le mie illusioni caddero ad acri risposte spine del mio fiore ed io…di una romantica morte avvolto nel vuoto mi sentii nel mio autunno sotto un tappeto di foglie Poi l'addio freddo gettò nel fuoco i nostri sogni e me vinto…in un vento spinto Vita…vita com'è crudele questa tortura nel guardar il sole che nelle nubi grigie s'immerge e poi...nella polvere non si trovano neppur le nostre impronte.
L'essere offeso ed odiato da chi più ami ed hai sempre amato, e, se son figli, cui hai tutto dato, non capire il perché di tal peccato; veder pagare affetti e sentimenti con il più ingrato dei risentimenti; veder scambiare l'amore e tanto bene in altrettante sofferenze e pene; veder chi ami fuggire solo e lontano, in cerca ansiosa di se stesso, inano, veder chi fugge rifiutar la mano perché il tuo bene svela un dolce arcano; e tu soffri da solo e sei distrutto, da un grande amore che non dà più frutto.
Un fiore che s'apre mentr’io sento d’amor la dolce delicatezza d'un attimo …le tue mani mi riempiono d’un tremito come raccolgono le curve del mio viso poi…l’incontro all’ombra di labbra di sogno
Mi sveglio Forse un fruscio Forse un rumore Forse nulla Forse tu
La tua voce nel buio Scivolo verso te Ti abbraccio Non so che ora sia Non ha importanza Non ti chiedo perché non dormi Non è necessario
Mi abbandono alle tue labbra Alle tue mani Ti osservo: sei bella Allontano i tuoi capelli che mi piovono sul viso mi cerchi e mi hai inizio ad accarezzarti tu non opponi resistenza
mi sveglio ancora, sai ogni notte non ti cerco più piango un po'
nemmeno molto i grandi singhiozzi sono esauriti non ti cerco perché non ci sei complementari in tutto… e poi
io che non riesco a darti il mio corpo tu che non puoi darmi il tuo cuore io che non ho più la mia anima tu che mi rendi il mio amore
una somma sbagliata che non dà risultato una corsa che sfinisce, vana
ti ho chiamata forse le mie ultime parole le ha dettate il rancore non mi riesce di considerarmi un errore un senso di colpa una fatica non è facile liberarsi di te
forse mi sveglierò anche stanotte impedendomi di cercarti immaginandoti e desiderando che oltre il buio ci sia tu mi raccoglierò stretto al tuo fianco ad aspettare il mattino un altro giorno ancora.
Ora che il passo della talpa viene alla polvere inquieta del tuo braccio, che il riccio scava il tuo pensiero chiuso e la mano sprofonda nella diga, tesa fra sonno e colpo di tamburo, che i vivi seguono la marcia muta alla tenera culla di radice dove il lampo reclina ed è guanciale al tuo grido d'abisso, ti sognerò come chi più non vede si rannicchia nel fondo della luce e chi non ode frana nella notte di una piccola musica di pietra.
Ti sognerò nella cadenza cupa dello squillo terribile d'estate, filo di tenebra fra due visioni – dormiveglia e sorriso. E ti ricorderò come un narciso chino su un orologio silenzioso mentre sorge dal buio del tuo viso l'esile giorno delle pulsazioni.