Scritta da: Filippo Cococo
in Poesie (Poesie personali)
È l'alba
e il sole scivola
nei solchi del nostro peccato.
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È l'alba
e il sole scivola
nei solchi del nostro peccato.
Ho conosciuto la caparbietà nella vita
Ho usato la caparbietà nella vita
Cosa vuol dire e cosa comporta l'essere caparbi?
Vuol dire essere tenaci, essere ostinati, cocciuti, portare le proprie idee in giro, lottare per le proprie opinioni e viverle fino in fondo.
Comporta, l'essere a volte ammirati per la forza che metti in quello che fai e a volte essere criticati in un mondo che vuole farti essere solo un clone.
E sapete cosa succede quando si incontrano due caparbi o meglio definiti teste dure?
Tante risate miste a tante incomprensioni
Tanti sorrisi misti a tanti momenti cupi
Insomma:
una viva confusione.
Ho aperto la finestra e sei entrato come un soffio di aria fresca
Mi hai risvegliato l'anima
Mi hai sorriso dolcemente
Mi sono risentita viva
Cercavo qualcosa per volare insieme a te
Mi guardavo intorno e non riconoscevo più niente
grazie ad un soffio:
è nato il mio nuovo domani.
Perdona le mie parole
perdona i miei sorrisi
perdona le mie domande
perdona le mie provocazioni
ma più di tutti ti chiedo:
perdona il mio cuore.
Anima regale,
eterno bagliore che rinasci
tra le nubi dei miei pensieri
e che dai luce
all'oscurità del mio vuoto,
la tua sublime poesia
risorge sui resti
di questa sorda umanità
e sugli scarti di questa vita
che ha reso muta
la nostra voce interiore.
Forse la pace è chiusa nella noce
di una gola senza più voce:
il sogno ha gli occhi del falco,
la guerra una bandiera bianca
Il tempo è giunto al tramonto,
con l'uomo non c'è più confronto:
i bimbi saltano riempiti di tritolo
in una terra piena di molte croci.
Non ci sono più rose nel giardino
l'ultimo fiore è il tuo bambino:
la luna è sporca di nerofumo
in questo cielo troppo buio.
La speranza è maschera al femminile
in questo mondo troppo maschile.
Laviamoci la faccia con la luce
racchiusa nel labirinto del futuro.
Mi sono addormentato
come un bambino
Avevo lei nel cuore
e tanta pace.
Autostima è saper sperimentare
il vuoto non solo il pieno,
il silenzio non solo il rumore,
la tristezza non solo l'euforia,
il dolore non solo la gioia.
Picchiasti alla mia porta
e ti lasciai entrare nel labirinto del mio ego,
sciogliesti il ghiaccio delle mie pareti
e ne facesti azzurro mare agitato.
Ti lasciai coltivare i fiori di quel giardino
dove, oggi, il mio occhio può
andare laddove la ragione si perde.
Era ieri
forse oggi
mai domani
le tue mani
i miei sogni
il calore
il tuo odore
forse ieri
sarà migliore
del domani
senza amore.