Mi Sveglierò ancora per vivere di te; Ruberò una nuvola al cielo e la riempirò di Sole; Nel profondo dell'oscurità illuminerò le stelle così ti rivedrò ancora figlio mio. Affiderò al vento l'incolmabile dolore che addolcirò con il più tenero dei miei pensieri. E continuerò a vivere di te.
Volevi volare … e correre sull'erba e sulle onde del grano verde; ma incurante ai tuoi piedi è la terra. Volevi accarezzare l'acqua … imbrigliarla nelle mani prima del salto del guado e cogliere l'argento del fluire; ma ai tuoi piedi son solo pietre asciutte. Volevi tendere le mani dove lo sguardo bacia l'orizzonte del mare; ma era statico il pogio ed ai tuoi piedi s'apre … il baratro. Volevi porgere i tuoi pensieri con il sorriso dell'iride degl'occhi librarli in volo con la carezza delle ciglia; ma ai tuoi piedi sono cristalli rotti. Volevi affidare al mare il vascello dell'anima e farlo gorgogliare tra le sue schiume; ma sconnesso tra neri scogli lo risputa un onda vuota di pietà. Cadono lacrime e tiepide stentano nella piega del tuo viso; svanisce il verde del grano l'orizzonte sul mare i tuoi sogni lontani.
Vedo un volto vedo due occhi vedo te e tu vedi il mio sorriso vedi tutta la voglia che ho di baciarti in questo momento qui dove il tempo non ha senso dove la pioggia non ci bagna dove ogni rumore è ovattato dal battito del nostro cuore oggi qui io e te.
Come se non ci fosse più tempo, solo così sono in grado di amare, stringimi come se domani dovessi partire, ti prego, abbracciami come fosse sempre un addio, prendi i baci più dolci e le carezze più calde che vorresti ricordare, guarda i miei occhi come fosse l'ultima volta, donami il sorriso tuo più bello, amami con tutta la forza che puoi, perché stanotte potrei anche morire.
Nella vita occorre vivere sereni con infinita dolcezza, pazienza e calma d'animo: non indaffarati, non stressati, intonare un antico ritornello sonoro e respirare di tanto in tanto.
Si sa, la velocità non è tutta la soluzione del mondo!
L'amore che in me si doma cercando di dare un senso alla parola. Vedo il fuoco e la luce pallida del sole, traspareza dell'estinto. Colui che giace sepolto tra i campi ora va udendo i miei canti. I poeti sono vivi in questi versi che mormora il vento.
Il mio mondo Però, tra la piazzetta egli alberi, il mio mondo però, tra la mia stanzetta ed i libri, e la cucina; il mio piccolo mondo però; dove me ne fregherò, della bruttezza del mondo, il mio mondo però, dove fuori dal mondo me ne stò.
Nella grigia giornata d'autunno le foglie ingiallite danzano impazzite quali fragili prede del vento nell'attesa di adagiarsi al suolo. Tutti siamo prede, nulla ci esclude dalla pazza danza rappresentata sul palcoscenico della vita. Quando anche noi, stanchi, ci adageremo al suolo, potremo riposarci come le foglie.
Ricordo il vento del mio paese Che a volte dolce accarezzava Le piante del mio giardino. Ricordo il vento che asciugava La fronte sudata dai giochi Di bambino. Ricordo il vento che cullava i miei sogni di adolescente. Ricordo il vento che mi accompagnava Nelle giornate di lungo cammino. Ricordo il vento che lontano mi ha portato Senza chiedere parere. Aspetto il vento che mi riporterà ove Per tanto tempo sono stato a volte felice E a volte malinconicamente pensieroso.