Poesie personali


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie personali)

Assorto

Adagiato sono
su codesta poltrona
e avvolto dai braccioli
mi appropinguo
a trascrivere questi versi.
La mente
pensa costantemente
mentre scrivon le mani
parole diffuse
di vari concetti.
Proteso sono
e assorto di riflesso
coi miei pensieri riportati
con semplice duttilità.
Braccia poggiate su,
mano infreddolita
che trasporta così leggera una penna
che continua imperterrita
e con incessante vigorìa.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie personali)
    E capire cosa siamo
    sarebbe già un bel passo avanti
    quando di passi indietro
    se ne fanno tanti
    e cerchi nello sguardo
    di una qualunque persona
    quel calore
    che solo l' amore dona.
    Si può stare anche da soli
    se si riesce ad imparare
    a guardarsi dentro
    senza la voglia di scappare,
    guardare e scoprire
    per avere poi qualcosa da offrire,
    non la solita anima
    che vaga per il mondo
    avvolta da un malessere profondo,
    ma un' anima lucente
    che sa di cosa è fatta
    e può far del bene a tanta gente
    non quella che non sa dare dei segni
    d' affetto, che se rivolti a lei
    non fanno alcun effetto.

    Guarda negli occhi le persone che ami
    e ascolta i mille richiami,
    richiami di pace ora che l' hai ottenuta
    perché hai vissuto delle cose
    che ti hanno cresciuta,
    fa crescere anche gli altri
    con la tua esperienza
    e vedrai che qualcuno
    non potrà più viverne senza ;
    scoprire se stessi
    e poi la gioia di vivere
    sapere che con qualcuno
    tu potrai condividere
    la tua storia, donando il tuo cuore,
    ma tutto questo non avviene
    se dentro non hai l' amore.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie personali)
      I bambini di oggi hanno visto cose che
      Blade Runner non poteva neppure immaginare.
      Hanno visto le torri gemelle di Manhattan
      precipitare nel gorgo dei Pokemon.
      E hanno visto Dragonball -zeta sventolare
      un fazzoletto bianco prima di morire, perché
      un aereo si era infilzato sulla sua testa
      come il braccio di una croce.
      E mi domando che razza di uomini saranno
      quei bambini che hanno subìto allucinazioni così.
      Delle due l'una: o uomini fantastici, o schiavi.
      E io scommetto sulla prima.
      E ho nostalgia del futuro.
      Anche se io non ci sarò.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie personali)
        In volo o di notte
        ho visto la solitudine.
        L'ho vista sulle colline bruciate
        dell'Italia in fiamme.
        L'ho vista nelle acque grigie e opache
        dell'oceano agitato.
        L'ho vista nelle file di macchine lussuose
        sfreccianti nella notte
        sulle highways della California.
        L'ho vista negli occhi di una donna
        l'ho vista nei miei occhi,
        nei bambini abbandonati,
        nei clochards di Parigi,
        nella fame in oriente e in occidente.
        Nella schiena spezzata
        dei malesi a Singapore,
        nei cortili terrosi
        alla periferia di Chicago,
        negli esuli albanesi ai semafori di Atene.
        Ma adesso è qui, di fianco a me
        che guida la mia mano
        e che ride di me e del mondo
        che governa in silenzio.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie personali)

          Per non dimenticare...

          E tutti
          ci ricorderemo dove eravamo in quel
          momento. Seduti in macchina a
          cercar parcheggio, con la testa
          tra i surgelati a cercar la
          paella, davanti al computer a
          cercare la frase giusta. Poi uno
          squillo di telefonino, e
          l'amico, il parente, il collega
          che ti staccano una storia
          inverosimile di aerei e
          grattacieli, ma và via, dai,
          lasciami perdere che oggi è già
          una giornata difficile, ma lui
          non ride e dice: ti giuro che è
          vero. Ricorderemo l'istante
          passato a cercare in quella voce
          una qualunque sfumatura di
          ironia, senza trovarla. Ti giuro
          che è vero. E non dimenticheremo
          la prima persona a cui abbiamo
          telefonato, subito dopo, e
          nemmeno quel pensiero -
          immediato, sciocco ma
          incredibilmente reale - "Dov'è
          mio figlio? ", i miei figli, la
          mamma, la fidanzata, domanda
          inutile, perfino comica, lo
          capisci subito dopo, ma intanto
          è scattata - la Storia siamo
          noi, è solo un verso di una
          canzone di De Gregori, ma adesso
          ho capito cosa voleva dire -
          risvegliarsi con la Storia
          addosso. Che vertigine.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie personali)

            Odio la vita

            "Tenisse cent'lire? ",
            strascicando le parole da una bocca contorta,
            le palpebre socchiuse e lo sguardo spento,
            perso nel vuoto e nell'olezzo dei suoi stracci,
            nel sozzume del suo corpo,
            cotto dal sole e ferito dal dolore,
            dalle piaghe che la strada
            ogni giorno di più muta in solitaria morte.
            "Amico... tenisse cent'lire? ",
            lo sguardo basso e la mano tesa
            a chieder vendetta di una povertà mai voluta,
            sia d'animo che di monete,
            quando scrisse con l'ago "Odio la vita" su un muro
            e cominciò il non ritorno da dove forse mai partì.
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